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02/09/2011 03:25 CEST - Us Open

Us Open day 5: occhi su Flavia

TENNIS - Flavia Pennetta affronta Maria Sharapova nel match più atteso dal pubblico italiano. Ancora fresco il ricordo della vittoria in semifinale a Los Angeles nel 2009, preludio all'ingresso della brindisina nella top-10 e nella storia. A livello maschile, stuzzicante il clash generazionale tra Roddick e Sock, gli ultimi due statunitensi a vincere il titolo junior a Flushing Meadows. Alessandro Mastroluca

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Pennetta (foto di Luigi Serra)
Pennetta (foto di Luigi Serra)

TOP MATCH WTA

[26] FLAVIA PENNETTA (ITA #25) vs. [3] MARIA SHARAPOVA (RUS #4) - H2H 1-2
2004 INDIANWELLS HARD O R64 SHARAPOVA 63 46 64
2006 WIMBLEDON GRASS O R16 SHARAPOVA 76(5) 36 63
2009 LOS ANGELES HARD O SF PENNETTA 62 46 63

Si sono affrontate tre volte in carriera, Flavia Pennetta e Maria Sharapova, e tre volte sono arrivate al terzo set: quest’anno Maria ha vinto 12 partite su 12 quando è stata forzata al terzo, però.

Il primo confronto diretto risale al 2004, a Indian Wells. La seconda, negli ottavi a Wimbledon 2006, ha fatto intravedere i progressi della brindisina. Perso il primo set al tiebreak per 7-5, ha costretto Masha a sudare parecchio, e non solo per il caldo che la costringeva a metetrsi il ghiaccio sul collo tra un cambio di campo e l’altro. Un break in apertura di terzo set e qualche accelerazione sulla riga scavano la differenza e il 76 36 63 finale.

La terza e ultima sfida è anche la meglio conservata nella memoria degli appassionati italiani. A Los Angeles, in semifinale, Flavia mette la ciliegina sull’indimenticabile estate 2009 iniziata con la semifinale a Bastad (persa dalla Wozniacki) e la vittoria a Palermo. Dopo Petrova e Zvonareva sconfigge, in 2 ore e 4 minuti, la terza russa di fila (62 46 63). In finale batterà anche Sam Stosur e diventerà la prima italiana di sempre a entrare nella top-10 Wta.

Quella stagione sembra lontana. Gli infortuni alla spalla, la fiducia da ritrovare la allontanano da quei giorni di gloria. Ma Flavia, la terza giocatrice azzurra capace di sconfiggere la numero uno del mondo, in grado di vincere sette volte contro una top-5, e di centrare almeno una finale all’anno tra il 2004 e il 2010, non molla. Qui sono arrivati i suoi migliori risultati negli Slam i quarti nel 2008 e 2009 (con i sei match point annullati alla Zvonareva).

La Sharapova arriva dalla vittoria a Cincinnati, nella finale più lunga del 2011, che le ha regalato il 24mo titolo in carriera: tra le giocatrici in attività, solo le sorelle Williams e la Clijsters hanno più trofei in bacheca. La siberiana, che dall’inizio di quest’anno ha cambiato allenatore e si allena con Thomas Hogstedt (con Voltchkov, semifinalista, partendo dalle qualificazioni, a Wimbledon 2000), ed è la giocatrice con più fan su Facebook (5.1 milioni) non aveva una testa di serie così alta in uno Slam dal 2008.

[30] ANABEL MEDINA GARRIGUES (ESP #33) vs. [2] VERA ZVONAREVA (RUS #2) - H2H 1-3
2004 BEIJING HARD O QF ZVONAREVA 62 63
2008 FED CUP FINAL CLAY O R4 ZVONAREVA 63 64
2008 BEIJING HARD O QF ZVONAREVA 60 61
2008 ZURICH HARD I R16 MEDINA GARRIGUES 63 30 ret. (dizziness)

La spagnola, mai andata oltre il terzo turno a Flushing Meadows e mai oltre gli ottavi negli Slam, ha vinto quest’anno il suo decimo titolo sulla terra (a Palermo, dopo il successo all’Estoril) diventando la giocatrice in attività con più trofei sul rosso. Ma sul duro non dovrebbe esserci partita, anche perché ha vinto una sola volta in 19 confronti contro una top-5: l’unico successo è arrivato in finale a Strasburgo, nel 2007, contro la Mauresmo: 64 46 64 per la Medina che riuscì a strappare per sei volte il servizio all’ex numero uno del mondo. Difficile, insomma, che possa diventare la prima iberica dal 2000 negli ottavi agli Us Open.
La Zvonareva, una delle cinque giocatrici in tabellone ad aver giocato almeno una finale Slam ma senza aver ancora vinto il primo major (le altre sono Bartoli, Jankovic, Stosur e Wozniacki, in rigoroso ordine alfabetico) è la giocatrice che quest’anno ha vinto più match sul duro: 35.

 

[13] PENG SHUAI (CHN #14) vs. [19] JULIA GOERGES (GER #21)  - H2H 0-0

La Peng, terza cinese a raggiungere la top-15, ha raggiunto quest’anno gli ottavi sia agli Australian Open che a Wimbledon (il suo miglior risultato negli Slam) ed è diventata la quinta giocatrice a superare quota 45 match vinti in stagione. Ha raggiunto almeno i quarti in 10 occasioni nel 2011.
La Goerges, che non era mai andata oltre il secondo turno in un major prima del 2011, è riuscita quest’anno a battere due volte la Wozniacki anche se non ha ottenuto risultati certo esaltanti durante l’estate americana con un record di 2 vittorie, contro la Jankovic a Toronto e la Cornet a Dallas, a fronte di 5 sconfitte. Contro le top-15 ha un record di 6-3 in stagione.

 

TOP MATCH ATP

 

NO. 2 RAFAEL NADAL (ESP) v NICOLAS MAHUT (FRA) - H2H 0-1

2007 Queen’s Grass (O) QF Mahut 75 76(0)

Nadal, che ha fallito l’aggancio al terzo turno in uno Slam in sole tre occasioni, vanta un bilancio negativo tra vittorie e sconfitte con solo tre giocatori ancora in attività. Guccione, Davydenko e Mahut. Il francese, suo prossimo avversario, che contro Farah al primo turno ha giocato il suo primo match arrivato al quinto set dopo la storia infinita con Isner, l’ha battuto in quella che può essere considerata la vittoria più importante della sua carriera, al Queen’s. Un’edizione, quella del 2007, condizionata dai rinvii per pioggia (nella stessa giornata Mahut aveva dovuto battere Ljubicic mentre il maiorchino era rimasto in campo appena cinque minuti per completare la vittoria su Mirnyi). Mahut, ex campione junior di Wimbledon, quell’anno riuscì ad arrivare fino alla finale del tradizionale antipasto dei Championships: uscì sconfitto da Roddick 46 76 76 senza mai perdere il servizio e firmando l’unico break della partita.

NO. 21 ANDY RODDICK (USA) v (WC) JACK SOCK (USA) - H2H 0-0
Gli Usa hanno otto giocatori al secondo turno, più di qualsiasi altra nazione. Quattro si affrontano tra loro: Isner e Ginepri (sull’Armstrong), Roddick e Sock, ultimo match sull’Ashe. Dopo aver inflitto a Russell l’ottava sconfitta al primo turno in otto partecipazioni agli Us Open, Roddick ha detto alla ESPN: “So di non essere ancora al meglio della forma, ma continuo a lottare: non mi importa se gioco male. Non devo vincere il torneo domani, devo solo vincere la prossima partita”.

A-Rod, che mai prima d’ora aveva avuto una testa di serie così bassa in uno Slam, spera di non ripetere l’eliminazione al secondo turno dell’anno scorso. Quella contro Sock è una sfida generazionale. Il 19enne di Lincoln, nel Nebraska (lontano meno di 100 km da Omaha, dove è nato Roddick) che è esploso in high school nel Kansas (in quattro anni ha vinto 80 partite su 80 perdendo solo un set, dal fratello maggiore) è il campione junior in carica: l’anno scorso ha sconfitto in finale Kudla, nella prima finale tutta a stelle e strisce nel torneo junior dal 2000, quando il titolo lo vinse Roddick su Ginepri.

Gli altri americani in campo oggi sono James Blake contro Ferrer (2-0 i precedenti per l’ex studente di Harvard), Donald Young contro Wawrinka e Bogomolov che aspetta il lucky loser più “lucky” di tutti, Dutra da Silva che scende in campo contro Sorensen 20 minuti dopo aver saputo di essere stato ripescato e vince per ritiro dell’avversario. Giocano sul campo 17: in America è un numero che porta fortuna. Bisognerà vedere a chi.

Roddick e Sock sono anche due dei quattro giocatori in campo oggi che hanno vinto il torneo junior in passato: gli altri due sono Murray e Nalbandian.

NO. 4 ANDY MURRAY (GBR) v ROBIN HAASE (NED) - H2H 0-1

2008 Rotterdam Hard (I) R32 Haase 75 63

Era un Murray coi capelli lunghi e il cappellino con la bandiera della Scozia, quello che meritatamente perse al primo turno di Rotterdam contro il beniamino di casa capace di superare le 84 posizioni di differenza in classifica. Murray salva tre set point nel primo parziale, ma si arrende alla quarta su una risposta di dritto vincente dell’olandese, in tabellone con una wildcard. Nel secondo Murray si fa brekkare subito a zero, rimette il set in equilibrio ma cede ancora il servizio nell’ottavo gioco, e di lì il match.

Quest’anno arriva a Flushing Meadows a completamento di quella che è stata la sua miglior stagione a livello Slam con la speranza di unirsi a Edberg e Roddick e diventare il terzo giocatore capace di vincere gli Us Open sia da junior che da senior

Per Haase questa è la miglior stagione in assoluto. Ha raggiunto il terzo turno agli Australian Open e a Wimbledon (suoi migliori risultati di sempre negli Slam), ha vinto il primo titolo in carriera (a Kitzbuhel, battendo in finale Montanes 64 46 61), arriva dalla semifinale a Winston Salem che l’hanno portato al best ranking di numero 41 del mondo.


In campo anche due argentini, tra i match di cartello della giornata: Nalbandian, che aspetta Ivan Ljubicic, al nono confronto diretto, primo a livello Slam (il croato è avanti 5-3, 4-2 sul duro) e Del Potro impegnato nel derby tandilense con Junqueira.

Alessandro Mastroluca

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