24/04/2013 14:55 CEST - ATP

25 secondi allungano la vita di 9 minuti

TENNIS - Con un'attenzione più severa al time violation, nel 2013 il tennis si sta velocizzando. I quindici di tutti i top 10 durano meno rispetto al 2012: quelli di Nadal di ben 5 secondi. Riccardo Nuziale

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Rafael Nadal e Novak Djokovic si riposano durante la premiazione degli Australian Open 2012
Rafael Nadal e Novak Djokovic si riposano durante la premiazione degli Australian Open 2012

Come vi è stato più volte modo di ripetere durante quest'anno e spicchi, la finale 2012 degli Australian Open ha saputo trovare un posto nella storia del tennis, quantomeno a livello iconico. Qualunque sia il giudizio soggettivo di quella partita, è innegabile che essa si sia innalzata a simbolo del tennis-arena contemporaneo: sudore, scambi lunghissimi, fisicità estrema, continui colpi di scena. Una guerra durata molto di più di 5 ore e 53 minuti, quanto a percezione, proprio per la capacità degli allora primi due giocatori del mondo a diluire qualsiasi cosa, anche una semplice richiesta di asciugamano.

Che Nole Djokovic e Rafa Nadal siano tra i più "pigri" del circuito a riprendere il gioco è una realtà conosciuta a qualsiasi appassionato e loro stessi non fanno mistero della loro attitudine a prendersi regolarmente tutto il tempo a loro necessario, il che corrisponde il più delle volte a sforare il limite consentito.

Per dare sostegno statistico a questa sensazione empirica basta compiere una semplice operazione: prendere le finali major degli ultimi due anni (oltre a tre classici Slam tra Federer e Nadal), dividere i punti giocati con i minuti del match e ottenere così la media di punti giocati al minuto.

Una statistica fredda e che non dev'essere presa troppo alla lettera/numero (come tutte le statistiche, d'altra parte), ma che dà comunque un'idea piuttosto precisa di come il tennis attualmente giocato ai massimi livelli sia sempre più dilatato, se si considera che, anche spingendoci in pietre miliari del pallettarismo sbadigliante di metà anni '90, non si arrivano a certe cifre: ad esempio la finale di Roma '95 tra Muster e Bruguera ebbe una media di 1,50 (sarebbe troppo perfido scomodare i 2,34 punti al minuto giocati da Sampras e Ivanisevic nella finale 1998 di Wimbledon).

Motivo per cui è stato deciso ai piani alti dell'ATP, com'è noto, di far rispettare con maggior rigore e severità i 25 secondi (20 negli Slam) concessi tra un punto e l'altro.

E tale decisione - per quanto sia ancora soggetta a vivaci critiche: chiedere a Bautista Agut, Tipsarevic o a Gulbis e per quanto non possa ovviamente essere la soluzione in sé - sta portando i propri frutti. Perché in questi primi mesi 2013 il gioco si è velocizzato.

Ancora una volta: i dati qui esposti non vanno presi come l'immacolata realtà, perché i numeri non prendono in considerazione una miriade di varianti. Prendiamoli piuttosto come una fotografia asettica della realtà, numeri per farci meglio comprendere il nostro amato mondo tennistico.

Secondo Jeff Sackmann, proprietario e curatore del sito statistico Tennis Abstract, in questi primi mesi di 2013 i giocatori ci mettono meno a chiudere un punto rispetto al 2012: esattamente 39.7 secondi, contro i 42.2 del(l'intero) 2012.

Focalizzandoci meglio sul tennis a noi più caro, ovvero i top 10, il risultato non cambia.

Non stupiscono i singoli dati (che Federer sia il più veloce e Nadal il più lento è la scoperta dell'acqua calda e non può sorprendere più di tanto nemmeno la "calma" di Murray), ma il quadro complessivo: tutti i dieci giocatori hanno velocizzato il proprio tennis. Clamoroso il caso di Rafa, che ha ridotto di più di cinque secondi la propria tempistica. Certo può aver influito il suo non perfetto agio a livello fisico, spingendolo a rischiare di più, così come si potrebbe obiettare che essendo i dati 2013 ancora relativamente freschi non possono essere paragonati all'intera stagione passata.

Il che è verissimo, ma anche prendendo in esame i tre principali tornei sul cemento d'inizio anno, Australian Open, Indian Wells e Miami, il cambiamento rimane lampante.



Anche qui, se si escludono il Ferrer e il Del Potro di Indian Wells, tutti i dati 2013 sono più "snelli" rispetto ai corrispettivi 2012.

Si ripete che non è altro che un gioco primaverile e sarebbe semplicistico imputare alla sola influenza della recente severità per il time violation questi numeri. Ma è indubbio che l'altolà ATP a dilungazioni eccessive e ormai troppo radicate ed accettate abbia dato uno stimolo ai giocatori.

Il che non cambia affatto gli equilibri in campo, ma ci fa guadagnare minuti preziosi delle nostre tribolate giornate. A quanto sembra, abbiamo ora a disposizione nove minuti in più di vita extra-tennistica.

Che farsene, di quei nove minuti, è discrezione della coscienza di ognuno.

Riccardo Nuziale

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