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26/05/2012 11:20 CEST - Personaggi

Aga: "Lavoro per diventare n.1"

TENNIS - A pochi giorni dall'inizio dal Roland Garros, l'Equipe ha intervistato la Radwanska. Approdata 5 volte ai quarti di uno slam, la n. 3 del mondo si dice pronta ad affrontare lo slam nel quale non è mai arrivata oltre agli ottavi di finale. Trad. e commento di Laura Guidobaldi

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Esile ma coriacea, tanto silenziosa e "chirurgica" in campo quanto esplicita e "tagliente" in conferenza stampa, Agnieszka Radwanska, dalla fine del 2011 ad oggi, si è affermata come una delle più forti giocatrici del mondo raggiungendo, dal 7 maggio, la terza posizione del ranking Wta. Rispetto alle colleghe con le quali forma il quasi ormai "favoloso quartetto" in vetta alla classifica (Azarenka,Sharapova e Kvitova), Agnieszka è entrata nelle top ten - e poi top 3 - quasi in punta di piedi, "silenziosamente" e discretamente distinguendosi, inoltre, per una minore potenza dei colpi, compensata, però, da un delizioso tocco di palla e da una grande varietà di gioco. Quest'anno a Miami, in finale contro Maria Sharapova, si è aggiudicata il nono titolo Wta nonché il più importante per lei fino ad ora. Nello Slam parigino non è mai andata oltre gli ottavi ma, dopo i successi conseguiti negli ultimi mesi, chissà che questa non sia la volta buona per distinguersi anche a Porte d'Auteuil:  " [...] mi sento davvero pronta a raccogliere la sfida a Parigi, dove la terra battuta è generalmente più rapida." ha detto Aga. "Il mio più bel ricordo risale al 2006 quando ho vinto il titolo juniores. Mi sono allenata sulla terra rossa da sempre ma è vero che nel circuito il duro è molto più frequente e quindi bisogna riabituarcisi (alla terra). I match sono più lunghi, si corre molto ed è più complicato terminare i punti. La condizione fisica è molto importante [...]".

Agnieszka, l'abbiamo detto, ama arricchire il proprio tennis con variazioni negli scambi e soluzioni più "raffinate", come le smorzate e gli slice, e questo la rende, certo, molto diversa dalle grandi picchiatrici-urlatrici che, pur esprimendo un tennis eccelso, peccano forse di un gioco monocorde, in tutti i sensi...: "Le ragazze oggi sono più potenti, colpiscono forte. Io sono diversa, cerco di variare, perché non c'è sempre bisogno di colpire il più forte possibile ad ogni palla. Il mio colpo preferito, per esempio, è la smorzata". E, proprio questo suo talento e l'abilità nella variazione, hanno fatto sì che spesso venisse paragonata al n. 4 del mondo Atp Andy Murray: " È simpatico sentirmelo dire ! Lui ha un tale talento e sembra tutto così facile quando gioca".

L'obiettivo è certo quello di conquistare la tanto agognata vetta del ranking. Il sogno di diventare n. 1 c'è e "Aga" non lo nasconde:

"Lavoro da sempre per questo. Non c'è proprio un aspetto del mio gioco da migliorare per riussirci, si tratta di un lavoro globale. Bisogna giocare molto bene tutto l'anno e ovviamente brillare negli Slam. Oggi ci sono vicina ma, allo stesso tempo, molto lontana. Non avevo mai immaginato che solo dopo alcuni mesi in questa stagione sarei stata n. 3, allora..."

Dietro un grande campione capita spesso che ci sia un genitore molto presente che allena e accompagna il proprio figlio lungo il percorso del tennis professionistico fino ai massimi livelli. Anche per la Radwasnka, la presenza del padre ha svolto un ruolo fondamentale nel progressivo miglioramento, fino al raggiungimento degli exploit più significativi. Ora, però, dall'anno scorso, il nuovo coach della polacca è Tomasz Wiktorowski, capitano della squadra polacca di Fed Cup e, dunque, papà Robert si è fatto più discreto: "Ho smesso di viaggiare con lui ma a volte è ancora presente durante gli allenamenti. C'era anche a Miami, sa scegliere le sue mete ! (ride). Ma dopo 17 anni di viaggi insieme una pausa era necessaria".

Giocatrice dal grande aplomb ed estremamente silenziosa in campo, non si tira indietro, tuttavia, nell'esternare le proprie idee fuori dal campo, soprattutto quando si tratta di rivendicare correttezza o esprimere il proprio disappunto riguardo ad alcuni atteggiamenti delle sue colleghe. Come è accaduto dopo la semifininale disputata a Doha quest'anno contro Victoria Azarenka, in cui Vika si è infortunata alla caviglia, mostrando dolore e zoppicando tra uno scambio e l'altro ma rivelandosi, invece, estremamente mobile durante il gioco. Alla fine, la n. 1 del mondo vince il match, e poi anche il torneo, ma Aga, in conferenza stampa, non nasconde di dubitare della reale entità dell'infortunio dell'avversaria, sottolineando di aver "perduto il rispetto" per Vika e di essere dispiaciuta perché la Azarenka, così facendo, "non ha dato una bella immagine del tennis femminile". A distanza di tre mesi, la polacca fa ancora allusione a certi atteggiamenti dicendo che "È sempre bene essere onesti" e che, per quanto riguarda invece l'amicizia con la Wozniacki "la rivalità in campo non ha cambiato nulla".

Nonostante sia ormai celeberrima e amatissima in Polonia, Agnieszka, ancora una volta, dimostra di non essere incline a montarsi la testa e risponde con la solita saggezza: "Non ci sono molti altri gocatori in Polonia quindi, sì, ci si attende molto da me ma questo non mi mette troppa pressione. Quando entro in campo, non ci penso. Penso soltanto a fare del mio meglio". E, per quanto riguarda l'impatto con il primo turno in una prova del Grande Slam, la Radwanska afferma di non avere "una routine speciale, non sono superstiziosa, l'importante è fare un buon riscaldamento, avere buone sensazioni perché nel primo turno, la cosa peggiore è spesso quando non si conosce bene la superficie e si è nervosi".

Alla prospettiva di essere considerata ormai una protagonista consolidata delle "Fab 4", Agnieszka, ancora una volta, rivela un equilibrio imperturbabile: "È fantastico che la gente ci pensi già ! Ma ci sono tante ottime giocatrici in questo momento, e le Williams sono tornate. Di fronte a giocatrici esperte, si continua ad imparare [...]. Il livello, adesso, è veramente altissimo". È certamente così, ma, intanto, la tennista polacca, in finale oggi nel torneo di Bruxelles contro la Halep, potrebbe aggiungere un altro trofeo al suo già ricco palmares e compiere ancora un ulteriore passo verso l'alto.
 

Laura Guidobaldi

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