Roma e i biglietti troppo cari: un cambio di politica non sarebbe una vittoria per tutti?

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Roma e i biglietti troppo cari: un cambio di politica non sarebbe una vittoria per tutti?

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Foro Italico - Roma 2023 (foto Francesca Micheli)
 

La questione caro biglietti a Roma continua a tenere banco. E’ stata sollevata in modo piuttosto polemico dalla RAI durante l’ultima Domenica Sportiva – ma chissà se la RAI si sarebbe pronunciata così criticamente se avesse avuto i diritti tv che invece appartengono a SKY e MediaSet (network che al caro biglietti non hanno fatto riferimenti di sorta) – e in questi giorni anche da Repubblica e da Il Tempo. Se i biglietti ground per i campi secondari nei giorni scorsi sono andati a ruba e l’atmosfera è stata meravigliosa, lo stesso non si può dire per il Campo Centrale e la Grandstand Arena, che ha spesso registrato presenze ampiamente al di sotto del 50% della capienza e un tifo meno vivace per i protagonisti e per gli italiani che hanno giocato sui due campi principali. In particolare Jannik Sinner in entrambi i suoi match ha goduto di una scarsa presenza di spettatori: un orario davvero non favorevole quello scelto per il suo il debutto contro Kokkinakis (venerdì alle 11.00), soprattutto quando poi tutti gli incontri più interessanti per il pubblico italiano, vale a dire i match di Trevisan-Muchova, Fognini-Kecmanovic e Giorgi Alexandrova, erano stati programmati sul Pietrangeli. Non una scelta ideale.

Il campo delle statue è stato così preso d’assalto dai possessori del biglietto per il “centrale” e non solo da loro. In teoria vi potrebbero accedere 10.000 persone, ma i posti sul Pietrangeli sono solo 4.000 e ci possono andare anche tutti i possessori dei biglietti “ground”. Chi si prendeva un posto già al primo incontro non lo mollava più. Riuscire a vedere qualcosa per chi arrivava dopo era praticamente impossibile. E tutto quel superaffollamento di gente in piedi che cercava di sbirciare qualcosa, mentre lì accanto c’era il centrale semivuoto non è sembrata ai più una scelta azzeccata. Nella sera del secondo match di Sinner, contro Schevchenko, gli spalti erano semideserti, alle 21.30. Vero che il timore della pioggia annunciata aveva probabilmente tenuto a casa parecchi tifosi, però quello stadio semivuoto quando si esibiva il tennista italiano oggi più popolare, ha suscitato un mucchio di critiche. Tanto è che diverse fan page di Sinner si sono scagliate sui profili Twitter contro l’organizzazione: “Sembra che vogliano sabotare i giocatori di casa cercando di lucrare sui biglietti”, – si è letto – “Se ci fosse stato un pubblico all’altezza, Sinner avrebbe vinto il secondo set contro Shevchenko”.

La Federazione Italiana Tennis e Padel si è difesa da queste accuse – riportate da Repubblica – affermando che l’incasso proveniente dagli Internazionali viene reinvestito sui centri tecnici, sulla televisione e sul miglioramento dei servizi della federazione. Resta il fatto che questa politica dei biglietti ha portato a un accesso complicato da parte dei possessori dei biglietti del Centrale al Pietrangeli per vedere le partite degli italiani, come per il derby Musetti-Arnaldi di domenica o per quello di Fognini-Kecmanovic venerdì. Si dovrebbe cercare di evitare questo grosso scarto di interesse e affluenza tra i due primi show courts e gli altri campi. Per esempio c’è stato grande entusiasmo per l’esibizione di un giocatore che dà sempre spettacolo come Alexander Bublik. Il kazako ha fatto divertire gli appassionati con il suo tennis fantasioso e imprevedibile. Anche per il suo atteggiamento simpatico, distaccato. Un’atmosfera che avrebbero meritato anche Sinner, Djokovic e Alcaraz. I campi principali andranno inevitabilmente a riempirsi per le fasi finali del torneo. Già da questo martedì tutti gli incontri di singolare sono concentrati tra Centrale, Grand Stand e Pietrangeli. Negli anni prossimi si potrà certamente tenere debito conto dell’esperienza di quest’anno.

(ha collaborato Ubaldo Scanagatta)

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