Dopo il cinema la televisione. Panatta si racconta: "Cerco sempre il lato ironico. Interpreto me stesso"

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Dopo il cinema la televisione. Panatta si racconta: “Cerco sempre il lato ironico. Interpreto me stesso”

In un’intervista per Repubblica, l’ex numero 4 del mondo ha anche parlato dell’evoluzione del tennis: “I nostri movimenti erano più aggraziati. Adesso sembra che si menino”

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Adriano Panatta in postazione di commento per Eurosport
Adriano Panatta in postazione di commento per Eurosport
 

Ha 72 anni Adriano Panatta, ma non ci sono dubbi sul fatto che si senta ancora un ragazzino spensierato, voglioso di divertirsi e pieno di energie. Il campione del Roland Garros nel 1976, infatti, continua ad accettare nuove sfide (lo scorso mese ha commentato i match di Davis dell’Italia) e lo fa con quel suo tipico sorriso, appena accennato, quasi beffardo. A partire da domani pomeriggio lo metterà in mostra a “Domenica Dribbling” su Rai 2. Lui e Paola Ferrari faranno da padroni di casa e saranno anche compagni nella rubrica “Doppio Misto”: dall’altra parte dello studio, invece, Elisa Di Francisca e Gianfranco Teotino. Vince chi ne sa di più su argomenti di stretta attualità sportiva. Adriano sarà poi protagonista di un’altra sezione, denominata “Serve and volley”. Intervistato da Silvia Fumarola per Repubblica, l’ex numero 4 del mondo ha detto di divertirsi in televisione solo “se mi fanno fare me stesso: visti i nomi delle rubriche, in Rai devono avergli dato ascolto.

Dopo un periodo in cui le attenzioni mediatiche non lo riguardavano, Panatta sta vivendo una nuova vita tra set cinematografici (con anche il successo di “Una Squadra” di Domenico Procacci) e studi televisivi. Tutto è iniziato nel 2018 con il cameo in “La profezia dell’armadillo” e con quella battuta – diventata virale – sulla bellezza del suono prodotto da un colpo piatto: “pof pof”. “‘Hai letto il copione?’ chiede mia moglie. ‘No’. ‘Adesso che fai?’. ‘Lo leggo lì due volte e lo faccio mio, non devo fare “Tutto Dante” come Benigni’. Quel dialogo l’aveva scritto Procacci. Grazie alle domande del giovane attore mi sono immedesimato, mi facevano davvero rodere (nella scena il ragazzo non riconosce minimamente Panatta, ndr). Ho risposto come farei nella vita. Un solo ciak” – racconta Adriano.

Del resto, anche in campo una delle sue doti migliori stava nella capacità di improvvisare. Così è stato e sarà in televisione: Ho sempre lavorato improvvisando. Mi piace intervenire sul momento, per dire una cosa spero intelligente”. E così ad Alessandra De Stefano, la direttrice di Rai Sport che lo ha chiamato per condurre “Domenica Dribbling”, Adriano dice di aver messo le cose in chiaro sin da subito: “Ho detto ‘sai come lavoro in tv, faccio un po’ come mi pare’. Abbiamo parlato ed eccoci qua”. Così mentre Paola Ferrari farà televisione, lui farà Panatta, alla ricerca costante del “lato ironico” per rendere meno piatti i programmi sportivi: “Non mi entusiasmano molto – dice – Il calcio, secondo il mio punto di vista, viene trattato in modo un po’ ecumenico. Sembra che non si possa dire niente”.

Non poteva poi mancare la domanda sul tennis di oggi e sulle differenze con il passato: evoluzione o involuzione? Panatta si limita a descrivere lo stato delle cose: “I nostri movimenti erano più aggraziati, i colpi più morbidi, meno strappati. Erano diverse le racchette. Adesso sembra che si menino. Tutti gli sport sono più veloci e sono cambiati gli atleti: il più piccolo è alto come me, che sono un metro e 85”. Parimenti, non poteva non trovare spazio una battuta indirizzata all’amico fraterno Paolo Bertolucci. Adriano nega di essersi costruito complessi di superiorità: semplicemente “ero un po’ più caruccio di Bertolucci”. A chiudere, poi, una dichiarazione sulla sua posizione politica: “Sono fondamentalmente un liberale progressista. Antifascista e anticomunista. Spero, come credo, che in Italia siano finite sia una cosa che l’altra”.

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