Ruggito Murray. A Dubai arriva la prima dell’anno (La Gazzetta dello Sport)
Primo sorriso dell’anno per il n. 1 del mondo, Andy Murray: dopo la finale persa a Doha contro Djokovic e l’eliminazione agli ottavi degli Australian Open contro il maggiore degli Zverev, lo scozzese trionfa a Dubai rispettando il pronostico e i precedenti a favore (ora 13-1) contro lo spagnolo Verdasco, cui non basta issarsi 3-1 nel primo set, iniziato con tre break consecutivi. Nonostante una brutta giornata al servizio (53% di prime), lo scozzese è troppo solido in risposta (121^ partita consecutiva in cui ha ottenuto almeno un break) e nel passante per soffrire il gioco tutto d’attacco del madrileno, che dopo aver subito un parziale di 19 punti a 4 a fine primo set, si squaglia nel secondo offrendo al re della classifica il 45° successo in carriera, il primo a Dubai, dove ha annullato 7 match point nei quarti a Kohlschreiber: «Vincere è sempre bello, soprattutto se lo fai in un posto dove non c’eri mai riuscito». Andy era l’unico dei Fab Four a non essersi mai imposto negli Emirati e migliora il suo record da giugno negli Atp 500 a 19-0, avendo vinto gli ultimi quattro cui ha partecipato: Queen’s, Pechino, Vienna e appunto Dubai. Su un altro cemento, quello messicano di Acapulco, prosegue pure la striscia di Nadal, ancora imbattuto in tre edizioni del torneo (ha vinto nel 2005 e nel 2012, quando però si giocava su terra): il feeling stagionale con il veloce fa un’altra vittima con Cilic, peraltro menomato alla caviglia destra, mentre Kyrgios stavolta smarrisce il servizio e si arrende a Querrey. Sulla terra di San Paolo finisce ai quarti l’avventura di Fognini, che si sveglia solo dopo aver perso i primi 8 giochi dallo spagnolo Carreno.
