A Medvedev manca il pubblico, a Thiem la Red Bull. Ma intanto vanno al terzo turno dello US Open

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A Medvedev manca il pubblico, a Thiem la Red Bull. Ma intanto vanno al terzo turno dello US Open

Il russo e l’austriaco potrebbero giocarsi un posto in finale nella parte bassa del tabellone dello US Open, fra una vicissitudine e l’altra

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Dominic Thiem - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Dominic Thiem e Daniil Medvedev sono passati un po’ sottotraccia nelle prime giornate dello US Open, almeno dal punto di vista tecnico, più che altro perché non hanno avuto avversari proibitivi e hanno fatto ciò che dovevano. Da una prospettiva meramente numerica, infatti, sono stati fra i cinque giocatori giunti al terzo turno perdendo meno di 20 giochi – gli altri sono Tsitsipas, Struff (quindi un tedesco ma non Zverev) e Krajinovic (quindi un serbo ma non Djokovic).

Va detto che c’è un piccolo caveat per quanto riguarda Thiem: il N.2 del seeding, infatti, ha sì perso solo 17 game, ma giocando un set in meno rispetto agli altri, visto che il suo avversario d’esordio, Jaume Munar, si è ritirato al termine del secondo parziale. In quel match, peraltro, Dominator ha mostrato un livello di concentrazione non ancora eccelso, facendosi breakkare quando stava servendo per il set per poi sprecare due set point nel tie-break prima di chiudere. Anche nel secondo parziale, il break iniziale si è dissolto immediatamente prima dell’infortunio dell’avversario.

In ogni caso, la condizione dell’austriaco pare in netto miglioramento dalla débacle della scorsa settimana contro Krajinovic, e si è visto nella facile vittoria di secondo turno contro l’indiano Nagal; d’altronde, i nuovi campi Laykold del torneo americano stanno mietendo copiosamente fra i giocatori che amano sbracciare come lui, ed è normale che ci possa essere un periodo di adattamento; in questo senso dovrebbe essere aiutato dall’Ashe e dall’Armstrong, dove presumibilmente giocherà tutti i suoi match e che sono stati definiti un po’ più lenti (soprattutto a tetto chiuso). Il prossimo match potrebbe essere un bel test, visto che affronterà Marin Cilic, campione qui sei anni fa.

Medvedev, invece, non ha avuto intoppi di sorta finora, battendo Federico Delbonis (che tira forte ma pare muoversi in un blocco di melassa, sconsigliabile su questi campi rapidi) e il Carneade australiano Christopher O’Connell – il terzo favorito del torneo non ha ancora perso la battuta, eguagliato nel maschile solo da Berrettini, Tsitsipas e Auger-Aliassime. Al terzo turno lo attende un altro avversario sulla carta non proibitivo, la sorprendente wildcard USA JJ Wolf.

Come scritto poc’anzi, però, se il percorso puramente tecnico dei due non ha finora dato adito a speculazioni di sorta (almeno questa settimana), le loro vite sono comunque state piuttosto movimentate, per motivi diversi.

Thiem si è attirato gli strali degli organizzatori per aver tentato di bere una Red Bull (suo sponsor) durante il match di ieri. Stando alla sua ricostruzione dei fatti, la richiesta per avere la bevanda energetica è stata inizialmente negata perché le regole del torneo proibiscono espressamente di mostrare il logo di aziende non legate al torneo: “Bere dalla lattina non è consentito sul terreno di gioco, e questo mi va bene. A volte in campo mi aiuta, per questo la volevo, per me non era un problema berla da un bicchiere”.

Qual è stato il casus belli, dunque? “Il problema è che volevano svuotare la lattina nel bicchiere senza che fossi presente, e questo mi ha fatto inc….re un po’, perché le regole sull’anti-doping sono molto severe, quindi non voglio perdere di vista quello che sto per bere. C’è stata una conversazione in merito, mettiamola così. La faccenda era un po’ strana”. Red Bull, logo coperto, sostanze che stimolano la prestazione – è lo US Open o una biografia di Morgan a X-Factor?

Chez Daniil, i primi giorni del torneo sono stati pure più turbolenti: il russo, infatti, ha schivato di un millimetro la pallottola della “bubble in the bubble”, o meta-bubble, visto che è stato incluso nel gruppo di giocatori soggetti a misure più stringenti per via dei contatti avuti con Benoit Paire; fortunatamente per lui e per il torneo, però, i suddetti contatti non sono stati tanto frequenti o ravvicinati da necessitare precauzioni draconiane, e infatti Medvedev è finito nel trio di giocatori a lieve rischio con Dzumhur e Mahut, e i suoi privilegi non sono stati di fatto ridotti.

Essendo però un fine psicologo e troll, però, ha anche iniziato a rimodellare le condizioni del torneo invocando i conflitti del 2019: “Lo scorso anno il torneo è stato come un giro sull’ottovolante, in cui sono emersi diversi lati della mia personalità. Ho fatto degli errori, lo ammetto. Ma ero io. Ero sincero. Per fortuna, giocando un buon tennis e mostrandomi divertente, senza essere un’altra persona e senza nascondere nulla, hanno iniziato a fare il tifo per me, e mi dispiace che non ci siano spettatori, perché credo che tanti di loro sarebbero stati dalla mia parte“.Giusto per ricordare, questo era Medvedev prima che il pubblico americano lo ergesse a beniamino per la clamorosa prestazione offerta in finale con Rafa Nadal:

Che dire, se il nume tutelare di Thiem era Morgan, per spiegare l’inversione a U si può solo invocare il più grande sensei meneghino, a.k.a. Giovanni Storti:

Che li accompagnino per tutto il torneo.

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