10/11/2012 23:19 CEST - Personaggi

Frederik Nielsen: "Non gioco a tennis per i soldi"

TENNIS -Nielsen ha vinto Wimbledon in doppio con Marray. Sono in semifinale al Masters. Ma torna al singolare "Non gioco a tennis per soldi. Se lo facessi non sarei felice". In serie A, però, ha perso da Burzi. Da Londra, Alessandro Mastroluca

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Frederik Nielsen, a sinistra, e Jonathan Marray (Getty Images Europe Julian Finney)
Frederik Nielsen, a sinistra, e Jonathan Marray (Getty Images Europe Julian Finney)

“Non sono nel tennis per giocare con Johnny”. Parola di Frederik Nielsen, che nell'ultimo anno si è preso le migliori soddisfazioni in doppio con Jonathan Marray. Insieme, hanno vinto Wimbledon e sono stati i primi a qualificarsi per le semifinali del Masters. Eppure Nielsen ha deciso: basta col doppio, torna a giocare il singolare.

“Per me il successo non è solo soldi e coppe” ci dice. “Il successo è un concetto relativo. Se mi piace quello che faccio e mi alzo col sorriso, questo per me è successo. Mi piace la competizione, il cameratismo tra i giocatori, anche ai livelli più bassi. Questo è un grande torneo, ma è una settimana all'anno. E ci sono altre 51 settimane. Mi piace tornare a giocare eventi più piccoli. Per me non c'è differenza tra giocare il doppio qui o a Wimbledon e giocare il singolare in qualche torneo minore, anche se l'anno scorso a quest'ora sarei stato a chiedermi cosa non aveva funzionato nelle qualificazioni a Loughborough. Mi piace la mia vita, mi piace ogni secondo della mia vita. Non voglio sacrificare la qualità della vita per i soldi o per le coppe: se avessi cambiato la mia filosofia, la mia visione della vita per giocare il doppio, allora non sarei stato felice. Mi vedo come un giocatore di tennis. E essere un doppista non è la ragione per cui gioco a tennis”.

Frederik è il nipote di Kurt, due volte finalista a Wimbledon, scomparso nel giugno 2011: nel 1953, quando batté Rosewall nei quarti prima di cedere a Vic Seixas, e nel 1955, perdendo da Tony Trabert. Aveva però vinto il titolo junior ai Championships, nel 1947, diventando il primo danese a conquistare uno Slam. Ne vincerà anche uno da senior, in doppio misto con Althea Gibson, agli Us Open del 1957. In carriera ha portato a casa 50 titoli nazionali e 30 tornei internazionali, giocando 96 incontri di Davis, con 53 vittorie e 43 sconfitte. Ha giocato anche con Rino Tommasi, al torneo di Pedavena del 1955. “Mi ha battuto 7-5 7-5, ma ero avanti 5-2 nel secondo” ricorda Rino. “Purtroppo la carriera dei giocatori mediocri è fatta di grandi sconfitte”.

“Tutta la mia famiglia è coinvolta nel tennis” ha spiegato Frederik, “non solo mio nonno. Mia madre e mio padre si sono conosciuti grazie al tennis. Fondamentalmente sono cresciuto sui campi da tennis. Ho sempre tirato contro il muro di casa, che non era nemmeno dritto, perciò la palla rimbalzava da tutte le parti. Giocavo con una Donney arancio e blu elettrico, mi ricordo. Credo di essere nato con l'amore per questo sport”.

Adesso in singolare è numero 362 del mondo. “Per anni ho cercato di migliorare il mio ranking, perché pensavo fosse quello che un giocatore dovesse fare. Poi ho capito che questo modo di fare, che questo modello, non funziona per me. Per me funziona provare a divertirmi e dare il meglio. Chiaro che voglio arrivare primi 50 o primi 100, ma non è quello l'obiettivo su cui ho basato la mia carriera”.

Dall'anno scorso, Nielsen sta giocando in serie A con il Tennis Park di Genova. “Adoro giocare la serie A, per me Genova, il Park, è la mia seconda casa. Amo l'Italia, è un'altra parte del tennis per me. E l'esperienza a livello di club è per certi versi inestimabile. È una grande sensazione. Conoscere altre persone è una parte fondamentale della mia vita e lì ci sono persone eccezionali. Giannessi” suo compagno di squadra insieme a Fabio Fognini, “è un grandissimo uomo di squadra, è simpaticissimo”.

Nell'ultima giornata, a Cagliari, Nielsen ha perso in due set da Burzi (63 64). è questa la realtà cui appartiene, il Masters o Wimbledon sono piacevoli eccezioni. “Questo torneo è straordinario, ma dura una settimana l'anno. E un anno è fatto di 52 settimane”. E per Nielsen è meglio riempirle giocando contro quelli come Burzi che in coppia con uno come Marray. La vita, in fondo, è fatta di priorità. E la sua priorità, la sua felicità, sta nelle piccole cose. Chissà se in Italia gli hanno fatto ascoltare Albano e Romina Power...

Da Londra, Alessandro Mastroluca

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