18/10/2012 17:56 CEST - Rassegna nazionale

La Casta dello Sport e Pietro Mennea : "Non più di 2 mandati ai presidenti!" Josefa Idem: "Le federazioni? Ambienti spiacevoli"

ATLETICA - "Dopo 8 anni si può fare altro nella vita. Serve gente giovane, motivata". Intervista dell'ex recordman mondiale dei 200 metri che come sempre non ha peli sulla lingua. "La Francia riceve 200 milioni di euro dallo Stato, il CONI più del doppio. A capo delle federazioni ci sono ancora dirigenti di quando correvo io". La federazione giamaicana dietro Usain Bolt e gli altri ha 6/8 impiegati. Quella italiana 60/70. La Idem: "Poltrone già distribuiti, soldi anche. I meriti sportivi non contano".

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Pietro Mennea
Pietro Mennea

Questo è uno stralcio di un'intervista resa da Pietro Mennea al collega di Repubblica Pasquale Notargiacomo.

Lei è un veterano olimpico, bastano le 28 medaglie di Londra per parlare di uno sport italiano in salute?
"Le medaglie sono importanti, però vorrei fare una considerazione. La caratteristica dello sport italiano è che quasi tutte le medaglie arrivano dai tesserati dei gruppi militari (mi sembra che a Pechino fossero più del 75% e a Londra forse anche qualcosa di più). Lo sport d'elite, dipende dai gruppi militari, senza è nulla".

E questo che le fa venire in mente?
"Siamo paragonabili ai vecchi paesi dell'Est che non esistono più, dove gli atleti erano tutti militari. Questo non per denigrare, ma per evidenziare una realtà".

Ogni anno le federazioni ricevono circa 408 milioni di soldi pubblici
"Da questo punto di vista lo sport italiano è uno dei più ricchi al mondo, perché se si aggiungono alla quota fissa dello Stato, le risorse dei gruppi sportivi militari, le agevolazioni fiscali e tutte le sponsorizzazioni otteniamo un fiume di denaro difficile da trovare in altri paesi. La Francia per esempio, che è arrivata prima dell'Italia nel medagliere di Londra destina allo sport 200 milioni di euro l'anno".

Sta parlando di sprechi?
"Le faccio un esempio. Sa quanti impiegati ha la federazione giamaicana di atletica, una delle prime al mondo? Tra i 6 e gli 8, l'Italia non credo ne abbia meno di 50-60. Il nostro è un sistema piramidale che va rivisto. Le federazioni devono essere strutture snelle, più veloci, devono lavorare sulla competitività. Gli sprechi si verificano per queste strutture così pesanti".

E a livello di dirigenti?
"È mai possibile che a capo di una federazione ci siano sempre le stesse persone? Ci sono ancora alcuni dirigenti di quando correvo io. C'è bisogno di gente motivata, dopo 20-30 anni nello stesso posto si scoccerebbe chiunque"

Il 61.9% dei presidenti federali uscenti ha più di 60 anni
"È urgente un ricambio generazione. Serve gente giovane, ma preparata. Perché non mettere un limite di 2 mandati agli incarichi? Dopo 8 anni si può anche fare altro nella vita".

E Josefa Idem dal canto suo in un'intervista resa a Alessandra Retico di Repubblica; "Alle donne non piace investire energie e idee in ambienti spiacevoli che funzionano con meccanismi tutti maschili"

Retico: "Prego?"

Idem: Hanno regole già fatte, poltrone già distribuite, soldi anche. Tutto il resto è accessorio. I meriti sportivi non contano: nelle federazioni si decide di premiare chi o cosa interessa a qualcuno al di là dei risultati. (nota di UBS: mi piacerebbe sentire Sara Errani e Flavia Pennetta al riguardo, o i loro genitori. Ma si pronunceranno mai?) Se come atleta vai a chiedere un contributo, ti senti un pezzente. Io non l'ho mai fatto, nè me la sentirei di adare al Governo dello Sport (ll CONI): come quando devi entrare in una casa che da fuori vedi sporca. Vai ad abitare da un'altra parte"

Retico: "Così non cambia mai...che soluzioni proporrebbe?"

"Non ti puoi candidare al consiglio federale se non hai fatto passaggi d'obbligo, formazione, esperienza, carriera dirigenziale. Invece adesso è tutto il contrario. le donne se non si sentono all'altezza rinunciano e rimangono dove sono. Gli uomini si buttano nel mucchio del potere. Ora più che mai servono etica e responsabilità, nello sport, nel Paese. 


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