16/03/2014 10:40 CEST - Lavagna tattica

(S)punti tecnici: Masters 1000 Indian Wells, semifinali

TENNIS LAVAGNA TATTICA - Sesta puntata della rubrica sugli spunti tecnici incentrata sul torneo di Indian Wells. Oggi parliamo delle (deludenti) semifinali maschili. lucabaldi

 

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Roger Federer
Roger Federer

La concretezza di Roger e Novak

“Non stiamo qui a vendere tappeti”, diceva il grande Rino Tommasi quando gli capitava di commentare partite particolarmente povere di contenuti tecnici e agonistici, rifiutandosi dall'alto della sua proverbiale deontologia professionale di “indorare la pillola” per i telespettatori negando l'evidenza di uno spettacolo tennistico oggettivamente di basso livello.

Nel cercare spunti tecnici interessanti da analizzare riguardo alla semifinale (stra)vinta da Roger Federer su Alexandr Dolgopolov, l'ironica e onesta affermazione di Rino è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Perché va bene il vento, che non era comunque chissà che intenso, ma il modo in cui l'ucraino è scomparso dal match dopo pochi minuti è senza attenuanti.

Anche fino a quando il punteggio è rimasto in equilibrio non si era visto granché, un paio di buone accelerazioni a testa e fine. Poi, dal 3-3 nel primo set, Alexandr ha inanellato una serie di game da incubo, con gratuiti a ripetizione, e subendo un parziale di 9 a 1, con Federer che ha chiuso 6-3 6-1 in poco più di un'ora.

Cose belle di Roger: qualche dritto in controbalzo dei suoi, ottimi servizi specialmente in slice con la prima (l'ace esterno da destra che ha chiuso il primo set è stata una curva favolosa, con la palla che ha rimbalzato sulla riga a non più di tre metri dalla rete) e in kick con la seconda.
Poi un bel passante di dritto in cross a concludere una buona azione difensiva facilitata da uno smash tremebondo di Dolgopolov, un grande slice di rovescio in avanzamento che lo ha portato a match point, fine. Cose belle di Alexandr, zero, e una caterva di pallate sparacchiate a caso.

Per il nostro “pazzerello” ucraino, la soddisfazione di un ottimo torneo, sperando che la pessima prestazione di stasera sia un episodio e non una involuzione rispetto al buonissimo livello di tenuta mentale trovato fino alle semifinali.

Per Federer, una finale conquistata di sostanza - massimo risultato con il minimo sforzo - e senza dover mai fare il fenomeno, dopo un torneo in cui non ha mai perso un set, è comunque una ottima notizia.

A parte il maggior equilibrio del punteggio, ma con il risultato finale che a eccezione del primo set non ha mai dato l'impressione di essere in discussione, non è che la seconda semifinale vinta da Novak Djokovic su John Isner sia stata granché migliore.
Praticamente, è finita dopo 9 game: quando Novak, che fino a quel momento sembrava uno che passava di lì per caso, tanto giocava distratto e totalmente scarico, privo di intensità, si è trovato sotto 4-5 e 0-40 sul suo servizio, a fronteggiare tre set point.

Il campanello d'allarme ha svegliato il serbo, che ha cambiato marcia quanto bastava per recuperare e successivamente chiudere il parziale 7-5. Per poi ricadere quasi subito nel torpore agonistico precedente, situazione di evidente difficoltà di concentrazione che ha raggiunto il massimo quando, grazie a ottime percentuali di risposte in campo (esecuzioni assolutamente istintive, in cui si è visto il vero Djokovic, ma che Novak ha piazzato reagendo con i suoi straordinari riflessi, senza bisogno di pensare) si è trovato a servire per il match, prima sul 5-4 e poi sul 6-5.

Sull'orlo del burrone, “Long John” ha mollato qualche accelerazione “o la va o la spacca” e gli è andata bene, ma farsi brekkare due volte consecutive servendo per il match non è da Djokovic, ed è stata la situazione che ha maggiormente evidenziato le difficoltà del numero 2 del mondo, che ha completato il disastro perdendo il tie-break 7-2. Secondo set a Isner, che però ha pagato lo sforzo palesando un certo irrigidimento muscolare, ed è uscito definitivamente dalla partita, prendendo un bel 6-1 nel parziale decisivo.

Cose belle di Novak: parecchie risposte a servizi che sarebbero stati punti diretti con quasi chiunque altro, e basta: perché quando vedi Djokovic che perde scambi lunghi, in pressione da fondo con il rovescio, contro Isner, è chiaro che qualcosa non va a livello mentale. Ma il bello del tennis è che per quanto tu possa essere completamente scarico psicologicamente, l'importante è portarla a casa, e poi nel match successivo si riparte da zero.

Cose belle di John, qualche accelerazione lungolinea di rovescio, non certo il suo colpo più solido, che gli ha consentito di tirare su un secondo set quasi andato, e un paio di catenate di dritto in risposta alla seconda palla. Poca roba anche qui.

Come detto, dal punto di vista di Djokovic l'importante è averla portata a casa, perché se l'americano avesse trasformato uno dei tre set point consecutivi nel primo parziale, la partita avrebbe potuto diventare una bella rogna per lui.

In conclusione, due semifinali deludenti, che però ci consegnano la finale probabilmente migliore possibile dato l'andamento del torneo. Roger è apparso in condizione migliore (soprattutto di testa), ma Novak è Novak, e per quanto possa essere sembrato in difetto di cattiveria agonistica, è comunque arrivato in fondo, e mi stupirei se il confronto con Federer non lo stimolasse a sufficienza per salire di livello.

 

One Handed Backhand appreciation corner

E due: dopo gli Australian Open, che hanno elevato all'Olimpo delle Leggende della Luce a una mano il mitico Stan-The-Man, anche a Indian Wells la One-Handed Band piazza uno dei suoi Guerrieri in finale.

Il Vecchio Jedi Roger affronterà una delle Nemesi Bimani più feroci e insidiose, che come tutte le belve ferite – zero successi per il Giovane Sith Novak quest'anno – sarà doppiamente pericolosa e assetata di Vendetta.

Vendetta dei Sith che nella Galassia lontana lontana vide, tanto tempo fa, la caduta del Jedi Eletto Anakin Skywalker: ma sul deserto della California non sorgono due soli come su quello del remoto pianeta Tatooine, e la Storia della battaglia tra la Luce e l'Oscurità, così come il Destino dei Leggendari Eroi che la combatteranno, deve ancora essere scritta.
 

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Gli (S)punti precedenti da Indian Wells:

Quinta Puntata

Quarta Puntata

Terza Puntata

Seconda Puntata

Prima Puntata

lucabaldi

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