All’età di 90 anni, è morto mercoledì scorso nella sua abitazione in Florida Tony Trabert. Una vera leggenda del tennis sia sul campo che fuori ricoprendo, dopo il ritiro dalle competizioni, ruoli come quello di capitano di Coppa Davis, di apprezzatissimo commentatore TV e di presidente della Hall of Fame, nella quale era già entrato come giocatore.
Nato il 16 agosto del 1930, fu numero 1 del mondo e vincitore di dieci titoli Slam fra singolare e doppio negli anni ’50, nonché di due Pro Slam. Non si può non ricordare la sua stagione 1955, la sua ultima da dilettante: Tony vinse 106 incontri e alzò 18 trofei di cui tre del Grande Slam, quarto uomo a riuscire nell’impresa dopo Jack Crawford, Fred Perry e Don Budge – da allora è stata ripetuta solo da Rod Laver, Jimmy Connors, Mats Wilander, Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Vinse il Roland Garros, Wimbledon e gli US Nationals, come si chiamava allora lo US Open, gli ultimi due senza cedere un solo set; in Australia ci volle Ken Rosewall per fermarlo in semifinale. Vinta la Coppa Davis da giocatore nel 1954 insieme a Vic Seixas, Trabert si ripeté nel 1978 e 1979 da capitano, guidando John McEnroe al suo primo successo a squadre.
“È stato il primo atleta a cui ho chiesto un autografo”, ha scritto Billie Jean King in un toccante ricordo. “Nel corso degli anni, la nostra relazione si è approfondita e lui è stato un magnifico mentore nel tennis, nei commenti in televisione e nella vita”.
Nelle prossime settimane, Ubitennis pubblicherà un ricordo scritto da Mark Winters, suo amico di lunga data, nonché coach e giornalista.
