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26/08/2011 18:44 CEST - RAFA DA LETTERMAN

Nadal-Federer, ok... ma Djokovic?

TENNIS - Ospite al popolarissimo David Letterman Show, Rafa è stato portato per l’ennesima volta a parlare della sua rivalità con Federer, mentre del primo giocatore del mondo e mattatore della stagione non si è fatto nemmeno il nome…Al mondo fuori dal tennis interessa il tennis o solo Nadal e Federer? Che cosa manca a Novak Djokovic per diventare "personalità" oltre che "personaggio"? Forse una rivalità... Roberto Paterlini

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Il vecchio David Letterman appoggia in verticale una copia della biografia di Rafa – più elegante, meno… tamarra, lasciatemi dire, rispetto all’edizione Italiana - sulla sua celeberrima scrivania e lo introduce al pubblico in studio: “Il nostro prossimo ospite è il campione uscente dello US Open e numero due del mondo. Per favore date il vostro benvenuto a Rafael Nadal… “
Il maiorchino entra accompagnato dall’abituale jingle della trasmissione, sobriamente casual nel suo outfit, maglia grigia e camicia bianca, pantaloni e scarpe nere, da bravo ragazzo, come piacerebbe e forse lo ha consigliato sua madre, Ana Maria.
“Come va?” gli chiede subito il comico – anche se non è esattamente un comico – americano.
“Bene,” risponde Rafa.
“Benvenuto da noi, bentornato in città… Ti stai preparando per il torneo… caspita, è appena dietro l’angolo.”
“Già.”
“È diverso quando ti approcci ad un torneo da campione uscente?”

“Be, c’è un po’ più di calma, meno pressione, perché abbiamo – chi ha letto giusto qualche stralcio della sua biografia sa che in quel plurale non vi è nulla di maiestatis – già vinto lo scorso anno, ma è sempre eccitante tornare, molto emozionante.”
“Avrei detto che le pressioni fossero di più, per via delle aspettative,”
gli fa notare Letterman, come probabilmente avrebbe fatto qualsiasi altro essere umano. “Perché non vincere di nuovo? Credi che ci riuscirai?”
“So che di certo sarà molto difficile.”

Non c’è nessun riferimento diretto alla biografia che Letterman tiene costantemente in mano, ma lo stesso vengono poste a Rafa alcune domande sugli inizi della sua carriera, l’isola da cui proviene, le differenze tra la lingua parlata a Maiorca e lo spagnolo vero e proprio. Il conduttore gli chiede, probabilmente a beneficio del pubblico meno esperto, come funzioni il torneo, quante partite si debbano vincere per arrivare alla finale, e come Rafa riesca a sopportare quelle che durano 4, 5, 6 ore, ricordando in particolare le 4 ore e 38 della finale di Wimbledon 2008.

“Bè, mi alleno tutti i giorni,” risponde Nadal con l’ovvietà di chi è abituato a trasmissioni nelle quali non gli farebbero mai una domanda tanto banale.
“Chi era il tuo idolo da bambino, quando hai iniziato a giocare… Manolo Orantes?” gli chiede ora Letterman, forse intendendo Manolo Santana (classe 1938) o forse Manuel Orantes (1949), ma in ogni caso smascherando anche lui di non essere esattamente un esperto, oppure di aver perso qualsiasi contatto con la logica. 

Rafa ride imbarazzato, non capendo – come me, del resto – se il presentatore stia scherzando o meno. “Non ho avuto la fortuna di veder giocare Manolo… Non ero nemmeno al mondo,” risponde comunque educatamente.
E Cris Evert?” rincara la dose Letterman, questa volta riuscendo persino a strappare un sottile risata al pubblico.  “Una volta ho fatto un’intervista con lei…”

Allora sai di cosa parlo,” chiude la gag David con la sua faccia più gigiona, alludendo all’avvenenza dell’ex campionessa americana. Poi cambia subito argomento. “Hai mai sentito parlare di Bjorn Borg?” ha l’ardire di chiedere allo spagnolo. “Saprai che Bjorn Borg e John McEnroe hanno avuto una grande rivalità, che li ha resi entrambi grandi… Tu credi che tra te e Federer ci sia quella stessa alchimia, quella stessa dinamica che ha reso entrambi più forti di quanto non sareste stati l’uno senza l’altro?”
“Non so,” risponde Rafa che, pur nella sua maniera molto sobria, evidentemente ha ormai a nausea ogni volta gli stessi paragoni. “Loro due hanno avuto una grande rivalità, e io e Federer giocato molti incontri negli ultimi anni… Ma noi abbiamo un ottimo rapporto…”
“Senza di lui, o di uno come lui, credi che il tuo tennis sarebbe altrettanto buono oggi?”

“No… ma a volte sarebbe meglio se non ci fosse,” scherza Rafa, strappando questa volta lui una fragorosa risata.

Si giunge al momento delle fotografie; la prima della premiazione a Wimbledon 2008 – sono passati altri 5 Slam dopo quello per lo spagnolo, ma evidentemente… - annesso il sentito applauso del pubblico, e la seconda di Rafa in una delle improbabili pose erotiche della campagna intimo di Armani, questa volta accompagnata da una risata e qualche gridolino.

Non è un programma sportivo, mi sono ripetuto quando, un po’ perplesso, l’intervista è finita, mentre Rafa e David lanciavano palline tra il pubblico come alla fine di un match. Ed è normale che dei campioni dello sport ci sembrino un po’ ridicoli quando li vediamo in un ambiente estraneo al loro habitat, soprattutto se nelle mani di una vecchia volpe che ha il potere e la capacità di farli sentire e sembrare in difficoltà anche se è lui a non sapere che Babolat è una marca di racchette… Poi, però, mi sono reso conto che a stranirmi non era l’inevitabile goffaggine di Nadal, quanto l’assenza di un nome, anzi la mancanza di qualsiasi cenno al giocatore che, ben più di Federer, è stato il grattacapo di Nadal in questo 2011; inutile dire Novak Djokovic.
Quando Letterman ha introdotto Nadal a inizio intervista come numero due del mondo, sono giunto a chiedermi, sapeva che il numero uno non era Federer ma Djokovic? Se non lo sapeva, perché non lo sapeva? E se lo sapeva – non riesco a decidere quale delle due opzioni sia la peggiore – per quale motivo ha deciso di omettere totalmente il suo nome?

Non è un talk show su ESPN, ho cercato di ripetermi, ma ancora non ho potuto evitare di ricordare che gli unici cenni (2) al tennis giocato di tutta l’intervista sono stati ancora a proposito della finale di Wimbledon 2008; mitica, fantastica, indimenticabile… ma roba di 3 anni fa. È un programma di massa, mi sono detto una volta di più, ma ancora è nato in me il sospetto, quasi il timore, che Rafa e Roger, anche se (forse) superati nel tennis giocato, o almeno in questo 2011, siano diventati addirittura più grandi del tennis stesso, l’abbiano cannibalizzato, portandovi l’interesse che non aveva mai avuto – appunto l’interesse delle masse - ma con il concreto pericolo che il giorno in cui non ci saranno sportivamente più la bolla si sgonfierà e non resterà più nulla, o assai poco.  Non è un po’ lo stesso che è avvenuto/sta avvenendo con le sorelle Williams? mi sono poi chiesto, non ricordando che altri personaggi del tennis femminile siano mai stati così universalmente noti e ricordandomi come ancora oggi basti la loro presenza a qualificare un torneo come “di interesse” o la loro assenza a farlo essere “sotto tono”. Non è lo stesso che negli ultimi anni sta avvenendo con Tiger Woods nel golf, dopo le questioni personali che ne hanno intaccato l’immagine e l’hanno non poco distratto dal gioco?

Anche senza dei dati alla mano è risaputo che alcuni personaggi, persino a prescindere dai loro risultati, abbiano avuto la capacità di attraversare i confini del proprio sport o del proprio paese – entro i quali Djokovic è sicuramente molto conosciuto – e diventare dei nomi anche per chi lo sport non lo segue proprio. Il tennis ne ha avuti diversi: Agassi, Becker, le Williams appunto, Seles e Graf (soprattutto dopo l’episodio dell’accoltellamento), forse qualche altro… e sicuramente Federer e Nadal. Il nostro sport, o lo sport in generale, oltre ad essere un business di per sé, fa ormai anche parte dello show-business, e forse lo fa al punto che a David Letterman addirittura non conviene pronunciare il nome del primo giocatore del mondo perché… Nadal e Federer “vendono” meglio; perché quando il nome di Rafa è accostato a quello di Roger lo fa diventare un ospite migliore e più appetibile per il pubblico di seconda serata, forse fa aumentare l’audience o quantomeno la fa restare costante. Quando Nadal è accostato a Federer – e viceversa, immagino – diventa una superstar, mentre se solo si osasse dire che c’è anche un giocatore serbo di cui nessuno, al di fuori del mondo del tennis, sa niente, e che quest’anno è persino più forte di lui… Bè, a quel punto Nadal sarebbe solo un tennista, e per quale motivo un tennista, per giunta spagnolo, dovrebbe essere invitato al glorioso e storico David Letterman Show?

Evidentemente al mondo fuori dal tennis del nostro sport – dello sport? – interessa ben poco, o solo quando, attraverso una formula magica, segreta e ripetibile solo per caso, qualche stella non diventa troppo luminosa per venire ignorata. Ciò che Novak Djokovic sta facendo in questa stagione meriterebbe un articolo tutto scritto a lettere maiuscole, ma non è sufficiente affinché uno degli Host Broadcasters dello US Open faccia almeno il suo nome durante il suo talk show più importante… Probabilmente, ciò che manca a Djokovic per diventare una star al di fuori del mondo del tennis è una vera rivalità. Il suo 2011, soprattutto se dovesse vincere a Flushing, gli regalerà certamente un capitolo in qualsiasi libro sulla storia del tennis, ma sino a questo momento il serbo è stato troppo forte perché il mondo (fuori dal mondo del tennis) si curi davvero di lui.

Roberto Paterlini

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