24/09/2012 21:37 CEST - Approfondimenti

Tennis d'autunno: conferme o sorprese?

TENNIS - L'autunno è stagione di dubbi nel tennis maschile. I tabelloni dei tornei saranno competitivi? Murray ripeterà il 2011? Che farà Djokovic? Federer difenderà il n.1 fino a fine stagione? Luca Pasta

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Djokovic - Federer
Djokovic - Federer

Da sempre, nel mondo del tennis internazionale, i giorni che seguono l'Open degli Stati Uniti sono caratterizzati da un leggero senso di stanca, di smarrimento, complici un paio di settimane popolate, parentesi Davis a parte, da tornei di calibro minore. Si ha, per un attimo, la sensazione che l'annata tennistica abbia ormai detto tutto, che i giochi siano fatti.

In realtà, nell'appassionato tale sentimento è effimero: una quindicina di giorni al massimo, e torna l'appetito, la voglia insaziabile di tennis. E la stagione autunnale entra nel vivo.

Su tennis.com, Peter Bodo analizza in un interessante articolo le prospettive, relativamente al circuito ATP, del periodo che si apre e che ci condurrà agli atti conclusivi del 2012, con il Masters e la finale di Coppa Davis.
Ecco le domande che Peter Bodo si pone, le risposte che dà e quelle che proviamo a dare noi.

1. I tornei autunnali avranno tabelloni competitivi?

Bodo sottolinea che l'anno scorso il solo Murray tra i “big four” ne giocò più di tre e ricorda che Federer bypassò l'intera stagione asiatica. Non dà risposte assolute, ma pare dubbioso. Ed infatti c'è da essere dubbiosi, e molto. La sensazione, parliamoci chiaro, è infatti che i top-players vivano la parte asiatica autunnale della stagione con un certo fastidio, che nel migliore dei casi li porta ad andare a giocare non esattamente con l'intenzione di dare tutto, quando addirittura non li conduce ad ignorare i tornei in Asia. E' giusto che il tennis esplori nuovi mercati e diventi sempre più globale né qui si vuole essere nostalgici a tutti i costi, ma non si può non notare l'assenza di atmosfera di certi tornei asiatici, non soltanto rispetto a quella che si respira nelle vecchie arene indoor europee, ma anche rispetto ad antichi appuntamenti al coperto che si giocavano in Asia ed in Oceania fino ai primi anni novanta.

Se ancora si ricordano distintamente match appassionanti tra Edberg, Becker e Lendl nei classici tornei indoor del Tokyo Seiko e di Sydney, è difficile oggi immaginare Federer, Murray e Djokovic che lottano allo spasimo per il titolo di Shanghai. (Ed a livello femminile la musica non cambia, perchè l'intensità e la gloria di tornei defunti come Filderstadt e Zurigo non mi pare oggi si possa ritrovare a Tokyo o Pechino). L'augurio è che questo autunno 2012 smentisca in parte i segnali e le impressioni ricevute negli ultimi anni, quando i top players son parsi risvegliarsi davvero solo al Masters finale, con l'eccezione del brillante autunno 2011 di Roger Federer. Se così non fosse, l'ATP e la WTA faranno bene a capire perchè ed a cercare di porvi rimedio.

2. Può Murray ripetere la perfomance dell'autunno 2011?

Sono 1750, i punti che Murray deve difendere in questo periodo, avendo l'anno scorso vinto a Bangkok, Tokyo e Shanghai. Difenderli non sarà facile, osserva Bodo, ed il rischio di veder aumentare l'ancora consistente divario che lo separa da Djokovic e Federer è alto.

Tuttavia ci permettiamo di aggiungere che è probabile che Murray in questo momento non si preoccupi di questo più di tanto. Il punto fondamentale per lui non è chiudere l'anno al terzo piuttosto che al quarto posto, ma essere diventato cosciente che anche lui è un Grand Slam winner, è un uomo capace di vincere un major e di reggere la pressione di una grande finale, e che se lo ha fatto una volta, lo potrà fare altre.

3. Vedremo emergere un nuovo eroe in autunno?

In questo caso il ragionamento di Bodo è molto acuto. Giustamente sottolinea come l'autunno non sia tanto il terreno dei giocatori che occupano posizioni alte del ranking, stanchi dopo una lunga stagione (si prenda Almagro che ha giocato 28 tornei solo per fare un esempio), quanto possa essere l'opportunità di crescita adatta ad altri giocatori. Fu in questo periodo che l'anno scorso Tipsarevic compì un netto salto di qualità. Chi lo potrebbe imitare quest'anno? Bodo snocciola i nomi di Gasquet, Raonic, Gilles Simon, Tommy Haas e Sam Querrey.

A parte Raonic, per il resto la lista non mi convince molto. Haas ha già dato molto quest'estate, di Gasquet e Querrey è difficile fidarsi, Simon è apparso appannato per tutta la stagione. Raonic indubbiamente può essere pericoloso nei tornei al coperto, per ovvi motivi “di servizio”. Volendo andare a cercare chi ha più fame, potrebbero avere molto da dare Tsonga e Monfils, il primo forse insoddisfatto per una stagione più magra del previsto, il secondo desideroso di recuperare il tempo perduto a causa dei numerosi problemi fisici di quest'anno. Il torneo di Metz con la vittoria del primo e la semifinale del secondo sembra confermare questa impressione. Attenzione poi a Martin Klizan, vincitore a San Pietroburgo e lui sì, possibile potenziale “new entry” agli alti livelli.

4. Possono i tre "pesi massimi” affermarsi?

Bodo si riferisce ai tre fisici “giganti” di Tsonga, Berdych e Del Potro. Ne ricorda poi l'autunno 2011 (molto brillante quello di Tsonga con le vittorie di Metz e Vienna e le finali di Bercy e del Masters). Cosa aggiungere? Come detto, è ragionevole pensare che Tsonga avrà stimoli significativi dopo le delusioni del 2012, in particolare nell'estate nordamericana. Da Del Potro, come scrive Bodo, non c'è da aspettarsi molto, dato il sempre assillante problema al polso. Berdych? Il solito enigma. A Flushing Meadows prima ed a Buenos Aires in Coppa Davis poi, ha mostrato grande maturità, ma ha anche speso molto dal punto di vista nervoso. Così ad occhio, lo si vede meglio al ritorno indoor europeo che non sul cemento asiatico.

5. WWND? (What Will Nole Do?) Cosa farà Nole?

E' l'ultima domanda che Bodo si pone, per lui la più stimolante. Il tiranno del 2011 è diventato democratico. Ha avuto una stagione dura, intensa, con alcune sconfitte brucianti, potrebbe essere sfibrato. Ma potrebbe anche avere una gran voglia di finire l'anno al numero uno per la seconda volta consecutiva, e questo per la gloria storica, certo, ma, osserva il giornalista, anche perchè questo potrebbe garantirgli ulteriori guadagni a livello di sponsor. Non avere punti da difendere fino a Basilea e sapere che Federer ne dovrà difendere una montagna potrebbe incoraggiarlo in un forcing autunnale finalizzato a sedersi sul trono di numero uno a fine anno. Ci riuscirà? E come Federer si difenderà?

Vedete, dubitavate forse, ma alla fine un autunno stimolante ci aspetta!

Luca Pasta

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