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02/09/2011 17:06 CEST - US OPEN 2011

Sfida a Masha: Pennetta ci prova

TENNIS - Flavia affronterà la russa, che ha battuto nell'ultimo precedente due anni fa a Los Angeles. Il tennis femminile tiene alta la bandiera italiana: in tre al terzo turno, mentre i ragazzi ci hanno salutato tutti. Cipolla: ah, se Fognini avesse la sua testa! Federer punta a Connors, Djokovic fa lo showman, Karlovic non è solo servizio, Ferrero non è finito e Serena lascia le briciole. Da New York, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato Ubaldo Scanagatta

NEW YORK - Riuscirà Flavia Pennetta a fermare Maria Sharapova? Non è un concorso di bellezza, fra la mora mediterranea e la bionda siberiana, ma il confronto è comunque suggestivo. Per noi e per gli organizzatori che hanno programmato il match per le 13 (le 19 in Italia) sull’Arthur Ashe è il match del giorno.

Flavia l’altro giorno ha detto di ricordarsi soprattutto quando l’ha battuta a Los Angeles due anni fa (quando poi vinse il torneo ed entrò fra le top-ten), ma ovviamente scherzava, anche se non sarebbe male che avesse davvero dimenticato di averci perso le altre due sfide. La russa ha vinto Cincinnati e dopo il trionfo a Roma aveva perso a Parigi in semifinale dalla Li Na.

La bionda è favorita sulla bruna, le loro annate sono state diverse. In ascesa Maria, risalita a n.4 del mondo, in discesa Flavia, n.25. Inciso: Serena è n.28 (ma non conta). I test della “Penna” qui, Rezai e Oprandi, non sono troppo probanti. Però lei si è convinta di essere tornata a giocare bene e qui a Flushing ricorda bene di aver disputato una delle più belle partite della sua carriera quando due anni fa eliminò la Zvonareva annullandole sei matchpoint. I giocatori spesso amano un torneo più di un altro, e se hanno giocato bene in uno talvolta riescono a ripetersi. Pensate alla Wozniacki a New Haven, a Taroczy a Hilversum, la Farina a Strasburgo, la Vinci a Barcellona, la Schiavone a Parigi…

La Sharapova qui è stata in difficoltà al primo turno con la Watson, ma questo le capita sovente nei primi round. Speriamo almeno sia una bella partita.

Resta il fatto che come al solito le donne ci tengono in vita negli Slam, mentre gli uomini ci abbandonano. Ne avevamo cinque all’avvio, tre al secondo turno per la prima volta dal 2004, ma ci hanno lasciato tutti. Cipollino è stato il migliore ed è un vero peccato che i crampi lo abbiano fermato. Non è detto che avrebbe vinto, anche se era avanti 4-1 nel quinto, perché Dolgopolov - come ha detto Cipolla stesso nell’intervista che potete ascoltare ed è molto esaustiva - ha momenti di tennis in cui diventa ingiocabile.

Ma vedendo Cipollino rimontare da due set e due break nel terzo e lottare fino all’ultimo a quel modo non poteva non venire spontaneo il confronto con Fognini: se il ligure potesse accompagnare al talento e alla esplosività nei colpi la grinta irriducibile e il cervello con il quale gioca il laziale, avremmo un campionissimo. Ma si potrebbe dire anche il contrario: se Cipolla avesse …eccetera eccetera.

Starace almeno si è arrabbiato di brutto per il modo in cui ha perso il secondo e il terzo set con Davydenko, ma quando uno perde tre set a zero alla fine le recriminazioni possono essere poche. Ha dimostrato di aver fatto progressi però, in una giornata in cui il servizio lo ha spesso tradito e chissà che proprio oggi non si sia conquistato il posto di titolare anche come singolarista sul cemento in Coppa Davis.

Il punto del doppio Bracciali e Starace non potranno perderlo, a mio avviso, ma lo stesso Potito ha detto che giocare tre giorni di fila tre set su cinque è dura anche per lui (non solo per Gonzalez che lo ha praticamente escluso). Quindi con tutta probabilità Barazzutti dovrà alternare a Fognini n.1 (nella speranza che non patisca i suoi vuoti mentali) Starace e Bolelli come secondi singolaristi. Il nuovo regolamento di Davis lo consente.

La Schiavone e la Vinci hanno vinto e convinto. Tanta autorevolezza consente di credere che la Schiavo non avrà problemi con la Scheepers, mentre la Vinci non è chiusa dalla Petkovic, anche se battere la Zheng forse le sarebbe stato più semplice: la cinese vinceva 6-3 3-0 con la tedesca che però non si è arresa e alla fine ha potuto esibirsi nella sua ormai celebre danza rituale. Ho suggerito a Roberta, scherzando, di farne una anche lei in caso di vittoria, ma Roby è più saggia di me e giustamente ha detto “non vorrei dare l’impressione di prenderla in giro”. Poi, prima di tutto bisogna vedere se riesce a battere la n.11 del mondo e testa di serie n.10.

Il fatto che non ci abbia mai giocato forse la aiuta, perché di tenniste possenti alla Petkovic ce ne sono diverse, mentre di giocatrici…all’antica come Robertina invece ce ne sono poche e chissà che la bella e simpatica tedesca non ne resti sorpresa.

Intanto Federer ha colto la sua vittoria n.225 contro l’israeliano Dudi Sela (giustiziere degli azzurri in una ormai lontana Davis a Tel Aviv: stava perdendo 3-1 al quinto da Seppi, rimontò e vinse). Connors ormai è a un tiro di schioppo: 233 vittorie negli Slam per Jimbo che giocò fino 39 anni e passa. Se giocasse ancora per 9 anni quante vittorie potrebbe conseguire Roger? Intanto però dovrà stare attento a Cilic che ha distrutto Tomic con un punteggio impensabile: 6-1,6-0,6-2. Imprevedibile davvero il croato allenato da Bob Brett: può giocare benissimo e malissimo a distanza di pochi giorni e senza una spiegazione. Roger forse lo intimorirà, ma oggi i giocatori hanno meno paura dello svizzero di quanta ne avessero fino a poco tempo fa. E non è un dettaglio insignificante. La psicologia, la convinzione di potercela fare sono spesso fondamentali nel tennis. A Cilic ogni tanto manca. Vedremo.

Parlando di croati come non sottolineare l’exploit di Karlovic a spese di Gasquet? Avevo visto due set del gigante Ivo contro Gonzalez e mi aveva stupito nonostante la ben nota eccellenza del servizio, ma soprattutto la sua inconsueta capacità di scambiare da fondo campo e di muoversi perfino con un’agilità sconosciuta. Ha seppellito sì Gasquet con 29 aces, ma ha vinto anche scambi da fondo, di nuovo. Come con Gonzalez. Che poi Gasquet non sia riuscito minimamente a trovare ritmo è un’altra cosa. Quel che mi dispiace adesso è che Karlovic affronterà Dolgopolov e non Cipollino! Sarebbe stato uno straordinario contrasto di stili se avesse affrontato il nostro, a prescindere dall’abissale differenza di altezza: 36 centimetri! Uno e 72 scarsi Cipollino, 2,08 Karlovic. Soltanto con Rochus, 1m e 68 e uno dei quattro belgi presenti qui all’US open (è rimasto in gara solo Darcis…che era l’unico belga a ad aver peraltro vinto una partita sul cemento americano quest’estate), il divario sarebbe stato meglio. Resta il fatto che Karlovic ha imparato a giocare anche quando non serve e questa è una bella sorpresa. Per trovare una condizione atletica decente deve aver lavorato mostruosamente.

Mentre Dolgopolov veniva a mangiare nel ristorante dei giornalisti perché quello dei giocatori l’avevano chiuso, e poi così era vicino alla sede delle conferenze stampa - abbiamo scherzato insieme, ha riso quando gli ho detto che fra lui e Cipollino avevano affettato talmente le palle che al cambio palle le trovavano dimezzate, mai visti tanti scambi di rovesci choppati come quelli che si sono giocati sul campo 7 per la delizia degli spettatori, alle prese con un tennis d’antan - Djokovic con Berlocq sul centrale doveva improvvisarsi showman perché altrimenti né lui né la gente si sarebbe divertita. Rideva, per non piangere, perfino il malcapitato Berlocq che stava perdendo 6-0,6-0,2-0 e rischiava di prendere un triplice 6-0 come quello che Andy Murray aveva dato a un lussemburghese in Davis (negli Slam l'ultimo triplo cappotto l'ha confezionato Bruguera nel ’93 al francese Champion).

Alla fine l’argentino ha fatto due games, ma lo scambio più divertente, una sorta di pittino, con una decina di volee appoggiate, lobbettini e corse, è venuto a metà terzo set, quando ormai Berlocq si era più che rassegnato e Djoker non sapeva più che inventarsi per intrattenere il pubblico.

Il match più interessante della giornata lo ha vinto Ferrero su Monfils, testa di serie n.7 e prima “vera” testa di serie ad uscire di scena. Juan Carlos, che qui aveva perso da Roddick la finale del 2003, voleva dimostrate di non essere un giocatore finito e c’è riuscito. Il francese, peraltro, a volte sembra un maestro nel perdere match che dovrebbe vincere.

Negli spogliatoi ho trovato Ugo Colombini, il manager di Del Potro, che cercava disperatamente una sarta per attaccare delle “pecette” pubblicitarie sulle maniche delle magliette del tunisino Jaziri (il primo tunisino dell’era Open, ma non il primo in assoluto come ha avuto modo di specificare il nostro statistico d’eccellenza Stefano Rosato). Jaziri doveva giocare sull’Armstrong Stadium contro Mardy Fish, match supertelevisi…zzato negli USA. Alla fine con l’aiuto di Laura Ceccarelli supervisor dellla Wta Ugo, che è fratello di Riccardo, mega dirigente Nike, ha trovata una ragazza disposta ad armarsi di ago e filo. Le magliette sono uscite dagli spogliatoi un minuto prima che Jazir scendesse in campo. Ha perso 62 62 64 ma si è fatto un po’ di pubblicità. O l’ha fatta lui…

Mentre Serena Williams ha perso solo 3 games in due round, e con la Schiavone è l’unica vincitrice recente d’uno Slam ancora in gara, la Cetkovska si è ritirata contro la Ivanovic: sono 14 i ritiri in questo US Open. Un record. Mai successo. In tutto il torneo open mi pare che i ritiri fossero stati una cinquantina.

Al mattino in autobus avevo fatto una lunga chiacchierata con Josè Higueras, l’antico rivale di Barazzutti. E’ diventato il responsabile tecnico del tennis giovanile americano. Riferirò del nostro colloquio durato mezz'ora domani: argomenti assai interessanti per genitori e figli. Lui ha le idee chiare. Gli dispiace però di essere in un Paese così grande con pochissimi “prospect”: Sock e Harrison in campo maschile. “Fra le donne stiamo meglio: è più facile però. Ma la Stephens e la Keys arriveranno in alto. La Vandeweghe non sarà mai velocissima, la McHale dovrà sempre fare i conti con il proprio fisico…”.

Su cosa dovrebbero fare i genitori che hanno figli promettenti…il discoroso è più lungo e lo faremo. Stasera bisognerà constatare prima anche il livello di gioco di Nadal, anche se Mahut, al di là del servizio che Isner non riusciva a brekkare, non è più forte di Golubev. Anzi.

Ubaldo Scanagatta

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