23/02/2013 00:16 CEST - ATP Marsiglia

Simon doma Del Potro, in semi derby con Tsonga

TENNIS - Dopo aver salvato 5 match-point, Tsonga supera Tomic. Sfiderà Simon che piega Del Potro. Vittoria sofferta anche per Berdych contro Janowicz. Il ceco affronterà Tursunov. Da Marsiglia, Laura Guidobaldi e Christian Turba. Ascolta l'audio di Tursunov - Del Potro

 

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Dmitry Tursunov
Dmitry Tursunov

Dmitry Tursunov (RUS-Q) b Gilles Muller (Lux) 7-6 (7) 1-6 7-5
 

Da qualificato a semifinalista. Non male per un « grande vecchio » del circuito come Dmitry Tursunov, sprofondato alla 119esima posizione del ranking e capace quest’oggi di raggiungere il penultimo atto di un torneo ATP  20 mesi dopo ‘ultimo (Hertogenbosch 2011).E, per rompere questo digiuno, il 30enne russo ha dovuto sudare sette camicie di fronte a un Gilles Muller brillantissimo per tutto il corso di questa settimana.
Difficile da pronosticare, questa partita s’incalana subito sui binari dell’equilibrio: i due tengono con relativa facilità quasi tutti i turni di servizio e l’ovvia conclusione del set è il tie-break. Qui Tursunov –leggermente più brillante durante il set- fa valere tutta la sua esperienza e vince per 9 punti a 7
Stremato per lo sforzo profuso, il moscovita esce completamente dal match nel secondo parziale, subendo il break d’entrée. Scarico e fermo sulle gambe, Dmitry perde totalmente il controllo del suo dritto –con errori “banali” di posizionamento del corpo- e non fa male nemmeno al servizio, tanto da ottenere solo il 44% di punti con la prima nel corso del set. Della sua defaillance approfitta al meglio un Muller superbo: estremamente ispirato e vagamente somigliante a Greg Rusedski (nel look, nel mancinismo, in generale nel gioco..), il mancino lussemburghese aggredisce il servizio avversario e crea gioco alla maniera di un Llodra, persino con miglior qualità nei colpi da fondo –splendidi alcuni attacchi incrociati stretti da “ mancino. In quattro e quattr’otto, il numero 70 mondiale ottiene altri 2 break chiudendo il set sul 6-1 e rimandando l’esito finale al 3° set
Sulle ali dell’entusiasmo, Muller avrebbe l’opportunità di prendere il largo, ma qualcosa in lui si blocca: la costruzione del punto è sempre perfetta, ma al momento di scendere a rete per raccogliere i frutti delle sue geometrie il 29enne di Laudelance esita, resta inchiodato alla linea di fondo oppure scende tardivamente. Il russo, così si salva e, pian piano, riprende confidenza. Sul 3 pari, approfittando di 2 doppi falli consecutivi dello sfidante, l’ex numero 20 si procura persino una palla break, ma Muller l’annulla alla grande con uno dei numerosi ace della sua partita (27 in totale). L’ovvia conclusione del match sembra un ulteriore tie-break, ma come nella sfida Del Potro-Llodra di ieri sera, il “creativo” Muller si blocca: Tursunov, sentendo odore di vittoria, aumenta l’efficacia del suo dritto anomalo e si procura un match point. Qui il lussemburghese serve un’ottima prima in slice, ma nuovamente tarda nella discesa a rete e, in luogo di una volée, è costretto a giocare un attacco in dritto lungolinea su cui il russo si avventa come una faina per il passante incrociato decisivo.

Una grande gioia per Tursunov: composto come pochi, però, il russo si preoccupava subito –ai microfono della TV francese-di come avrebbe fatto a disputare le qualificazioni a Dubai..
Continua in ogni caso la “favola” del 30enne di Mosca, che dopo il calvario vissuto negli ultimi due anni (un infortunio alla caviglia gli aveva causato 3 interventi e 6 mesi di stop) torna a livelli che più gli competono. Cosciente delle difficoltà passate, in conferenza stampa il vincitore della Davis 2006 ha affermato che “ci vorrà un po’di tempo per tornare ai vertici, ma intanto cerco di tenermi in salute e sento di riuscire a comprendere il gioco meglio di prima” : effettivamente, riguardando gli ultimi game del match, Dmitry è stato un maestro nel prevedere in anticipo la direzione degli attacchi di Muller in modo da non lasciargli campo aperto e contrastarlo efficacemente. Da segnalare che il russo si è trovato a “fronteggiare” un collega in procinto di effettuare un’inchiesta sui controlli antidoping: rimasto interdetto per la domanda inaspettata, Tursunov si è limitato a rispondere di esser stato controllato per l’ultima volta a fine 2012, non ricordandosi in quale torneo.
 

Non sarà contento, invece, il lussemburghese, uscito sconfitto da un match in cui ha ottenuto più punti (101 contro 87), più break (3 contro 1) e in cui ha servito meglio (non solo 27 aces, ma l’87% di punti dalla prima): soprattutto, un match in cui 90% del gioco e dei punti da “circoletto rosso” li ha realizzati lui. Come Llodra con Del Potro, Muller paga la legge dell’Open 13 2013, che vede i “creativi” estasiare la folla, realizzare punti impossibili, sfiorare la vittoria ma finire col perdere dai “picchiatori”: a differenza di Mika, però, Gilles potrà rimproverarsi di non aver saputo “carpere diem” a inizio 3° set e di non aver sfruttato appieno il suo potenziale a rete. Poco male: la bella vittoria con Gasquet resterà per lui un buon viatico per un 2013 da protagonista..

Jo Wilfried Tsonga (Fra-3) b Bernard Tomic (Aus) 4-6 6-3 7-6 (10)

Con le unghie e con i denti oltre l’ostacolo: questo è finora il motto della sua carriera e questo è stato anche stasera. Jo Wilfried Tsonga si fa paura, si trova per 5 volte a un punto dalla sconfitta ma alla fine riemerge e batte Bernard Tomic al termine di un match straordinario- sotto lo sguardo attento del capitano di Davis Arnaud Clement e di Sebastien Grosjean- confermando di avere tutte le carte in regola per replicare il successo ottenuto in questi lidi nel 2009.

Il primo set è fin da subito equilibrato. Tsonga, più offensivo rispetto all’esordio con Davydenko, prende in mano il pallino del gioco e si procura 4 palle break nei primi due game di risposta: Tomic, da canto suo, è bravo ad annullarle e contrastare la potenza del francese con l’efficacia dei suoi colpi da fondo. Sul 3 pari e servizio Tsonga, l’australiano trova due risposte fortunose sulla linea: confuso, il padrone di casa perde per due volte il controllo del dritto e con due gratuiti regala il primo break dell’incontro. Il numero 46 del mondo non si fa intimorire dal tifo sfrenato dei marsigliesi per il loro beniamino e porta a casa il primo set
Come il pugile cui viene sempre associato, Cassius Jo incassa ma non va al tappeto, anzi strappa il break in apertura di secondo set e lo conserva senza problemi, continuando a servire con efficacia e martellare da fondocampo. SI arriva così al terzo set, e di colpo l’intensità raddoppia: i due sfidanti sono al loro massimo e prendono rischi, ma senza sbagliare più di tanto e senza che nessuno dei due abbia chiaramente il sopravvento sull’altro. Tsonga costruisce i punti perlopiù col servizio e il dritto anomalo, mentre il 20enne di Sydney sfodera numerosi rovesci lungolinea da antologia.
Emblema del set è l’interminabile settimo game, vinto da Tomic ai vantaggi dopo aver annullato due palle break. Salvatosi, e dopo aver rischiato grosso quando sul 4-5 si fa rimontare da 40-0, l’australiano ritrova costanza nel suo gioco: questo match combattutissimo si conclude quindi nel migliore dei modi, con un tie-break al cardiopalma scandito dall’esultanza sfrenata del pubblico per i punti di Tsonga e dagli –evitabili-fischi verso Tomic, “reo” di aver protestato presso il giudice di sedia..Il tutto procede sui binari dell’equilibrio,  tra scambi lunghissimi, errori e vincenti, finché Jo-jo non perde per l’ennesima volta la misura del dritto, regalando 2 match point all’australiano: il primo lo annulla col servizio, mentre sul secondo un dritto steccato di Tomic esce di un soffio. Ripreso, Bernie non si arrende e si procura altre 3 balles de match: come un torero in un arena, Tsonga si esalta al richiamo della folla e li annulla tutti, prima di ribaltare la situazione e chiudere 12-10 grazie a un ace.  Crediamo che Jean Francois Caujolle abbia pregato tutti i santi del paradiso pur di non vedere il principale “scalda-folle” del suo torneo eliminato..
Esame superato per il leader transalpino: pur nella sua altalenanza, il numero 8 mondiale ha sostanzialmente tenuto in mano il gioco per l’intero match e dimostrato una freddezza nei  punti chiave che ultimamente gli era venuta meno. Certo, occorrerà vedere se contro un top 10 Cassius Jo saprà restare altrettanto freddo, ma intanto il francese ha dimostrato di essere forte in ogni zona del campo:  tenendo conto che la sua risposta, deficitaria a fine 2012, sta tornando pian piano a livelli più consoni, si dovrà contare sicuramente su di lui per i Master 1000 e gli Slam..Ora, il tennista di Le Mans è atteso da una semifinale dura contro Simon o Del potro: in entrambi i casi, avrà bisogno del sostegno del suo “dodicesimo uomo”, il pubblico. “ Il pubblico è straordinario e mi dà una grande mano –ha confermato Jo in sala stampa-. Sento che sto rispondendo meglio e questo va bene per la mia fiducia: il mio obiettivo sarà arrivare a padroneggiare questo colpo e saper sempre cosa fare, se entrare a tutta o giocare un colpo interlocutorio”
Delusione invece per Tomic, chirurgico nello sfruttare le palle break (2/2)  e a un passo da una grande vittoria sfuggitagli per l’inesperienza che l’ha portato a giocare troppo sulla difensiva i 2 match point sul suo servizio: resta comunque un buon torneo per il giovane prodigio australiano, che con le sue prestazioni dà continuità al titolo ottenuto a Sydney e promette di scalare nuovamente il ranking, dopo una stagione 2012 al di sotto del suo talento.
 

Tomas Berdych (CZE-1) b Jerzy Janowicz (Pol-7) 6-3 6-7 (0) 6-3

Sebbene fosse stato programmato in mezzo ai match di due francesi, c’era grande attesa per il quarto che opponeva Tomas Berdych e Jerzy Janowicz: un inedito a livello ATP, ma soprattutto il confronto tra due “bombardieri” dotati però di gran talento, due tennisti che nella giornata di grazia possono battere chiunque..Un confronto interessante, come dimostra la quantità di pubblico presente, egualmente ripartita nel tifo tra il numero 6 mondiale e il finalista dell’ultimo Bercy: alla fine vince il più forte per il rotto della cuffia, come accaduto mercoledì con Gulbis
Il ceco –vincitore a Montpellier nel 2012, a due ore da qui e su una superficie simile- parte coi favori del pronostico e subito li rispetta: sul 2 pari e servizio Janowicz, Tomas azzecca un paio di risposte nei piedi dell’avversario e, complice qualche errore di dritto di quest’ultimo, conquista il break. Con il servizio di un Berdych in giornata, prendere un break significa metterlo in cassaforte: 6-3 in pochi minuti e tutto rinviato al secondo parziale.
Un secondo parziale chiaramente dominato dai servizi, coi due che giocano più o meno a specchio: Berdych è più “esplosivo” e i suoi colpi mirano sovente alla linea di fondo, mentre il polacco cerca di fare la manovra, ottiene il massimo dallo schema servizio-dritto ma –a causa delle palle, a quanto detto nella conferenza stampa di ieri-non riesce a ripetere i drop-shot che ne avevano contraddistinto la cavalcata a Bercy e viene quindi a mancare di un’arma importante per scardinare il ceco. In ogni caso, il22enne di Lodz cresce esponenzialmente col passare del set e lo dimostra al tie-break, un tie-break giocato con rara perfezione: subito un doppio minibreak favorito dagli errori di Berdych, poi ace, dritto vincente a fil di riga e una risposta al fulmicotone in dritto incrociato per chiudere con un umiliante 7 a 0.
A questo punto qualcuno penserebbe che l’inerzia del match si sia ribaltata: quel qualcuno non ha fatto i conti con la freddezza glaciale di Berdych. Affatto sconfortato dal cappotto subito, il favorito n. 1 del seed si rimette in carreggiata e non concede nulla sui suoi turni di servizio, salendo al contrario più volte 0-30 su quello avversario.  Sul 3-2 Berdych il fotografo ufficiale del torneo cade, suscitando l’ilarità generale: Janowicz non si scompone e tiene la battuta, ma nel turno successivo incappa in qualche errore di troppo con la prima. Da vero top 10, l’allievo di Tomas Krupa ne approfitta e ottiene un nuovo break, mettendo fine alla contesa col punteggio di 6-3 6-7 6-3
Pericolo scampato per un altro favorito del torneo, dunque. Ora Tomas troverà in semifinale Tursunov (che in conferenza stampa si era augurato di trovare lui al posto del polacco..): dato il gioco sostanzialmente speculare e la buona forma del ceco costui resta ampiamente favorito, ma mai dire mai..
Buoni riscontri anche per Janowicz, che comunque sia andata è rimasto affascinato da Marsiglia per il “good wine”, le “nice girls” e l’hotel con vista mare (ipse dixit) e che ha confermato di non essere una meteora. Certo, il giorno in cui il numero 26 del mondo ritroverà un certo tipo di varietà nel suo gioco, allora potrà seriamente pensare di salire fino alla top 10.. 

Gilles Simon (Fra-6) b Juan Martin Del Potro (Arg-2) 6-4 6-3

Con un match che rasenta la perfezione, Gilles Simon batte in 2 set un Del Potro visibilmente stanco e leggermente menomato da un infortunio alla coscia occorso a fine del primo set.

Il primo set procede in modo lineare, per non dire monotono. Il gioco di Simon disturba l’albiceleste, il quale non trova chiavi per scardinarlo. Juan Martin appare più volte sulle gambe e sconfortato: non adeguatamente sostenuto dal servizio, le sue accelerazioni di dritto rimbalzano contro il muro di gomma eretto da Simon, e così il campione uscente dell’Open 13 non trova altro da fare che giocare in slice di rovescio per far perdere il ritmo all’avversario. Il francese non ci casca, strappa il servizio e si aggiudica il primo set 6.4
La prova del nove, per Gillou, arriva subito nel terzo game del secondo set, quando il nizzardo si trova a dover annullare 2 palle break: tirando fuori gli attributi, il numero 3 francese piazza un ace e un dritto anomalo millimetrico, poi al resto ci pensa Delpo con 2 gratuiti. Ormai l’argentino non sa più che fare: insiste col rovescio in slice nella speranza di “disturbare” il rovescio avversario, ma Simon non cede di un millimetro e, non appena l’altro accorcia, entra a chiudere con un vincente. La precisione del francese è tale da procurargli 3 palle break: Del potro ne annulla 2 , ma alla terza tenta un disperato attacco in slice che il numero 14 mondiale punisce con un passante incrociato calcolato al millimetro.
Nel game seguente, il numero 7 mondiale le prova tutte e il suo slice arriva finalmente a mettere in crisi il rovescio avversario: il Simon di stasera, però, è più solido del ferro e annulla la palla del contro-break con un attacco-volée. Il transalpino è su una nuvola: attacca in controbalzo e recupera attacchi impossibili senza permettere all’avversario di avanzare, con una percentuale di errore ridotta al minimo. Del Potro è costretto ad appoggiarsi al servizio per risalire da 0-30 ed evitare l’onta del doppio break, ma non può davvero nulla di fronte allo stato di trance di Simon, che resiste anche di fronte all’ultimo assalto: sul 5-4 15-30, il nizzardo si aggiudica il “play of the match”, un punto stupendo a base di accelerazioni, angoli e volée. Standing ovation e fine dei giochi: col punteggio di 6-4 6-3, Gillou si aggiudica quello che forse è il suo miglior match dell’ultimo anno.
Con grande classe, l’argentino  è arrivato in sala stampa alla conclusione del match, rispondendo con garbo a tutte le domande e negando categoricamente che l’infortunio a fine primo set possa aver influito sul risultato finale: “Non c’era nessun problema, solamente lui è stato migliore di me e non son riuscito ad applicare la mia tattica”. Inoltre, Juan Martin ha ammesso di avere margini di miglioramento in quanto a recupero dopo un torneo vinto: effettivamente, quello di stasera è parso un Del Potro stremato –fisicamente e mentalmente-dopo la vittoria di Rotterdam.
Quanto a Simon, che dire? Per il suo tipo di gioco, un match perfetto che a questo punto potrebbe mettere tanti dubbi nella testa di Arnaud Clement in vista del prossimo impegno di Davis con l'Argentina. C'è da dire, però, che la polemica di 2 anni or sono con Forget sembra aver lasciato strascichi e che il nizzardo non sia così amato in patria, dai giornalisti e nemmeno dagli stessi giocatori. A questo proposito l'abbiamo interpellato riguardo a una frase di Mika Llodra, che nella conferenza stampa di ieri aveva indicato in Tsonga, Monfils e Gasquet i soli francesi potenziali vincitori di Slam: " Beh è vero, i loro risultati negli Slam sono migliori dei miei -ha risposto con gran furbizia Simon".E'chiaro che il mio livello negli Slam è al di sotto che nei Master 1000 o negli altri tornei, ed è quello su cui sto lavorando" . Da segnalare anche la sua risposta alla domanda della sera sui controlli anti-doping: "Se vogliono aumentarli che lo facciano pure. Giuro che mi alleno e sono stufo di vedere che, qualsiasi cosa facciamo, tutti pensano che siamo dopati. Quelli che non mi credono, li porterò da Mc Donald alla vigilia dei miei match.."

Tornando al tennis giocato, ora Simon è atteso da un derby franco-francese con Tsonga che farà la gioia degli organizzatori. Jo conduce 4-2 negli scontri diretti e sembra favorito, ma il Simon visto oggi può davvero aggiungere uno scalpo ai tanti collezionati in carriera..
 



 

 

In aggiornamento
 

Laura Guidobaldi e Christian Turba

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