24/12/2012 15:16 CEST - L'INTERVISTA

Un posto al sole per Brian Baker

TENNIS - Dopo un salto di 395 posizioni Brian Baker si prepara per l'anno della verità. In un'intervista all'ATP lo statunitense ha spiegato come si preparerà per la prossima stagione. Daniele Vallotto

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Brian Baker (Getty Images)
Brian Baker (Getty Images)

Pronti per un nuovo botto? Quattro infortuni e sette anni dopo il primo crack sembra che Brian Baker lo sia. Il 2012 è stato l’anno della rinascita di una delle più grandi promesse del tennis statunitense mentre il 2013 sarà l’anno della verità. L’anno che ci dirà se c’è ancora posto per i sogni di Baker. Come spesso è successo nella sua carriera il 2012 è stato un anno di exploit inattesi. A fine 2011, appena tornato a giocare dopo mesi di inattività, centra la finale al challenger di  Knoxville battendo tre top-200 di fila. Quest’anno a Nizza, al rientro in un main draw di un torneo importante dopo il magico US Open del 2005, Brian conquista la prima finale ATP della carriera, persa contro l’esperienza e la freschezza di Almagro. Ma il momento migliore per il ventisettenne di Nashville arriva a Wimbledon dove conquista sei vittorie consecutive che lo portano agli ottavi di Wimbledon passando per uno dei tanti purgatori della sua carriera, in questo caso i match di qualificazione. Pazienza se il finale di stagione non è stato all’altezza di quei clamorosi picchi (dopo Wimbledon ha raccolto 3 vittorie e 10 sconfitte), il bello sembra che debba ancora arrivare. In un’intervista concessa all’ATP lo statunitense ha parlato dei suoi obiettivi per l’anno prossimo e ha spiegato come si sta preparando in vista di una stagione speciale, dato che a inizio 2012 si trovava al numero 456 del ranking.

D: Quando hai terminato la stagione, dove ti stai allenando e con chi?
R: Ho finito la stagione a Basilea, in ottobre. Sono tornato a Nashville per un paio di settimane. Poi mi sono allenato a Jacksonville con Todd Martin per un po’ e anche a Saddlebrook, a Tampa.

D: Dove stai puntando di migliorare il tuo fisico?
R: Ho avuto un bel po’ di infortuni in passato per cui ho molto su cui lavorare. Ma il principale obiettivo è diventare più forte nelle articolazioni, specialmente l’anca che mi ha dato molti problemi. Anche la flessibilità, penso sia stata una delle ragioni dei miei problemi. Normalmente passo un paio d’ore in campo alla mattina e al pomeriggio. Dal punto di vista dell’allenamento faccio esercizi di riabilitazione. Cerco di bilanciare le cose.

D: Dati i tuoi precedenti infortuni, quanto sei stato cauto nella tua preparazione per il 2013?
R: Devo sempre tenerlo in mente. Non devo passare il limite. So che devo essere il più in forma possibile per giocare e vincere come vorrei ma so anche che non posso fare passi indietro. Voglio fare tutto il possibile per migliorare ma non voglio rischiare di farmi male perché ho esagerato il carico di lavoro.

D: Sei riuscito a giocare 25 tornei quest’anno. Come giudicheresti il mondo in cui il tuo corpo ha tenuto? È stato come te l’aspettavi o ha superato le tue iniziali aspettative?
R: Quando sono tornato le mie aspettative erano piuttosto basse per cui le ha superate. Quando ho cominciato ho giocare parecchi match e tornei penso di aver capito che il mio corpo poteva farcela. Alla fine dell’anno ero un po’ stanco sia fisicamente sia mentalmente ma sono stato in grado di evitare i problemi e giocare 25 tornei.

D: L’Australia è conosciuta per avere condizioni afose. Mentre ti prepari per la tua prima trasferta Down Under da professionista dal 2005, cosa puoi fare per prepararti al caldo?
R: È difficile perché quando mi allenavo in Florida la temperatura più alta era intorno ai 25 gradi ma in Australia può raggiungere punte più alte. Giocherò due tornei prima degli Australian Open così spero di abituarmi al caldo quando arriverò a Melbourne. Più sei in forma, più velocemente ti abitui a quelle condizioni. L’unica cosa che puoi fare è allenarti con un clima caldo ed essere nella miglior forma possibile in modo che non si riveli un brutto colpo per il tuo corpo.

Qui il link all'intervista.

Daniele Vallotto

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