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Reading: Andy e Fabio, così vicini e così lontani
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ItalianiWimbledon

Andy e Fabio, così vicini e così lontani

Fognini e Murray, rivali oggi, hanno in comune più dell'esser coetanei. Il carattere "impossibile" sul campo, la recente paternità. Per l'italiano battere lo scozzese a Wimbledon potrebbe cambiare la sua storia

Last updated: 09/07/2017 9:46
By Antonio De Florio Published 07/07/2017
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5 Min Read

Andy e Fabio. Così vicini, così lontani. Sono nove i giorni di differenza tra i due trentenni di Glasgow ed Arma di Taggia (Imperia). Fabio Fognini nel 1987, da buon ligure, non vedeva l’ora di toccare terra, la sua superficie preferita, e scelse una data piuttosto impegnativa per la storia patria: il 24 maggio, quando il Piave 72 anni prima mormorava e l’Italia entrava nella Grande Guerra. Andy Murray, invece, che di storia patria non ne voleva sapere ​​​- sono i media che lo hanno ribattezzato Braveheart come l’eroe scozzese – decise di anticiparlo con una data qualsiasi per la Regina, il 15 maggio (nel 1957, stesso giorno, soltanto il lancio della prima bomba a idrogeno del Regno Unito).

Andy, con in mano una racchetta che mamma Judith gli aveva insegnato ad armeggiare, è riuscito a scalare per primo la vetta del mondo del tennis, che ora detiene e non ha nessuna intenzione di mollare ​ anche se il 2017 per ora non gli ha riservato troppe soddisfazioni​. Fabio, che alla mamma rimprovera – match di due anni fa a Wimbledon perso con lo spilungone sudafricano Anderson – di non avergli donato qualche centimetro in più (lui è alto un metro e 78, Andy 1,91) ora è il numero 29 del ranking e ​questo ​venerdì proverà sull’erba di Wimbledon a disarcionare il cavaliere della regina, incoronato due volte al Centre Court. Impresa impossibile? Quasi. Andy sull’erba, sempre nella capitale del Regno, ​non ha solo vinto due Wimbledon Championships, ma ​ha raccolto anche uno dei due ori olimpici del suo palmares. Gioca in casa, gli inglesi lo adorano quando vince ​. Ha sol​tanto un fastidio all’anca che potrebbe minare il servizio e i suoi spostamenti. ​ Ma il suo avversario battuto​ mercoledì, Dustrin Brown, ha detto: “Se Andy aveva male all’anca e mi ha dato 63 62 62… mi auguro proprio di non incontrarlo quando starà bene“.

Fabio confessa di essersi preparato bene fisicamente per questo Slam e contro il gigante Vesely l’ha dimostrato con 50 vincenti e 11 ace , un numero molto alto per le sue abitudini e caratteristiche. Gli stessi 11 ace di Vesely che è alto un metro e 98.​ Ma incontrare Murray sul Centre Court è tutta un’altra storia. Fabio ed Andy condividono ​la reputazione di ​un brutto carattere e un figlio arrivato da poco. Andy l’ha preceduto anche questa volta impalmando in kilt la splendida ​figlia del coach di Ana Ivanovic, Kim Sears, ​un fisico da modella, ​che gli ha dato subito l’erede e un altro è in arrivo. Fabio ha sposato Flavia Pennetta con in dote uno Us Open da sogno, tanto che ha deciso di smettere ​non appena l’ha conquistato​.

Arriviamo al brutto carattere, croce e delizia per entrambi. E, forse, decisivo, per il big match di domani. Andy quando sbaglia se la prende principalmente con se stesso, dandosi racchettate sulle cosce, poi passa al suo angolo, colpendo con la sua lingua infuocata persino un mostro sacro come Ivan Lendl che di Slam ne ha vinti otto. Fabio nei momentacci le racchette preferisce distruggerle – la Babolat ne sa qualcosa- e ha collezionato una raffica di multe, tanto che a Wimbledon gli hanno riservato i court più periferici. Domani però toccherà fare un’eccezione. È di scena Andy, l’erede di Fred Perry dopo 72 anni di astinenza british. Il Centre Court dovrà ospitare anche quel difficile comprimario, che tra l’altro a Andy, sulla terra, ha dato due dispiaceri: a Napoli in Davis e agli Internazionali di Roma un mese fa, concedendogli solo sei game.

Fabio dice che da quando è nato Federico le cose sono cambiate. Ricordate “Non correre papà”, stampato sul cruscotto della macchina con una fotina?. Beh, un po’ l’effetto dovrebbe essere quello. “Non correre papà Fabio, frena quella tua lingua impazzita, concentrati sul punto successivo, non dare questo vantaggio ad Andy…”, dovrebbe consigliare la vocina del suo angioletto Federico. Battere Andy a Wimbledon potrebbe cambiare la sua storia e, forse, il suo brutto carattere.


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TAGGED:Andy MurrayFabio FogniniWimbledon 2017
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