B. Shelton b. D. Thiem 7-6(1) 1-0 rit.
Ancora un’altra partita mutilate a Flushing Meadows, ancora un altro ritiro. Il match più atteso della terza giornata, che ha riempito le tribune del Louis Armstrong, è terminato dopo appena un’ora e 7 minuti di gioco a causa dell’improvviso malessere accusato da Dominic Thiem all’inizio del secondo set che ha dato via libera a Ben Shelton.
Il giovane virgulto statunitense si era aggiudicato il primo set dopo aver rimontato un break di svantaggio e disputando un tie-break straripante sia al servizio sia alla risposta. Shelton dà la sensazione di una Formula 1 guidata da un sedicenne (negli Stati Uniti si può prendere la patente a 16 anni) che sta imparando a guidare e non è in grado di controllare tutta l’incredibile potenza del motore. La straordinaria facilità con cui riesce a imprimere accelerazioni alla palla, unita alla pericolosità delle traiettorie mancine confezionano un pacchetto davvero letale che si spera potrà far divertire i tifosi di tutto il mondo per tanti anni a venire, e soprattutto i tifosi americani.
LA PARTITA – Inizio a tutto campo per entrambi i protagonisti, che non disdegnano la rete per chiudere i punti e soprattutto non disdegnano il serve&volley, soprattutto Thiem. Shelton sembra determinato a giocare solo lungolinea quando rincorre le smorzate e quando deve giocare passanti, facilitando il lavoro di Thiem.
Una volée di diritto in rete inguaia Shelton sullo 0-30 nel sesto gioco, e due errori consecutivi concedono a Thiem il break per il 4-2. Tuttavia l’austriaco non riesce a consolidare la sua posizione, spara lunghi un paio di diritti in palleggio e concede il controbreak con un doppio fallo.
Thiem continua con le sue discese a rete, salva tre palle break con il servizio sul 4-4, riesce ad arrampicarsi a set point sul 5-4, ma una seconda di servizio micidiale al corpo glielo cancella.
Il tie-break è un assolo di Shelton, che domina gli scambi e chiude con un paio di diritti vincenti dopo 59 minuti di gioco.
Alla fine del primo set Thiem esce dal campo per una pausa fisiologica, ma al rientro non è più lui: incassa il primo game senza quasi giocare, poi chiama il medico lamentando dolori all’addome, e poco dopo conclude che non è più in grado di continuare e se ne va dal campo e dallo US Open.
Shelton raggiunge quindi il terzo turno dello US Open per la prima volta in carriera e cercherà di arrivare alla seconda settimana del suo Slam di casa affrontando un avversario per lui inedito, il russo Aslan Karatsev (n. 77 ATP).
