Tre giorni al Puente Romano di Marbella, l'off season con Novak Djokovic

ATP

Tre giorni al Puente Romano di Marbella, l’off season con Novak Djokovic

Reportage dal Puente Romano di Marbella, dove Djokovic trascorre l’off season fra impegni commerciali e allenamenti

Pubblicato

il

 

Questo contenuto è l’edizione 2×51 di Warning, la newsletter di Ubitennis. Ci si iscrive qui.

Appena sbrigate le rapide formalità e preso possesso della municipalità che si è rivelata essere la nostra stanza del lussuoso resort, siamo andati subito a vedere il mare. Perché così si fa. C’era una leggera brezza, eravamo partiti con la lana indosso ma in quel momento eravamo in maglietta, il sole ci faceva dimenticare che era dicembre, le palme ci dicevano che non eravamo a Fregene, e il rumore di palline da tennis colpite con quel suono che solo i professionisti sanno produrre arrivava in lontananza. Abbiamo chiuso gli occhi e ci è venuta in mente l’inizio di Bohemian Rhapsody: “Is this the real life? It is  just a fantasy?”.
 
Riavvolgiamo tutto. Siamo stati tre giorni a Marbella, al Puente Romano resort, perché Asics ci ha invitato all’evento di presentazione delle nuove scarpe 2023, c’era anche Novak Djokovic. Questa non è un’edizione sponsorizzata, nessuno ci paga per parlarvi delle nuove scarpe di Asics, che sono già le più vendute al mondo, ma se volete leggere Warning questa settimana vi tocca sorbirvi il racconto di una tre giorni tutta comodità, alcol, palme, 18 gradi e tanto tennis, oltre allo Jamón ibérico, si capisce.
 
Anche perché, figuriamoci se ci mettiamo a seguire quella specie di torneo per ricchi che si sta giocando in Arabia Saudita, vero che l’alternativa sarebbe guardare i mondiali del Qatar ma insomma, cerchiamo di svernare all’insegna della democrazia.

L’Andalusia per noi è la parte più bella della Spagna, Malaga è un capolavoro di città, Marbella è una specie di distaccamento per ricchi. Nella zona in cui siamo ci sono cinque chilometri di lungomare con resort e ville separate dal mare solo da una pista ciclabile, sulla quale si fa running a tutte le ore. Il Puente Romano è uno di questi resort, ma non una roba coatta bensì di una bellezza venusta. Prende il nome da un ponte romano del primo secolo dopo cristo che sta nel mezzo di questo piccolo paese che è: piazze, vie, edifici, ristoranti, tante piscine, anche riscaldate d’inverno, centri di bellezza, una spa che si chiama “Sesto senso” e tante palestre, una di questa ha addirittura il ring da boxe. Ovviamente c’è anche il circolo tennis, con campi in terra e duro, in primavera ospita anche un torneo Challenger.

Girovagare per il Puente Romano significa camminare su strade pedonali circondati da una folta vegetazione, a tratti sembra di attraversare una foresta nella quale ci sono tanti edifici, tutti bianchi ma con diversi stili a seconda di dove ci si trova; questo serve per differenziare la zona aperitivo ad esempio, rialzata sul mare, oppure i ristoranti; si può pranzare a ridosso della spiaggia, in maniera più frugale, o più in alto nel resort, riparati dalle palme per pranzi e cene più riservati. C’è anche una zona notturna che alla sera diventa il posto dove stare se si ha voglia di fare le storie su Instagram tipo mogli dei calciatori. Ovviamente noi ne siamo stati alla larga.
 
Ce ne andiamo a fare una corsetta verso il molo de la Nueva Andalucia, che dista poco più di tre chilometri. Guardiamo queste ville sul mare in costruzione coperte dai classici teloni con i rendering di come saranno; quelle di fianco, finite e già abitate con le bottiglie di bollicino che si vedono sui tavoli dei balconi, sono esattamente uguali ai rendering, sembrano finte. Arriviamo al molo, ovviamente yacht e macchine le cui porte si aprono in verticale, c’è la passeggiata con i negozi del lusso, una sorta di via Condotti o Monte Napoleone a seconda della preferenza, ristoranti stellati e gente uscita direttamente da Instagram tanto è patinata e azzimata.

Sembra una specie di circolo a numero chiuso questo piccolo centro, sembra un posto costruito per bruciare i soldi, spendere 100 mila in tre giorni non dovrebbe essere una cosa difficile. Guardiamo il cronometro, invertiamo la marcia e puntiamo al nostro resort. Ci fermiamo a fare stretching, a Marbella ora ci sono quasi 20 gradi, la salsedine ci entra dentro, Novak Djokovic passeggia sul lungomare a pochi metri da noi.

l serbo è con un amico che porta in giro due cani, chiacchierano, ha la calzamaglia e il cappuccio della felpa in testa per proteggersi dal vento. Novak vive a Marbella, un posto che scopriremo fantastico per svernare a dicembre. È al Puente Romano per un photo shooting per Asics in vista degli Australian Open, andiamo a sbirciare mentre gira il video nel circolo che ora è a porte chiuse.

Capiamo che c’è qualche difficoltà nella ripresa giusta. In campo ci sono una decina di persone, ad un certo punto Djokovic dice allo sparring partner come e dove lanciargli la palla, poi va dal regista e indica un punto del campo dove lui arriverà in scivolata, gli dice che è là che deve stare la telecamera bassa per inquadrare la scarpa mentre frena nella più classica della spaccata serba. Parte il ciak, Novak gioca un dritto, lo sparring gli tira sul suo rovescio, il serbo arriva, scivola colpendo un rovescio incrociato, fa il pugno, il ciak sarebbe perfetto solo che lo sparring colpisce la volée. “In realtà dovresti lasciare la palla altrimenti entra nell’inquadratura” gli dice sorridendo. Ridono tutti. Si ripete il ciak, perfetto al secondo tentativo.


Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 


CONTINUA NELLA PROSSIMA PAGINA

Pagine: 1 2

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement