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ATP Rotterdam, qualificazioni: Gulbis risponde presente, Rublev rimandato

ROTTERDAM - Anteprima di tennis, in palio quattro posti nel main draw. Il lettone ritorna e piega Stakhovsky, mentre il russo perde da uno sconosciuto (bravino). Montanes fa il pesce fuor d'acqua

Last updated: 20/02/2017 16:20
By Raoul Ruberti Published 11/02/2017
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5 Min Read
Andrey Rublev at 2017 ABN Amro World Tennis Tournament (© Henk Koster)

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dall’inviato a Rotterdam

Qualcuno in vena di frasi a effetto potrebbe dire che il livello di un torneo si vede dal suo tabellone delle qualificazioni. Quel qualcuno non andrebbe molto lontano dalla verità, almeno nel caso di Rotterdam: unendo le bacheche dei sedici in gara per un posto nel tabellone principale dell’ABN Amro World Tennis Tournament viene fuori il bottino tutt’altro che magro di 27 titoli ATP.

Il maggior contribuente è Mikhail Youzhny con 10, che è il primo a scendere in campo ma è anche il primo a risalire negli spogliatoi: sotto di un set e di un break nel derby russo con Donskoy, capisce che il suo gomito destro ha qualcosa che non va e alza bandiera bianca. Tre quarti d’ora dall’inizio e già due tennisti sono al turno decisivo. L’altro è Denis Istomin, abbandonato da Stefanos Tsitsipas – che “salta un giro” e va direttamente al main draw – e da tutti gli altri che si sono dimenticati di firmare come alternates. La ricompensa per la sua solitudine è un bye, utile per arrivare fresco all’incontro domenicale con Aljaz Bedene, anche lui non troppo affaticato (il doppio 6-3 inflitto alla wild card del luogo è poco più che un esercizio ginnico).

Un altro che non deve sudare troppo è Jan-Lennard Struff, sorteggiato contro Albert Montanes. Giusto il tempo di domandarsi cosa ci faccia lui, il terraiolo per eccellenza, nelle qualificazioni di un veloce indoor, che il match è finito: un unico, malinconico game da il pesce fuor d’acqua è quello che ottiene. Dopo tre incontri del genere già conclusi, è evidente che sia il court 1 ad essere secondario, e il 2 a meritare vera attenzione. Lì, davanti a tutto il pubblico pressabile dentro la mini-tribuna, si sfidano Ernests Gulbis e Sergiy Stakhovsky. Il lettone è fuori per infortunio da luglio e le poche tracce che ha lasciato dietro di sé in questi mesi lasciano credere che lo si ritroverà “reinventato”. È una mezza verità che si mette subito in pratica: il nuovo dritto, dal movimento assai meno esasperato, funziona quasi meglio del rovescio. Se Gulbis deve rimanere in campo a giocarlo per oltre due ore e tre set densi il merito è di Stakhovsky, parsimonioso nelle discese a rete ma clinico nel servire sulle palle break. Lo imita, con maggior successo, il collega volleatore Pierre-Hugues Herbert che a seguire sullo stesso court sconfigge Bemelmans.

Copil e Kamke alle sei del pomeriggio sembrano non accattivare nessuno dei paganti, che si sparpagliano tra allenamenti dei doppisti e baracchini degli snack, e così l’incontro tra Andrey Rublev e la wild card Botic Van De Zandschulp può essere considerato la conclusione ufficiosa della giornata di gare. Ci si aspettano applausi di incoraggiamento per l’olandese all’interno di una rapida vittoria per Rublev, che nelle ultime settimane si è ben comportato sul veloce. Nel primo set tutto fila liscio a tal punto che Khachanov chiacchiera rilassato in prima fila, seguendo soltanto distrattamente il 6-1. Van De Zandschulp però non ha soltanto un taglio di capelli anacronistico e un completino da circolo snob, ha anche un buon braccio: giocando con quell’arte semplice che ormai manca sempre più spesso, né stucchevolmente plastico né orribilmente funzionale, a poco a poco inizia a fare più punti dell’avversario. Una buona tenuta da fondo ad amalgamare degli attacchi ben pensati e qualche dropshot che colpisce nel segno e prima il secondo set, poi il terzo e il match vanno a lui.

Van De Zandchulp centra quella che fino a questo momento è l’impresa di una carriera quasi amatoriale – qualche Futures vinto, ma un solo incontro giocato (e perso) a livello Challenger – che magari oggi ha trovato la scintilla giusta per accendersi almeno un poco. S’arrabbia invece Rublev e fa bene, perché con un avversario del genere deve stravincere e non perdere un bel confronto tirato. Però non ha reagito alla sconfitta in modo isterico ed è rimasto lì fino alla fine, di testa e di tennis. Un buon segno?

Risultati:

E. Donskoy b. [3] M. Youzhny 6-3 3-0 rit.
[6] A. Bedene b. [WC] N. Lootsma 6-3 6-3
[1] J.L. Struff b. A. Montanes 6-1 6-0
[PR] E. Gulbis b. [5] S. Stakhovsky 6-7(6) 7-5 6-3
[WC] B. Van De Zandschulp b. [7] A. Rublev 1-6 6-4 6-3
[4] P.H. Herbert b. R. Bemelmans 6-7(7) 6-4 7-5
M. Copil b. [8] T. Kamke 6-7(1) 7-6(3) 6-1


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TAGGED:ATP Rotterdam 2017
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