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Il 2018 in pillole: un anno di cifre tonde

Ripercorriamo il 2018 attraverso i piccoli e grandi traguardi dei protagonisti. Il 20esimo Slam di Federer, il Career Golden Masters di Djokovic, l'eterna giovinezza di Leander Paes

Last updated: 13/12/2018 10:13
By Lorenzo Colle Published 09/12/2018
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9 Min Read

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LO SPRINT DI ROGER – Il 2018 è iniziato sotto il segno di Roger Federer. Dopo lo straordinario 2017 che lo ha visto tornare a vincere titoli importanti e esprimere picchi di rendimento sorprendenti, lo svizzero ha iniziato l’anno nel migliore dei modi. A Melbourne è arrivato il secondo successo consecutivo, ancora una volta dopo cinque set di battaglia (stavolta contro Marin Cilic). Questa vittoria gli vale il 20esimo titolo in un torneo del Grande Slam, primo uomo a raggiungere tale traguardo, e gli permette anche di eguagliare il record di affermazioni agli Australian Open (6), detenuto ora in coabitazione con Novak Djokovic e Roy Emerson. Meno di un mese dopo arriva un altro risultato insperato e impronosticabile solo qualche mese fa: il ritorno al numero uno. A Rotterdam, con la vittoria nei quarti di finale contro il compagno di allenamenti Robin Haase, Federer scavalca Rafael Nadal e riconquista il trono a 5 anni e 105 giorni dall’ultima volta e a 14 anni dalla prima (entrambi record). Vincerà anche il torneo, ma la notizia passa in secondo piano. A 36 anni e 195 giorni è il più vecchio numero uno della storia. Il suo regno invero dura poco e il 2 aprile è già costretto ad abdicare. Riagguanterà la vetta altre due volte, a maggio e a giugno, ma in entrambe le occasioni solo per una settimana.

Roger Federer – Australian Open 2018 (foto via Twitter, @AustralianOpen)

PAES, L’IMMORTALE – A 44 anni suonati, Leander Paes non smette di stupire e consegue un importante risultato. Il 7 aprile, vincendo in coppia con Rohan Bopanna il doppio nel playoff di Davis contro la Cina, ottiene la sua vittoria numero 750. Solo cinque giocatori prima di lui sono riusciti a tagliare questo prestigioso traguardo: Mike e Bob Bryan, Todd Woodbridge, Daniel Nestor e Max Mirnyi  (questi ultimi due ritiratisi quest’anno). Questo successo lo proietta anche in vetta alla classifica dei giocatori con più vittorie in doppio in Coppa Davis (43), superando il longevo record di Nicola Pietrangeli. “Per quanto possa suonare assurdo, sto ancora imparando e recentemente ho raccolto qualche dritta sulla risposta al servizio. Questo sport è così dinamico e cambia così in fretta. Ho dovuto reinventarmi durante tutti questi anni”. Dopo quasi trent’anni di carriera, 54 titoli in doppio e un bronzo olimpico in singolare, Paes ancora non accenna al ritiro e gioca con il solito contagioso sorriso. Dato interessante: 42 degli attuali giocatori presenti in top 100 non erano nati nell’anno in cui Paes è diventato professionista.

I 10,000 ASSI DI ISNER – Siamo a Houston. Nel quarto game del terzo e decisivo set del proprio quarto di finale contro Steve Johnson, John Isner spara un ace a 222 km/h. Niente di particolare fino qui. Quell’ace però è speciale, perché è il numero 10,000 della carriera di Isner. Il gigante di Greensboro diventa così il quarto giocatore della storia a raggiungere questa straordinaria quota (gli altri sono Ivo Karlovic, Roger Federer e Goran Ivanisevic). Nel 2018, John ha messo a segno 1,213 ace, più di chiunque altro (Kevin Anderson, al secondo posto, ne ha 131 in meno) e per il quarto anno consecutivo chiude la stagione con più di mille servizi non sfiorati dall’avversario (sesta volta in carriera).

John Isner – Miami 2018 (foto via Twitter, @MiamiOpen)

LE 900 DI NADAL E IL DOMINIO SUL ROSSO – Nadal su terra battuta è un’altra categoria, per tutti e da sempre. Il 2018 è l’anno del record di set consecutivi vinti sul rosso (50) e dell’undicesimo successo a Montecarlo, a Barcellona e al Roland Garros. Proprio a Parigi il maiorchino pone un’altra targa importante. Sconfiggendo Maximilian Marterer negli ottavi di finale diventa il quinto giocatore dell’era Open a vincere 900 partite in carriera. Ad ora il tabellino di Nadal riporta 918 vittorie e 189 sconfitte, ponendolo a sole 30 lunghezze dal quarto posto di Guillermo Vilas. Più staccati invece Lendl (1,068), Federer (1,180) e Connors (1,256).

Rafa Nadal – Roland Garros 2018 (foto via Twitter, @rolandgarros)

GASQUET E VERDASCO NEL SALONE DEI 500 – Anche Richard Gasquet e Fernando Verdasco pongono un’importante pietra miliare lungo il loro cammino. Entrambi infrangono il muro delle 500 vittorie, a poche settimane di distanza l’uno dall’altro. Il 19 aprile tocca a Gasquet, che superando Mischa Zverev a Montecarlo (dove 16 anni fa aveva ottenuto la prima vittoria a soli 15 anni) diventa il primo francese a raggiungere tale traguardo. L’8 maggio è la volta di Fernando che elimina Paolo Lorenzi a Madrid e diventa il nono giocatore in attività con almeno 500 vittorie tra i pro.

DJOKOVIC FA 800 – Nell’anno delle cifre tonde, Novak Djokovic non poteva non mettere la propria firma. Dopo i mille problemi di inizio anno, tra sconvolgimenti nel team, gomito malandato e motivazioni latenti, ecco che il serbo inizia a ingranare con il sopraggiungere della stagione erbivora. Al Queen’s ottiene una vittoria, apparentemente di routine, contro Adrian Mannarino. Scartabellando tra i dati però si scopre che è la numero 800 da professionista per Nole. Le sconfitte invece sono 171, ovvero solo 3 in meno rispetto a Nadal nel giorno in cui ha ottenuto il suo 800esimo successo.

FELICIANO MEGLIO DI FEDERER – Wimbledon 2018. Il torneo che vede Djokovic tornare ad aggiornare la propria bacheca Slam, ma anche quello che fa registrare un nuovo record di longevità. Scendendo in campo contro Federico Delbonis, Feliciano Lopez mette a referto la sua 66esima partecipazione consecutiva negli Slam, superando il precedente record di Roger Federer. “Batterò Federer in qualcosa è già tanto”, scherza lo spagnolo. “È solo un numero ma sono orgoglioso della mia costanza. Non si tratta tanto di quanti Slam ho giocato, ma di quanti anni sono riuscito a giocare ai più alti livelli”. Il 2019 sarà però l’ultimo anno da professionista di Feliciano, che dall’anno prossimo inizierà la sua avventura come direttore del torneo di Madrid.

La storia del 2018 (foto via Twitter, @ATPWorldTour)

I NOVE DI NOLE – Dopo l’800esima vittoria ATP e il quarto successo a Wimbledon, Novak impreziosisce ultimamente il suo 2018 dei miracoli riuscendo là dove nessuno era riuscito. A Cincinnati, il serbo supera in finale un Federer sottotono e completa il cosiddetto Career Golden Masters, diventando il primo giocatore della storia a vincere almeno una volta tutti i Masters 1000. Quello di Cincinnati è un successo lungamente agognato, tante volte sfumato ad un passo dal traguardo (ben 5 finali perse prima di quest’anno) che non può che rendere più dolce il sapore della vittoria. È il 31esimo titolo Masters 1000 per Nole, che più avanti nella stagione vincerà anche a Shanghai ponendosi ad una sola affermazione di distanza da Rafael Nadal. L’incredibile finale di stagione del serbo (solo quattro sconfitte dopo il Roland Garros) lo riporta in vetta alla classifica mondiale e fa di lui il primo giocatore nella storia del ranking ATP a chiudere la stagione al numero 1 dopo aver terminato l’anno precedente fuori dalla top 10.

Novak Djokovic con il trofeo di numero 1 del mondo a fine anno (foto via Twitter, @ATPWorldTour)

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