27/09/2012 21:57 CEST - Approfondimento

La WTA rompe con l'ITF: è la fine della Fed Cup?

TENNIS - Stacey Allaster conferma la rottura dell'accordo con l'ITF. "Ingiusto obbligare le giocatrici a giocare la Fed per andare alle Olimpiadi. Quando Maria Sharapova ha vinto il Roland Garros si è alzata la bandiera russa." Alessandro Mastroluca

 

 

 

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Stacey Allaster (Getty Images Europe Julian Finney)
Stacey Allaster (Getty Images Europe Julian Finney)

È rottura prolungata tra la WTA e l'ITF. Stacey Allaster ha confermato che non sarà rinnovato l'accordo con l'ITF per la Fed Cup. Secondo la CEO della WTA, i nuovi paletti fissati che la Federazione Internazionale vorrebbe fissare per poter giocare le Olimpiadi: le giocatrici sarebbero chiamate a giocare almeno quattro incontri di Fed Cup tra 2013 e 2016 per poter essere in campo ai Giochi di Rio.

“Pensano che sia giusto così” ha spiegato in un'intervista concessa a Steve Flink per Tennis Channel, “credono che giocare le Olimpiadi sia un premio per aver rappresentato la propria nazione. È qui la differenza filosofica tra noi e loro. Noi crediamo che le nostre atlete giochino ogni giorno per il proprio Paese. Quando Maria Sharapova ha vinto il Roland Garros, è stata alzata la bandiera russa. Rispetto ad altri sport, gli atleti del calibro dei tennisti e delle tenniste non hanno gli stessi criteri di ammissibilità con le associazioni nazionali o le loro federazioni internazionali. Crediamo che non sia giusto”.

Inizialmente, l'ITF aveva in programma di alzare a sei la soglia di match di Fed Cup da giocare per andare ai Giochi. Ora, prosegue Allaster, sembra esserci la possibilità di raggiungere una soluzione di compromesso e limitarsi a tre incontri, uno in più di quanto richiesto per l'ammissione a Londra 2012. “Pensano che vada bene, ma per noi è sempre uno di troppo – o tre di troppo. Questa decisione dell'ITF dimostrano che non hanno alcuna intenzione di cancellare il collegamento tra giocare la Fed Cup e giocare le Olimpiadi”.

In altri sport individuali presenti nel panorama olimpico, un atleta deve riuscire a fare un determinato tempo o una determinata misura (i minimi A o B nell'atletica), oppure ottenere piazzamenti di rilievo in Coppa del Mondo, Mondiali o ai campionati continentali (con varie configurazioni: tiro a volo, tiro a segno, tuffi, pugilato, tiro con l'arco). Non ci sono, però, paletti che obblighino a partecipare a un numero minimo di eventi selezionati perché quel tempo, quella misura, quel piazzamento porti alla qualificazione olimpica. Nel tennis giocatori e giocatrici ai vertici delle classifiche, eclatante il caso di Marion Bartoli e in secondo piano di Alexandr Dolgopolov, non sono andati a Londra pur avendo la classifica per entrare, proprio perché non avevano partecipato a match di Fed Cup e Coppa Davis, nel loro caso per rapporti difficili con le rispettive federazioni.

Ai Giochi di Londra, insieme alla questione dell'eleggibilità in base agli incontri di Davis o Fed Cup, si sono aggiunti ulteriori paletti discrezionali da parte dei comitati nazionali, come quello tedesco che richiede di essere tra i primi 24 giocatori del mondo. Così il principio base e più semplice, si qualificano i 56 giocatori e le 56 giocatrici meglio classificati all’11 giugno 2012, è diventato poco più di un'indicazione di principio.

D'altra parte, alla posizione di Stacey Allaster si potrebbe obiettare che in fondo si sta discutendo di tre weekend in quattro anni. Ma non è la quantità o la pesantezza dell'impegno richiesto, in cui comunque va considerata anche l'eventualità di trasvolate dall'altra parte del mondo dopo i tornei dello Slam che le top player gradiscono meno, a determinare l'opposizione.

È l'obbligo, è l'idea aristocratica che solo nelle competizioni a squadre un giocatore rappresenti la propria nazione. La decisione di non rinnovare l'accordo tra WTA e ITF apre la possibilità di vedere per la prima volta tornei internazionali organizzati nella stessa settimana in cui si giocano incontri di Fed Cup, con un potenziale detrimento della manifestazione.

La WTA ha anche presentato due proposte per rivedere il format della Fed Cup. Opzione 1: un torneo in due settimane. Nella prima settimana, 16 squadre divise in due tabelloni da otto, si sfidano a eliminazione diretta (quarti, semifinale, finale) in due diverse location. Ogni incontro consiste di due singolari al meglio dei tre set e un eventuale doppio decisivo. Le vincitrici dei due tabelloni si sfidano in una finale al meglio delle cinque partite, da giocare alternativamente a casa dell'una e dell'altra come nei playoff di basket.

Opzione 2: un World Group a eliminazione diretta, con 16 squadre che competono nello stesso luogo per una settimana, o per nove giorni, invece che per due settimane piene. “Le top player vorrebbero che la Fed Cup si giocasse in una settimana. Abbiamo anche suggerito di sospendere la manifestazione negli anni olimpici, come le atlete ci chiedono forte e chiaro. Le Olimpiadi sono le Olimpiadi: lasciamo che ogni quattro anni sia l'unico palcoscenico delle competizioni a squadre”
 

Alessandro Mastroluca

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