12/11/2012 16:40 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Murray, "delfino" del tennis

TENNIS - La sconfitta di ieri, davanti ad un pubblico poco riconoscente, ha fatto ricadere i soliti, ingiusti dubbi su Murray. Che ha già vinto parecchio: non tutti possono essere squali come Federer e Nadal. F. Romagnoli

| | condividi
Andy Murray (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Andy Murray (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Dopo la sconfitta di ieri sera contro Federer in Coppa Davis a Basilea, vediamo di fare il punto sull'annata di Andy Murray... come dite? Non era Coppa Davis e non era a Basilea? Strano, perché a giudicare dal pubblico... non che la cosa abbia influito più tanto in realtà, il Murray di ieri sera è stato un flop su tutta la linea, non si può però nascondere un certo fastidio nel veder trattato così, a Londra, colui che ha riportato un torneo dello Slam in Gran Bretagna dopo 76 anni.

Facciamo il punto dicevamo, sul 2012, quindi sulla carriera, visto quanto cruciale s'è rivelata questa stagione.
Per farlo sono necessarie due precisazioni. La prima riguarda il peso delle Olimpiadi: chi segue il tennis è diviso in due fazioni al riguardo, fra chi le sminuisce relegandole a torneo di serie C, e chi invece ciancia di torneo paragonabile agli Slam. Incredibilmente, quasi nessuno si pone a metà strada, quando è palese che si tratti dell'unica soluzione plausibile.

A chi dice che siano un torneo di serie C: solo perché sono state vinte da Rosset e Massu? Delegittimiamo anche il Roland Garros del 2004 a Gaston Gaudio allora? Non aveva e non ha mai più superato un ottavo di finale di Slam e non ha mai raggiunto una finale Masters Series. Eppure quello è stato il torneo della vita, lo ha vinto e se lo tiene, e non si può in alcun modo delegittimarlo. Così vale per le Olimpiadi nel 1992 e del 2004: il fatto che fossero due giocatori di peso medio non inficia in alcun modo quanto realizzato in quei tornei (tornei entrambi con un tabellone ultra-competitivo).

Insomma le Olimpiadi hanno un grande valore, sicuramente superiore a quello dei Masters 1000 (come dimostra una Coppa Rogers a dir poco boicottata quest'anno) e paragonabile a quello del Masters di fine anno. Allo stato delle cose sono anche l'unico torneo che offra un match di tre set su cinque, tolti Slam e Coppa Davis.

A chi invece sostiene che valgano un Major, la risposta non può che essere una sola: non esageriamo.

Dunque, volendo vedere il 2012 come un anno con due Masters di fine anno, Murray se n'è aggiudicato uno, ha vinto lo US Open ed è arrivato in finale a Wimbledon: niente male. Ciononostante Djokovic e Federer sono stati un po' più continui, e lo si riscontra anche negli scontri diretti, dei pur onorevolissimi 4-3 e 3-2 che sommati alla classifica lo piazzano senza discussioni sul terzo gradino del podio.

La seconda precisazione riguarda il senso delle proporzioni, che ormai causa Federer-Nadal è andato del tutto perso: se non si vincono Slam a raffica si è tacchini, polli, senza attributi, incapaci, eccetera eccetera. Volgendo uno sguardo indietro però ci accorgiamo che sono molti i grandi tennisti del passato che hanno vinto uno-due Slam e una manciata di altri trofei medio-grandi a contorno: Stich, Chang, Cash, Muster, Kafelnikov, gli stessi Roddick e Ferrero. Nonché l'Adrianone nazionale. Credo che nessuno oserebbe mettere in dubbio la statura di questi tennisti: beh, Andy Murray a 25 anni ha già vinto quanto ognuno di loro, se non più.

Eppure nel suo caso sembra non andare bene: Federer e Nadal hanno obbligato tutti gli altri a dover essere Federer e Nadal, a dover vincere sempre pena il non riconoscimento di traguardi pur straordinari. Persino la vittoria di uno US Open viene cancellata in dieci minuti da una sconfitta a Shanghai.

Chi scrive crede che il tennis meriti un po' più nobiltà di quanta gli venga applicata da simili comportamenti: Murray è già nella storia del tennis e può solo migliorare. Se non lo facesse, rimarrebbe comunque un grande giocatore, con un curriculum che in altre epoche sarebbe stato apprezzato ben di più. Del resto non tutti sono squali feroci come Nadal, Federer e Djokovic (non è un dispregiativo, si parla della loro mostruosa competitività), ogni tanto sbuca anche qualche delfino.

E se questo delfino contro tutto e tutti riesce a vincere uno Slam quando, siamo onesti, quasi nessuno ci credeva più, allora forse è il caso di ringraziare il tennis. Uno sport in cui tutti avessero la stessa personalità non sarebbe così appassionante: servono anche i giocatori che fanno soffrire (e Murray ci riesce molto bene).

Federico Romagnoli

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti