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05/03/2012 00:28 CEST - ATP Delray Beach

Anderson re a Delray Beach

TENNIS - Seconda affermazione in carriera per il sudafricano Kevin Anderson che sconfigge 6-4 7-6, in una finale molto nervosa la rivelazione australiana Martinko Matosevic, n.173 del mondo proveniente dalle qualificazioni. L'assenza di americani penalizza l'affluenza nel giorno della finale. Vanni Gibertini

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Davanti a poco più di un migliaio di persone, in un’atmosfera che ricordava quella della finale degli Internazionali d’Italia del 1983 (un Arias-Higueras disputatosi con pochi intimi sugli spalti, e che rappresenta sicuramente il punto più basso del più importante torneo italiano), la finale del torneo di Delray Beach ha visto prevalere la maggiore esperienza del gigante sudafricano Kevin Anderson (203 cm), che conquista in questo modo il suo secondo titolo ATP dopo l’affermazione nel torneo di casa di Johannesburg nel 2011.

L’inizio della partita è abbastanza atipico per un match su una superficie rapida: cinque break nei primi cinque giochi, a testimonianza che entrambi i protagonisti sentono la tensione di una finale nella quale si giocano la possibilità di vincere un titolo contro un avversario che reputano alla loro portata.
Il primo a tenere il servizio è Kevin Anderson, che si porta 4-2 ed arriva ad avere due palle per il 5-2 pesante, che però l’australiano di origini serbe riesce ad annullare. Il break di vantaggio si rivela in ogni modo sufficiente ad Anderson che senza troppo penare tiene i successivi turni di battuta e chiude 6-4 il primo set in 48 minuti.

Nel secondo parziale è sempre Matosevic a soffrire di più sulla propria battuta, ma sulle otto palle break concesse riesce sempre a giocare in maniera molto efficace, mantenendo il punteggio in equilibrio. Già nel terzo game affronta la prima palla break del set dopo un punto contestato (a Delray Beach non c’è Hawk-eye, per cui si va con il giudizio degli arbitri) affondando molto bene con il diritto. Anderson sul 2-3 esordisce il suo turno di servizio con due doppi falli, ma poi mette a segno quattro punti consecutivi; nel game successivo è Matosevic che rimonta da 0-40 e chiude poi il game con due bellissimi diritti sui quali ruggisce un “Ajde” (l’incoraggiamento in serbo molto utilizzato da Ana Ivanovic) per caricarsi.
Ma Anderson sulla sua battuta è davvero poco malleabile dopo l’inizio incerto: chiuderà il secondo set con il 58% di prime ma un 82% di punti vinti sulla prima, ed anche sulla seconda riesce quasi sempre con il kick a mettere in grande difficoltà l’australiano. Si arriva dunque inevitabilmente al tie-break, dove a tradire Matosevic è probabilmente l’inesperienza: in un baleno si arriva 5-1 Anderson con quattro errori gratuiti del “canguro”, e dopo 1 ora e 57 di parita un altro suo rovescio in rete consente al sudafricano di festeggiare la sua seconda affermazione in carriera davanti agli occhi della sua neo-moglie Kelsey.

[7] Anderson b. [Q] Matosevic 64 76(2)

Vanni Gibertini

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