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ATP

ATP Basilea: Nishikori doma il leone Lorenzi, del Potro ok. Si ritira Gasquet

BASILEA - Non basta un ottimo primo set al senese per scalfire la solidità di Kei Nishikori. Forfait Gasquet, Sock e Carreno Busta avanti. Del Potro in due set, avrà Goffin

Last updated: 27/10/2016 12:51
By Carlo Carnevale Published 26/10/2016
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11 Min Read

da Basilea, il nostro inviato

Jean Tinguely, scomparso nel 1991, è stato uno dei maggiori esponenti artistici svizzeri. Scultore visionario, incentrò le sue opere su una visione piuttosto critica dell’animo umano, descrivendone l’agitazione e il continuo interrogarsi, utilizzando enormi macchine e costruzioni meccaniche. A Basilea esiste un museo a lui dedicato a kleinBasel, e una sua interessantissima opera nella parte di grossBasel, a due passi da Barfüsserplatz, uno dei poli della movida della città. Dalla piazza si allunga infatti, in salita, Steinenberg, elegante via dello shopping, che affianca lo spiazzo dove si erge il teatro municipale. Davanti all’ingresso, sotto uno squisito patio adornato di foglie e fiori, c’è la Tinguely Fountain, conosciuta anche come Fontana di Carnevale: in una vasca semicircolare, nove creazioni in acciaio sono in moto perpetuo, generando schizzi e getti d’acqua continui per raffigurare le turbe e le ansie che senza sosta attanagliano gli uomini. I basilesi siedono in silenzio sotto il portico, e si godono il movimento ipnotico della struttura, che sembra essere l’attrazione preferita dei bambini locali, tutti bardati di guanti e sciarpa. Proseguendo verso Nord si raggiunge il Mittlere RheineBrücken, dei ponti sul Reno quello di mezzo: il clima non lo permette, ma è usanza, durante l’estate, gettarsi nelle acque del fiume con una borsa impermeabile legata al polso, per custodire oggetti di valore e vestiti, e poi lasciarsi trasportare dalla corrente senza preoccuparsi di dove si approderà. Lo scorcio dello specchio d’acqua che scorre sereno, in mezzo a file di splendide costruzioni a schiera, trasmette serenità e un tratto di gioiosa malinconia.

Si arresta con enorme e meritato onore il cammino di Paolo Lorenzi agli Swiss Indoors, al cospetto di un buon Nishikori. Il senese mostra una volta di più cosa voglia dire saper stare in campo e onorare il proprio sport ogni giorno, senza risparmiare nessuna energia anche quando i pronostici si sbilanciano dal lato opposto della rete. La grinta e l’umiltà di Lorenzi lo aiutano a combattere al meglio nel primo set, ceduto al tiebreak, prima di soffrire un vistoso calo di energie mentali nel secondo. Paolo annulla quattro palle break nei suoi primi due turni di battuta, anche graziato da due volèe orrende dell’avversario. Da tutto come al solito l’azzurro, e quando può spinge costringendo Nishikori ad accorciare e poi mandare in rete; il giapponese appare leggermente fuori fase in avvio, disegna il campo da entrambi i lati ma sembra tenersi sotto controllo. Lorenzi rischia sul 3-4 annullando un’altra palla break, giocando una seconda intelligente seguita da un preciso rovescio lungolinea, poi una sesta soffrendo da fondo alla sua maniera, prima di tirare un sospiro di sollievo. Si arriva al tiebreak senza altri scossoni, potendo apprezzare svariate soluzioni offensive da parte di entrambi, con il nipponico che aumenta i tempi di reazione. Nishikori vince il primo punto e alza i decibel, come a sottolineare quanto senta il momento e rispetti l’italiano: pochi attimi dopo Lorenzi gonfia il net con un drittaccio fuori equilibrio per il minibreak dello 0-2, e lì consegna il parziale all’avversario, che non concede opportunità di replica. Sono passati sessantaquattro minuti. Il pubblico segue con entusiasmo, senza sbilanciarsi eccessivamente: gelidi in tribuna stampa i giornalisti giapponesi, che al massimo alzano un sopracciglio di approvazione a qualche vincente del loro connazionale. Il secondo set lascia ben poco spazio alle speranze italiane, Nishikori allunga al terzo game investendo Lorenzi già con profonde risposte: 3-1 in un attimo, è il preludio di una frazione che si trascina senza null’altro da raccontare fino al giusto epilogo, oltre ad un secondo strappo del giapponese in chiusura.

Passa Juan Martin del Potro, approfittando di un infortunio occorso a Robin Haase, comunque bravo a resistere fino alla fine e regalare momenti di bel tennis. Dopo appena due game, del Potro colpisce un dritto al volo che costringe Haase ad un recupero fuori equilibrio; l’olandese vince anche il punto dopo l’errore dell’avversario, ma un movimento falso in ricaduta, con dolore intorno all’inguine sinistro, lo costringe praticamente all’immobilità. Il pubblico rumoreggia inquieto, del Potro e il giudice di sedia si avvicinano all’orange per constatarne le condizioni: viene addirittura portata una sedia in mezzo al campo, per permettere ad Haase di accomodarsi data l’impossibilità a muoversi verso la panchina. Dopo il trattamento medico di tre minuti, delPo chiude il proprio turno di servizio, e nel gioco successivo ottiene il prevedibile break. Haase fa affidamento esclusivamente alla parte superiore del proprio corpo, senza per questo sfigurare in quanto a punti spettacolari: suo il più bello del torneo finora, quando esce da una scambio di pittino con un dritto in chop, spalle alla rete. Il parziale non offre ulteriori spunti di riflessione, e dopo tre quarti d’ora del Potro sigla 6-3. L’arena si raffredda, come se già sapesse che la partita non terminerà prima del previsto: Haase invece si alza con nuovo piglio dopo il time, e addirittura indovina un clamoroso lob per convertire l’unica palla break fin lì vista, 2-0. Vana illusione: l’argentino riprende il passo dell’avversario e lo supera, inanellando tre giochi consecutivi e approfittando dell’improvvisa fretta di cui Haase diventa vittima. Gli scambi si fanno comunque più godibili, la velocità di palla è sostenuta ma il sudamericano semplicemente pesa di più: Haase ai cambi di campo preferisce non sedersi per evitare fastidi fisici, ma non molla e riesce anche a riprendere i binari della parità, issandosi sul 4-3 on serve. È l’ultimo squillo: l’olandese cede infatti il servizio nel nono gioco, subendo uno straordinario passante lungolinea dell’avversario prima di centrare la terza fila con l’ultimo dritto e permettere a del Potro di andare a chiudere. Al prossimo turno un interessante scontro con David Goffin. “La medaglia olimpica  è stata un’emozione unica e inaspettata, anche se credo che Roger mi abbia aiutato non partecipando. Mi è mancato molto il pubblico di Basilea”.

A PAGINA 2, LA SOFFERENZA DI GASQUET, I SUCCESSI DI SOCK E CARRENO BUSTA

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