Due ragazze, due sorelle, due tenniste in fuga dal loro Paese. É la storia di Dayana (21 anni, n. 128 del ranking) e Ivanna (15 anni) Yastremska che, costrette ad evacuare dalla loro Ucraina a causa dell’invasione russa, si sono rifugiate lo scorso 26 febbraio in Francia. Lì hanno trovato riparo, e non solo fisicamente, grazie alla federazione francese che le ha invitate a partecipare al WTA 250 di Lione offrendo loro una wild card.
E così le due sorelle ucraine sono scese in campo per la prima volta nella loro vita insieme per una partita di doppio. L’hanno fatto portando sulle spalle la bandiera ucraina che, è il caso di dire disgraziatamente, tutti abbiamo imparato a conoscere. Ivanna, all’esordio tra i professionisti (e sì, sarebbe stato meglio fosse avvenuto in ben altre circostanze), si incarica di portarla, la ripone delicatamente tra le due sedie quindi Dayana la sistema con cura.
É un’immagine toccante, in questo periodo in cui se ne ha così bisogno (e in cui tutti dobbiamo fare qualcosa), di due ragazze che sono state costrette a lasciare il loro Paese, ma senza mai abbandonarlo con la mente. “Sono molto orgogliosa di mia sorella” – ha commentato Dayana dopo la partita – “É difficile giocare in questo momento, ma noi ci stiamo sforzando di combattere per il nostro Paese. Speriamo che i nostri genitori ci abbiano potuto guardare”.
E poco importa se le sorelle Yastremska sono state battute in due set dalla coppia Garcia Perez/Knoll (ritroveremo comunque Dayana in singolare contro Ana Bogdan), il messaggio che hanno mandato al mondo va ben oltre il risultato di una partita di tennis.
