Riecco Ash, capoclassifica con mire espansionistiche, in coda a un periodo balbettante (specie dal lato destro) ma in lenta e costante ripresa, ché l’obiettivo grosso si può raggiungere. Individuarlo non è difficile, mancando quattro settimane scarse alla fine dell’anno 2019: la speranza è quella di chiuderlo in vetta al ranking, e le possibilità di diventare la prima australiana della storia a riuscirci ci sono tutte. Oggi un piccolo tassello è andato al posto giusto, con la vittoria nel secondo round ottenuta sul Campo Lotus ai danni di Yulia Putintseva. Break all’alba del primo e controllo totale nel secondo, con la russa d’esportazione, al solito nervosetta, sempre più fuori giri sulla pressione della numero uno, la quale, agli ottavi, se la vedrà con Saisai Zheng: la padrona di casa ha dominato una (solita) versione inquietante di Sloane Stephens, capace appena di recuperare sul tre pari il break subito all’inizio del primo set e poi crollata sotto a una slavina di nove giochi a uno.
Avuto e goduto un bye al primo turno in quanto semifinaliste al torneo di Wuhan, le reduci dal sud della Cina hanno avuto in sorte vicende molto diverse nei rispettivi debutti pechinesi. Il botto di giornata lo ha regalato, nolente, Aryna Sabalenka, campionessa la settimana passata e subito fuori qui, per giunta cacciata da Daria Kasatkina, una tra le giocatrici più in crisi in circolazione. Dasha è stata abile a far fruttare la rimontona imposta sabato a Shuai Peng e, impostata la partita su un impenetrabile catenaccio, ha avuto buon gioco nel far breccia tra il calo d’adrenalina e la pessima giornata al servizio (appena il 53% di prime palle in campo, nove doppi falli) della bielorussa. Avanti invece Alison Riske, che da Sabalenka a Wuhan era stata battuta in finale: la tennista da Pittsburgh è stata comunque obbligata a sudare le proverbiali sette camicie per eliminare Ajla Tomljanovic nell’unico match di giornata protrattosi al terzo set.
Tra le molte partite senza storia andate in onda, ci sono quelle ottenute da Naomi Osaka (6-2 6-0 ad Andrea Petkovic), Caroline Wozniacki, rigenerata dall’amico smog di Pechino (6-4 6-0 a McHale), Sofia Kenin (6-3 6-2 a Pavlyuchenkova) e soprattutto di Petra Kvitova, l’unica reduce dalle semifinali di Wuhan di cui ancora non s’era detta parola. Petra ex Petrona, vinta in modo più largo di quanto il punteggio non dica la sfida odierna contro Kiki Mladenovic, affronterà in un ottavo che profuma di scontro diretto per le Finals Belinda Bencic.
Menzione finale per Angelique Kerber, nettamente battuta da Polona Hercog: l’ex numero uno del mondo e pluricampionessa Slam sta vivendo una stagione tristanzuola alquanto, nobilitata, ma non poi così tanto visto il contegno tenuto nell’occasione, solo dalla finale raggiunta a Indian Wells e precipitata dopo quella persa ad Eastbourne in giugno: da quel momento in avanti, Angie ha vinto quattro partite in tutto. Dovrebbe tornare in campo a Lussemburgo tra un paio di settimane, in teoria per raccogliere punti utili a confermare i diritti di partecipazione al ‘Masters B’ di Zhuhai (l’attuale Race to Shenzhen la vede collocata al 17esimo posto); vige il lecito dubbio, però, sulla sua intenzione di prendere parte all’una e l’altra manifestazione.
Risultati, secondo turno:
[1] A. Barty b. Y. Putintseva 6-4 6-2
D. Kasatkina b. [12] A. Sabalenka 6-4 7-6(5)
[7] P. Kvitova b. K. Mladenovic 6-4 6-4
[15] S. Kenin b. A. Pavlyuchenkova 6-3 6-2
[4] N. Osaka b. [Q] A. Petkovic 6-2 6-0
[16] C. Wozniacki b. [Q] C. McHale 6-4 6-0
P. Hercog b. [10] A. Kerber 6-4 6-2
A. Riske b. A. Tomljanovic 6-3 3-6 6-4
S. Zheng b. [13] S. Stephens 6-3 6-1
Il tabellone completo
