Senza capra né cavoli, senza Rotterdam né NBA All Star Game. A ottobre il direttore del torneo Richard Krajicek ci aveva visto lungo e, annusato il rischio che Nick Kyrgios avrebbe potuto piantarlo in asso all’ultimo momento, sceglieva di rescindere il contratto con il quale avrebbe avuto gli estremi per “obbligarlo” a disputare il torneo. Del resto era ancora fresco l’episodio di Shanghai, e la scelta dell’ex tennista olandese rimane perfettamente comprensibile. “Vogliamo un top player, qualcuno che si concentri davvero sul tennis giocato. Potevamo obbligarlo a giocare, ma a questo punto non ha senso“.
A Nick Kyrgios era rimasta quindi solo la soddisfazione di prendere parte al “Celebrity Game“, esibizione che si svolge all’interno del week-end dell’All Star Game e coinvolge attori, musicisti, vecchie glorie NBA e atleti di altri sport. Ma scorrendo la lista delle convocazioni dei due team che si sfideranno, il Michael Smith’s West Team e il Jemele Hill’s East Team, il nome di Nick Kyrgios non compare. A dir la verità non saranno presenti atleti di altre discipline ma soltanto attori, star della TV, vecchie leggende dell’NBA (Jason Williams da una parte e Baron Davis dall’altra) e i ricchi magnati proprietari dei Dallas Mavericks e dei Milwaukee Bucks, due franchigie NBA. Si vocifera però che la scelta di non convocare Kyrgios derivi proprio dal suo contenzioso con Rotterdam e il direttore del suo torneo. Quel che è certo è che al Mercedes-Benz Superdrome di New Orleans, domenica 19 febbraio, Nick non sarà in campo.
