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22/08/2011 20:56 CEST - WTA CINCINNATI

Cuore e vittoria per Sharapova

TENNIS - La russa batte 4-6 7-6 6-3 Jelena Jankovic dopo 2 ore e 50 minuti di autentica lotta e continui cambi di fronte, in cui Masha, subito un passivo di sette game consecutivi tra il primo e il secondo set, sembrava destinata alla sconfitta. Per lei, che con questo successo torna tra le top 5 (n.4), è il secondo titolo dell'anno dopo Roma, il 24o in carriera. A Flushing Meadows sarà tra le prime 5 favorite. Riccardo Nuziale

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Una vittoria è la preparazione migliore per uno Slam e Maria Sharapova questo lo sapeva. La vittoria è arrivata, sebbene soffertissima (ma forse per questo ancora più bella e indicativa per il futuro). Ha vinto non giocando bene, se non nei primi game, ma lottando come ha sempre fatto, mettendo tra l’altro così a nudo le debolezze psicologiche della sua avversaria odierna, Jelena Jankovic (contro la quale la Sharapova non giocava dal 2009 e contro la quale era avanti cinque a uno negli scontri diretti), che nei momenti importanti del match è puntualmente scomparsa.

Vittoria (ventiquattresima in carriera, seconda dell’anno dopo Roma) che dà a Maria la quarta posizione mondiale, la prima nella classifica race (scavalca Wozniacki e Kvitova) e la lancia tra le favorite assolute degli imminenti US Open, forse la favorita assoluta dopo Serena Williams.

La partita è stata tipicamente WTA: tantissimi gratuiti, crisi psicologiche sempre dietro l’angolo, continui cambi di fronte, bellissimi punti alternati ad orrori amatoriali.

Il match ha visto un inizio devastante della Sharapova, che è andata avanti in un lampo 4-1 con doppio break, non lasciando l’ombra di un 15 nei suoi due turni di servizio e perdendo l’unico game, quello d’apertura, solo ai vantaggi. Missili praticamente piatti a partire già dalla risposta, piedi dentro il campo, insomma praticamente ingiocabile. I tentativi di rallentare il gioco da parte della Jankovic non trovavano minimo successo.

Poi però un passaggio a vuoto al servizio nel sesto gioco, ceduto a zero, e il game successivo perso in seguito ad una diatriba circa la tempistica di preparazione tra un punto e l’altro (nato dopo che la Sharapova aveva alzato la racchetta per chiedere tempo proprio mentre la Jankovic stava servendo) e dopo non aver sfruttato due palle del 5-2, la russa si è innervosita e ha perso totalmente fiducia nei suoi colpi, a partire da quello che ormai è il suo cruccio, il servizio. Se prima quasi ogni colpo era un vincente, in questo frangente per Masha ci sono stati quasi solo errori gratuiti e tanti, troppi doppi falli: due nell’ottavo e due nel decimo game hanno regalato incredibilmente il primo set alla serba, che non ha fatto poi molto per portarselo a casa.

Il blackout della Sharapova non accennava a finire, tanto che i game persi consecutivamente diventavano sette, portando la Jankovic in vantaggio per 6-4 2-0. A quel punto però è arrivata la reazione della russa, che ha indovinato un turno di risposta, tornando finalmente aggressiva e ottenendo l’immediato controbreak. Nel settimo, interminabile gioco, poi, la vincitrice di tre Slam strappava nuovamente il servizio all’avversaria alla sesta palla break (trasformata con un doppio fallo), dopo che la Jankovic aveva avuto a sua volta un paio di occasioni di vincere il gioco.

Il servizio della russa però continuava ad essere inaffidabile e nel game successivo la Jankovic si è portata 15-40, convertendo la seconda palla break con un bel rovescio lungolinea. Dopo una palla break non sfruttata nell’undicesimo gioco dalla Sharapova (risposta di rovescio incrociato uscita di un nulla), il set si è concluso al tie-break dove, girato il campo sul 3-3, Masha ha inanellato quattro punti consecutivi, portando così la partita al terzo.

Qui le due contendenti hanno sentito enormemente la tensione, tanto che i gratuiti sono aumentati considerevolmente e, soprattutto, nessuna delle due riusciva più a tenere il servizio. Per aspettare il “break” si è dovuto aspettare addirittura il settimo gioco, dove la Sharapova ha tenuto il servizio a 0. Poi nel game successivo, simile al settimo del secondo set, sia la serba che la russa hanno avuto chance di chiudere (la Sharapova, in particolare, ha buttato due risposte su seconde di servizio in altrettante palle break) e alla fine a sistemare tutto ci ha pensato la Jankovic, commettendo il suo nono doppio fallo del match (contrapposti ad un unico ace; leggermente meglio la Sharapova, con sì undici doppi falli ma sei aces), dando la possibilità all’avversaria di servire per il match. Possibilità che la Sharapova non si è lasciata sfuggire, chiudendo il game a 30.

Riccardo Nuziale

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