Murray esalta il pubblico di Wimbledon: "Ci siamo nutriti a vicenda"

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Murray esalta il pubblico di Wimbledon: “Ci siamo nutriti a vicenda”

Maratona di quasi 4 ore per lo scozzese che non ha dimenticato come si lotta: “Quello che sto facendo ora è più difficile delle cose che facevo a 20 anni”

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Andy Murray - Wimbledon 2021 (via Twitter, @wimbledon)
 

Un match di secondo turno può entusiasmare il pubblico – da casa e sugli spalti – tanto quanto una semifinale o una finale? Se in campo c’è un giocatore carismatico e combattivo che due anni e mezzo fa aveva annunciato il ritiro e ora è tornato a mostrare un tennis di qualità e sostanza, la risposta è sì. Andy Murray ha impiegato 3 ore e 51 minuti per superare Oscar Otte e come si evince dal punteggio, 6-3 4-6 4-6 6-4 6-2, non sono mancati ribaltamenti di fronte e momenti in cui lo scozzese sembrava quasi spacciato. “Parecchio di quello che sto facendo ora è più difficile di molte delle cose che facevo quando avevo 20 anni a causa dei problemi fisici che ho avuto” ha confermato l’ex n. 1 del mondo in conferenza. “È difficile ovviamente scendere in campo e giocare partite di questa lunghezza quando sai che non ne hai giocate molte e non hai avuto un sacco di preparazione. Non ho giocato molto sull’erba in quattro anni. Quindi sì, è stata dura. Ma insomma questo è uno dei motivi per cui gioco ancora, è per momenti del genere.

Perché dovresti rinunciare a tutto questo? ha confessato sorridendo. “L’atmosfera è stata bella per l’intera partita, ma soprattutto l’ultima ora e mezza è stata fantastica. Mi sto divertendo ancora adesso”. Murray si era ritrovato sotto due set a uno e il suo serbatoio sembrava quasi vuoto quando il pubblico del centrale di Wimbledon ha ingranato la marcia per lui e c’è stata la svolta della partita. Un piccolo, involontario, aiuto gli è arrivato anche dagli organizzatori che sul 2-2 nel set decisivo hanno deciso di chiudere il tetto e dunque il gioco è stato sospeso per una ventina di minuti.

Andy Murray – Wimbledon 2021 (via Twitter, @wimbledon)

“Quando siamo tornati in campo sentivo di aver bisogno di più energia e ho provato a coinvolgere di più la folla. Ho scelto alcune persone tra il pubblico e in pratica le fissavo dopo ogni punto e cercavo di interagire con loro. Sai, la folla ha creato un’atmosfera fantastica, ma penso che li stessi anche coinvolgendo e alla fine ci siamo nutriti l’uno dell’altro. Quando una cosa del genere accade ne sono consapevole in quel momento. Ovviamente quando l’atmosfera è così e le cose vanno per il verso giusto, è una bella sensazione”.

Lo scozzese li ha ripagati non solo con una prestazione da grande campione (non sono mancati alcuni colpi spettacolari, inclusi i due pallonetti che hanno messo fine al match) ma a fine partita ha anche regalato a due ragazzi in prima fila una sua maglietta e un ombrello targato Wimbledon. “Interagire col pubblico è qualcosa che ho fatto parecchie volte negli anni in alcune partite. Spero che ai fan piaccia e non pensino che sia un po’ strano che io li guardi e gli gridi per un’ora, ma sembra che anche a loro faccia piacere”.

Tralasciando un momento le sensazioni e parlando di tennis giocato, Murray si è esibito in una prestazione di sostanza contro un avversario ostico che sapeva prendere la rete con puntualità e grazie alla sua altezza (1.93cm) era difficile da passare. I tanti errori gratuiti però inevitabilmente spingono il diretto interessato ad una riflessione. “Guardando alla partita nel suo insieme potrei suddividerla in tre o quattro parti. Ci sono un paio di quelle parti che sono state davvero, davvero buone, la parte iniziale, il primo quarto e il quarto quarto, è quello c’era nel mezzo ad essere scadente. Mentre nella partita dell’altro giorno con Basilashvili è stato un po’ come se avessi fatto bene per tre quarti su quattro”.

Andy comunque non ne attribuisce la causa all’età o a carenze fisiche, bensì alla semplice mancanza di allenamento. “Non è facile, quando non hai giocato partite e non ti stai allenando, mantenere la concentrazione per due ore e mezzo, tre ore alla volta. Non so se voi ragazzi vi trovate così in difficoltà a volte anche in quello che fate. Sono sicuro che se ti allontani quattro o cinque mesi dallo scrivere una storia e poi devi inventarne una sul posto, non è così facile. Penso che una volta che inizi a giocare di nuovo più partite e ti abitui a quel ritmo e ti abitui a vincere di nuovo e cose del genere, diventa un po’ più istintivo, un po’ più naturale. Insomma è stata solo un po’ dura finora”.

Durante la sfida con il tedesco, Murray è incappato un paio di volte in due pericolosi scivoloni – uno dei quali ha fatto temere qualche grave problema all’inguine – e la cosa ha effettivamente spaventato il due volte campione di Wimbledon. “Non ricordavo che fosse proprio così. Lo so che i tennisti cadono spesso all’inizio del Queen’s e succede anche a Wimbledon. Questa è la natura del tennis su erba. Ma è proprio il modo in cui i giocatori stanno cadendo che è strano. Ad esempio, ce n’è stata uno in cui stavo correndo indietro per un pallonetto e c’è mancato poco che fosse piuttosto brutta. Ho visto Isner cadere e io ho fatto una cosa simile oggi mentre mi muovevo in avanti“.

Non vuoi che sia così. Speriamo che si asciughi un po’ nei prossimi giorni. Un po’ di condizioni meteo più caldo penso che aiuterebbero. Ma sono stati giorni difficili: alcuni giocatori si sono ovviamente fatti male durante le partite e alcuni sono stati fortunati, io sono uno di loro questa sera”. Intanto la giornata di riposo prima della sfida di terzo turno contro Shapovalov aiuterà lui a recuperare fisicamente e i campi possibilmente ad asciugarsi un po’.

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