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(S)punti Tecnici

(S)punti tecnici: Cilic, lo sventaglio di dritto per l’assalto al titolo

MELBOURNE - Marin ha preso a pallate Nadal per tre set, prima dell'infortunio di Rafa. Tira forte con tutti i colpi. E ha uno dei dritti anomali migliori del circuito. Gli basterà per vincere il suo secondo Slam?

Ultimo aggiornamento: 28/01/2018 8:39
Di Luca Baldissera Pubblicato il 25/01/2018
6 min di lettura 💬 Vai ai commenti

(da Melbourne, il nostro inviato)

Nick Bollettieri, circa trent’anni fa, si trovò per le mani giocatori come Jimmy Arias, Aaron Krickstein, e poi Jim Courier. Tipi tosti, dotati di un dritto da fenomeni, ma terribilmente deficitari dal lato del rovescio. La soluzione del vecchio volpone, geniale nella sua semplicità, è stata “vabbè, allora colpiamo solo di dritto, che problema c’è?“. Era nato, o meglio era stato modellizzato definitivamente e tecnicamente, uno dei colpi destinati a cambiare il futuro del gioco, il dritto cosiddetto anomalo, o a sventaglio, ovvero tirato dall’angolo del rovescio. Prerequisito fondamentale per tale esecuzione, un gioco di gambe rapido e preciso per fare il giro intorno alla palla con la coordinazione e il ritmo corretti, ma soprattutto potenza. Tanta, tanta potenza.

Perchè se si tira il dritto dall’angolo sinistro del campo, o si fa punto diretto (o quantomeno si mette in serissima difficoltà l’avversario), oppure ci si mette nei guai da soli, lasciando metri di spazio liberi sulla propria destra, dove l’avversario potrà incidere comodamente con il suo dritto diagonale, o con il rovescio lungolinea. Si può scegliere, per lo sventaglio, sia la traiettoria a uscire (inside-out) o stretta sul lungolinea (inside-in, o lungolinea anomalo). Ma dovunque si decida di piazzarla, la palla non deve tornare, o se torna deve essere un recupero difensivo facile da chiudere. L’altra sera, per tre buoni set, prima che lo spagnolo si infortunasse, Rafa Nadal ha subìto una caterva di dritti aggressivi e spesso vincenti da parte di Marin Cilic, che ha offerto un autentico show dimostrativo di questo tipo di esecuzione. Contro Edmund, peraltro acciaccato anche se non in modo grave come Rafa, stessa storia.

In mattinata, passando per il campo 16, mi sono fermato a osservare da vicino Marin che allenava, con lo sparring al cesto, proprio lo sventaglio di dritto, che è una delle cose che fa meglio di tutti, con una ricerca della palla con i piedi da manuale, nonostante l’altezza (Marin è 1.98 per 90 chili, un signor marcantonio quindi). Andiamo a vedercelo insieme.


Qui sopra, in alto una preparazione e un finale di due dritti classici, in neutral stance (giocati da affiancato), sotto preparazione e swing del rovescio. È sempre bello veder palleggiare in pressione un giocatore simile, qualità altissima, guardiamo quanto è stabile e composto anche mentre tira catenate a tutto braccio. Nel rovescio, è interessante notare come il peso viene trasferito dal piede sinistro a quello avanzato, il destro, che va ad effettuare una lievissima rotazione interna mettendosi quasi “di traverso”, in modo da bloccare con precisione il punto d’appoggio. Gesto instintivo, inconsapevole. Lo fa in modo molto efficace, ed è ovvio data la qualità del colpo, anche Novak Djokovic. Ma dopo il palleggio “normale”, se di normalità si può parlare a questi stratosferici livelli tecnici, si è passati al training specifico sugli sventagli da sinistra. Ammiriamo dunque questa autentica fucilata.


Qui sopra, i passi di aggiustamento in conclusione del giro intorno alla palla, effettuati contemporaneamente alla preparazione con il braccio-racchetta che si apre all’indietro.


Qui sopra, siamo arrivati all’appoggio dei piedi e alla distensione posteriore dell’attrezzo. Nell’immagine a destra, vediamo che Marin ha allineato il tacco della racchetta con la palla in arrivo, in modo perfetto. Sta per partire il missile.


Qui sopra, un altro attimo prima dell’impatto, da angolazioni leggermente diverse, che ci aiutano a vedere l’assoluta linearità del percorso che Marin fa fare alla racchetta, controllo perfetto nonostante la potenza. Nel frame di sinistra, la palla è nascosta dalla mano del giocatore, dettaglio che evidenzia anche la perfetta simmetria con l’arto non dominante.


BUM!
Tracciante partito, e vi assicuro che sono davvero pallate che non tornano, cosa che ha sperimentato abbondantemente di persona anche il buon Rafa dei primi tre set nei quarti. Marin mi è sembrato molto in forma, molto tranquillo, bello voglioso di lavorare e di fare bene. Osservando l’ombra del giocatore sul terreno, potete capire a che ora sono state scattate queste foto, cioè verso l’una e mezza, con un sole decisamente impegnativo da sopportare. E io stavo fermo a bordocampo, mentre questo omone zampettava velocissimo per il campo tirando mazzate una dopo l’altra.
Il match con Edmund, un altro che non scherza affatto dal lato destro, prometteva di essere una vera scazzottata. La cattiva serata dell’inglese ci ha tolto la sfida tra dritti, a questo punto Cilic ha nel mirino dei suoi sventagli o Federer o Chung. Che dovranno farci molta attenzione.

 


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TAGGED:australian open 2018Marin Cilic
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