Thomas Muster è stato il 13esimo numero 1 della storia dei computer ATP. “Asceso al trono” il 12 febbraio 1996, praticamente sette anni dopo l’incidente che avrebbe potuto chiudere la sua carriera di tennista, l’austriaco vi è rimasto soltanto per una settimana, il tempo necessario a intervallarsi tra André Agassi e Pete Sampras. Verrà imitato tre anni dopo da Pat Rafter, a tutt’oggi l’unico numero 1 della storia del tennis a non essere riuscito a “resistere” per più di una settimana.
Sì, perché Muster ritroverà la vetta delle classifiche ATP. Precisamente l’11 marzo 1996, all’indomani dell’affermazione nell’Abierto Mexicano Telcel quando ancora il torneo si disputava a Città del Messico e sui campi in terra rossa, il feudo del meraviglioso combattente che è sempre stato Thomas. Terrà la vetta per cinque settimane utili a far salire il computo complessivo a 6 e abdicherà definitivamente il 14 aprile, giorno della vittoria del torneo di Estoril in finale sul nostro Andrea Gaudenzi, per riconsegnare lo scettro a Pete Sampras (a cui l’aveva scippato). Con il suo mese e mezzo alla guida del ranking Thomas Muster fa oggi parte del trio completato da Rios e Kafelnikov al terz’ultimo posto della classifica dei numeri 1: dietro di loro soltanto Moya (con due settimane) e appunto Pat Rafter.
