03/09/2012 10:17 CEST - US OPEN 2012

La pioggia salva Masha

TENNIS - Sotto di un break nel terzo, Sharapova beneficia di una pausa di un'ora per pioggia e batte 61 46 64 Petrova. Bartoli recupera e schiaccia Kvitova: 16 62 60. Redazione

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Maria Sharapova (Photo by Mike Stobe/Getty Images)
Maria Sharapova (Photo by Mike Stobe/Getty Images)

Bartoli b. Kvitova 16 62 60

Che vittoria di Marion Bartoli! Dominata per un set, la francese non molla un centimetro, anzi sembra ricaricarsi e guadagnare energia con il passare dei game. Kvitova ha punte di gioco più alte. Per un set e mezzo è lei a tenere in mano la partita, a determinare le fluttuazioni del punteggio. Quando trova bene la palla, come nel primo set, Bartoli è poco più che spettatrice. Ma la francese è giocatrice testarda, che non allenta mai l'attenzione. Le sue geometrie, la sua maggiore resistenza alla distanza mandano Petra in confusione totale, al limite della crisi di pianto. E Kvitova si arrende perdendo gli ultimi otto game del match.

Non ci sarà dunque il quarto di finale tra Kvitova e Maria Sharapova. Bartoli vince con pieno merito: ha meno vincenti (18 a 21) ma a sbagliato molto meno (15 gratuiti a 29) e raccolto quasi il doppio dei punti con la prima.

Pronti via, e Kvitova è già avanti 3-0 e servizio, ma restituisce uno dei due break con quattro gratuiti di fila. E' un rischio calcolato per chi, come Petra, ha un tennis aggressivo e insieme istintuale. Un tennis molto diverso da quello attentamente costruito da Marion Bartoli e papà Walter, fatto di schemi precisi e gesti ripetuti fino all'ossessione, con e senza palla.

Nel sesto game, il più lungo del set, Petra concede altre tre palle break ma trova conforto nel servizio e si salva grazie a due risposte sbagliate di Bartoli e a un ace sporco prima di disegnare un passante incrociato di rovescio da applausi e completare il game con un'altra prima vincente.

Nel primo set, però, pur servendo il 74% di prime, Bartoli non riesce mai a tenere il servizio. Segno che la francese incide poco, che è la ceca a dominare gli scambi. Se poi, come capita alla francese, fai anche fatica a tenere in campo la risposta nei punti che contano, il compito diventa impossibile o quasi.

Col dritto, Kvitova fa praticamente quello che vuole, nel bene e nel male. Bartoli, nonostante il punteggio severo del primo set e le corse cui la costringe la ceca, resta viva e concentrata. Attenzione che invece difetta a Petra. Improvvisamente, la ceca sembra spaesata, confusa, si muove male e non riesce a trovare il campo. Certo l'agilità non è mai stata il suo forte, ma i difetti di mobilità, soprattutto in uscita dal servizio, si fanno più evidenti. Mentre la Bartoli, che instancabilmente corre, saltella e mima i colpi tra un punto e l'altro, resta iper-attiva. Con un paio di errori evitabili (saranno 15 a fine set contro i 5 della francese), Bartoli si ritrova avanti di un break (2-1). La francese sbaglia molto meno, l'amnesia di Kvitova continua e le costa il secondo break di fila (4-1).

Uno scambio di break, entrambi a zero, portano Bartoli a servire per il secondo set sul 5-2. E con un servizio vincente, al secondo set point, la francese chiude il parziale mentre Kvitova si prende un toilet break non brevissimo prima del terzo.

Se sperava che la pausa fisiologica le restituisse anche lucidità, Kvitova è rimasta delusa. Anzi apre il set decisivo con due doppi falli consecutivi e il break ceduto a 15, il secondo di fila, nel game d'apertura. Ha gli occhi che fissano il vuoto, Petra, quando Bartoli piazza un tracciante in diagonale di risposta e sigilla il nuovo break, a zero, che allunga a cinque la serie di game di fila.

La francese risponde sempre più preciso, sempre più profondo, sempre più forte. Petra ormai è totalmente fuori dalla partita, appare mossa dalla casualità. Non ha idee, non sa più cosa fare: anche il nastro diventa nemico, quando avvelena il dritto di Marion portandola sul 5-0 a servire per il match. Petra esce mestamente, con l'ultimo dritto lungo mentre Bartoli dà il cinque a papà Walter e si gode gli applausi del Grandstand.
 

Stosur b. Robson 64 64

C'è anche un due senza tre. Laura Robson ha superato due vincitrici di Slam: ha chiuso la carriera in singolare di Kim Clijsters prima di eliminare Na Li. Non le è riuscito, però, il tris contro Sam Stosur, campionessa in carica. Entra in campo con un carico di aspettative forse troppo alto, una zavorra di cui non si riesce a liberare, se non negli ultimi game. Annulla sette match point, trova un insperato controbreak nel decimo gioco del secondo set, ma è troppo tardi.

Soprattutto nel secondo set, torna a mostrare i limiti di maturità propri di un passato da junior ancora recente: i punti di valore non mancano, ma sono controbilanciati dai troppi regali (17 vincenti e 41 errori il bilancio). E contro Stosur, forse la miglior frontrunner della WTA, non se lo può permettere.

Stosur affronterà, con ogni probabilità, Victoria Azarenka che l'ha sempre battuta piuttosto facilmente. Laura Robson si consola con la prospettiva di guadagnare il suo best ranking: salirà infatti intorno alla posizione n.75.

La britannica è la prima a breakare, nel quarto game, grazie a una velenosa risposta di rovescio. Ma la britannica, che cerca di giocare pulito e profondo, prende troppi rischi e con una serie di gratuiti restituisce immediatamente il controbreak.

Può recriminare, Robson, per le occasioni perse nel nono game: mette lungo e spreca una prima palla break, con due rovesci in cross se ne procura una seconda ma rimane sorpresa dal rimbalzo del servizio in kick. Finisce per esagerare con la spinta da fondo nel game successivo e conclude il parziale con un doppio fallo.

Troppo altalenante anche nel secondo set Robson che subisce il break e piazza due doppi falli nell'ottavo game, il più lungo e il più bello del match: 15 minuti, 22 punti, 5 match point annullati e Stosur che chiude con un paio di dritti lunghi che tengono la britannica in partita ancora un po'. E Robson l'opportunità se la gioca fino in fondo. Cancella altri due match point, il secondo con una gran risposta di dritto. Dritto che tradisce Sam Stosur e Robson completa un insperato controbreak. Ma la rimonta si ferma qui. Stosur chiude all'ottavo match point, anche con l'aiuto del nastro.

Azarenka b. Tatishvili 62 62

Vika Azarenka continua la sua marcia, liberandosi della ventiduenne georgiana Anna Tatishvili, numero 73 del mondo e ai suoi primi ottavi in uno Slam.

La Tatishvili ha compiuto il massimo sforzo nel quarto game, quando ha ottenuto il controbreak alla seconda occasione in un game lunghissimo nel quale Vika ha compiuto qualche errore di troppo. Ritrovata però la concentrazione la bielorussa non ha più sbagliato, lasciando le briciole all’avversaria e concludendo il primo set con il punteggio di 6-2. Un dato significativo: in questo parziale Azarenka ha realizzato ben dieci errori gratuiti nei primi quattro game e solo quattro nei successivi, riuscendo a prevalere comunque dopo ben 47 minuti di gioco.

Il secondo set è una sorta di fotocopia del primo, con immediato break di Azarenka e controbreak della Tatishvili e stesso punteggio finale. Finisce infatti con un 6-2 periodico in 1 ora e 23 minuti di gioco. Ad attenderla nei quarti ci sarà la detentrice del titolo Sammy Stosur: finalmente il torneo inizierà anche per la bielorussa, che finora ha perso solo 10 game e che sarà chiamata a una prova decisamente più impegnativa rispetto a quelle finora affrontate.

Sharapova b. Petrova 61 46 64

In un derby che aveva praticamente sempre sorriso a Masha (otto vittorie su nove precedenti), la Sharapova ha superato Nadia Petrova al termine di un match bizzarro, prima dominato dalla russa più illustre, poi per pochissimo non scivolato definitivamente nelle mani dell’ex numero 3 del mondo. Il primo set è stato infatti un assolo di Maria, che ha lasciato un solo game all’avversaria; sembrava che per Masha si trattasse della solita passeggiata in attesa del quarto di finale che l’avrebbe vista contrapposta alla Bartoli. E invece, a sorpresa, nel secondo parziale la Petrova ha rialzato la testa involandosi fino al 4-0, grazie anche a ben 14 errori gratuiti dell’avversaria.

Da questo momento però la Sharapova non concedeva più nulla, raggiungendo la Petrova sul 4-4 con irrisoria facilità e procurandosi una palla che le avrebbe permesso di servire per il match. Con la bella Maria incapace di cogliere l’opportunità, ancora una volta l’incontro ha regalato emozioni: dopo aver tenuto il servizio, una Petrova in versione “o la va o la spacca” ha conquistato tre set point consecutivi, chiudendo con un dritto lungolinea che lasciava ferma sul posto l’avversaria.

L’inizio del terzo set seguiva la falsariga del secondo, finché sotto 2-0 gli dei del tennis non decidevano di intervenire in soccorso della Sharapova, con un provvidenziale acquazzone che interrompeva il match per più di un’ora. Pausa che ha riportato il match nelle mani di Masha, che ha immediatamente controbreakkato la Petrova e, nel settimo gioco, dato la spalla definitiva all’avversaria, non dandole più alcuna opportunità di rientrare in partita.

La Sharapova non è stata protagonista di una partita positiva: 4 aces e 8 doppi falli, 32 vincenti e 41 gratuiti. Per battere la Bartoli dovrà alzare il livello.

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