Murray: "Lendl mi è stato di grande aiuto"

30.8.2012

Andy Murray crede che il lavoro con il coach Ivan Lendl l’abbia aiutato a maturare come giocatore e come persona. Dopo il match vinto ieri contro il croato Ivan Dodig 62 61 63, il britannico ha parlato del salto di qualità fatto a partire da Wimbledon con la finale dello slam e l’oro conquistato. Il merito delle sue prestazioni viene attribuito dallo scozzese sia all’allenatore sia al suo staff che lo segue da anni.

“Ivan è stato sicuramente di aiuto – ha detto Andy davanti ai microfoni dopo il match con Dodig –, come pure gli altri ragazzi che sono con me da cinque o sei anni dando quella costanza che è stata altrettanto importante. Perciò è stata una combinazione delle due cose”.

Anche dopo la prima partita di lunedì, vinta contro Alex Bogomolov, Andy aveva menzionato l’’oro conquistato alle Olimpiadi: “Dopo quel match sapevo che, qualsiasi cosa uno abbia portato a termine come giocatore, ne era valsa la pena, poiché è stata la più grande vittoria della mia carriera fino ad allora. Ho subito pesanti sconfitte. Gioco a tennis a certi livelli da quando mi sono trasferito in Spagna quando avevo quindici anni, perciò sono 10 anni che gioco. Ho accusato molti dubbi dopo le sconfitte. Anche dopo la finale di Wimbledon di poche settimane prima, uno ha molti dubbi su se stesso. Ma vincendo una partita come quella è come se dimenticassi tutte quelle cose. Le ultime settimane sono state divertenti. Me la sono spassata. Mentalmente sento di essere in un buon posto. Fisicamente penso che tutti i giocatori saranno stanchi dopo una lunga stagione. Ma questo è l’ultimo major dell’anno, perciò bisogna spingere fino in fondo.”

Andrea Mancini