ATP Cup: Fognini illude, ma la Russia di Medvedev è più forte

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ATP Cup: Fognini illude, ma la Russia di Medvedev è più forte

Medvedev entra in campo dopo un set ma basta per rimontare un buon Fognini. Livello alto nel terzo set. Peccato per il vantaggio sprecato da Travaglia

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Daniil Medvedev - ATP Cup 2020 (via Twitter, @ATPCup)
 

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L’Italia parte bene in entrambi i singolari ma finisce per due volte con le ossa rotte nonostante una buona prestazione di squadra. Qualche rimpianto per Travaglia, che aveva il primo set in mano, mentre Fognini non ha molto da rimproverarsi. Semplicemente, Daniil Medvedev è uno dei migliori giocatori del mondo in questo momento. Il doppio – con in campo Bolelli e Lorenzi – sarà comunque importante in ottica classifica, dove ogni vittoria conta.

STEF, CHE PECCATO – A portare avanti la squadra guidata da Marat Safin è stato Karen Khachanov. Il numero 17 del mondo ha sconfitto in due set Stefano Travaglia, rimontando un primo set che sembrava ormai finito. L’italiano ha avuto il grande merito di portarsi avanti 5-2 e servizio, dimostrandosi nettamente superiore da fondo e al servizio. Khachanov però non si è scomposto, anche affrontando il set point sul servizio dell’avversario, ha ridotto i non forzati ai minimi termini, mentre Travaglia sul più bello si è irrigidito.

L’assenza di esperienza a livello di campionati a squadre ha influito molto sull’atteggiamento dell’azzurro, che ha perso la battuta per due volte consecutive mentre serviva per il match, prima di riprendere a giocare come a inizio partita sul 5-5. Costretto a salvare un’altra palla break, Khachanov ha vinto anche i successivi due giochi e ha chiuso il set. Il rischio per Travaglia a inizio secondo set era subire il contraccolpo psicologico e crollare definitivamente. È rimasto in partita per i primi quindici minuti, poi sul 3-2 Khachanov ha preso ancora il sopravvento e Stefano non ha più trovato soluzioni vincenti per evitare la sconfitta, arrivata dopo un’ora e 27 minuti.

TROPPO RUSSO PER FABIO – Basta un set a Daniil Medvedev per ritrovare quella solidità divenuta proverbiale in una sola (mezza) stagione e comprensibilmente smarrita nelle ultimissime apparizioni del 2019. Si impone così in rimonta su Fabio Fognini che, chiamato a variare e inventare ma con giudizio, ha senz’altro interpretato nel modo corretto la complicata sfida con il moscovita, pagando però carissimi i momenti di distratta imprecisione.

Uscito indenne dal primo gioco caratterizzato da un dritto troppo falloso, Fabio vola 4-0 mettendo in campo i cambi di ritmo indispensabili contro un avversario che sulla velocità di crociera media e medio-alta ha una continuità disarmante. Per un attimo il pensiero va al doppio break di vantaggio non sfruttato da Travaglia, ma il nostro dispensa grandi giocate e si prende il meritato 6-1.

Dopo i troppi gratuiti, le poche prime in campo e gli zero ace del primo parziale, Daniil torna a far vedere con sempre maggior frequenza scampoli del suo miglior tennis e di quel servizio che tanto ha contribuito alle sue vittorie. Basta allora uno dei classici cali di concentrazione del numero uno della nostra squadra (un paio di doppi falli nel quarto gioco) perché Medvedev allunghi nel punteggio e, soprattutto, entri in quella pericolosa zona di fiducia che lo rende pressoché inscalfibile. Fabio è proprio uscito dalla partita, tanto da distrarre anche l’arbitro che sbaglia un overrule su una seconda in kick russa, e il numero 5 del mondo restituisce il 6-1.

Il set finale è di altissimo livello da parte di entrambi, ma Daniil non sbaglia più (non un’iperbole, letteralmente) e brekka al quarto gioco. Sarà la maglia azzurra, sarà Farah, ma chi si aspetta una resa incondizionata di Fognini è smentito dalla voglia di soffrire del taggiasco che salva i due successivi turni di battuta tra recuperi disperati e accelerazioni spettacolari. Niente da fare invece quando serve per restare nel match e Medvedev si prende per 6-3 il parziale che vale alla Russia la vittoria del tie.

A risultato acquisito ma con un punto che potrebbe comunque rivelarsi determinante per la classifica del girone e per l’eventuale ripescaggio, Alberto Giraudo manda in campo Simone Bolelli e Paolo Lorenzi contro la coppia Medvedev-Khachanov schierata da Marat Safin. Daniil si prende un MTO per farsi trattare la schiena già al termine del warm-up, poi tutto procede regolarmente, compresa la vittoria per 6-4 6-3 dei russi.

L’ALTRA SFIDA Nel primo incontro in programma a Perth per il gruppo D hanno incrociato le racchette Stati Uniti e Norvegia. A conquistare la vittoria sono stati a sorpresa i norvegesi guidati da Casper Ruud. Il ragazzo di Oslo ha battuto John Isner in rimonta, salvando due match point nel secondo set e ha guidato alla vittoria il suo team nel doppio decisivo. La Norvegia sarà la prossima avversaria dell’Italia domenica 5 gennaio.

Ha collaborato Michelangelo Sottili

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