Strano, non ce lo saremmo mai aspettati, ma sarà un derby statunitense a decidere chi sarà il campione dell’edizione 2025 del torneo di Houston. Il protagonista delle due semifinali – e probabilmente dell’intera settimana, a prescindere dal prossimo risultato – è senza dubbio Jenson Brooksby, partito dalle retrovie, nel tabellone cadetto, e spintosi sino all’atto conclusivo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship, testimone della rinascita del classe ‘2000 di Sacramento. Brooksby, ha sconfitto il numero uno del seeding Tommy Paul al termine di un match infinito, interrotto svariate volte per avverse condizioni meteo, agguantando una finale che mancava dal lontano luglio ‘2022, quando ad Atlanta si arrese all’implacabile aussie De Minaur. Jenson sognerà ancora, domenica, affrontando Frances Tiafoe, anch’egli protagonista di un solido match contro Brandon Nakashima.
[Q] J. Brooksby b. [1] T. Paul 7-6(5) 3-6 7-6 (8)
Brooksby parte meglio e si porta sul 3-0 ma a Paul non mancano le occasioni per ricucire in questo inizio di match dove l’azione del favorito del torneo è interrotta da alcune imprecisioni in manovra. Dopo i primi tre game c’è la prima interruzione per pioggia e al rientro Jenson ha buon gioco nell’approfittare degli impacci di Paul, e inoltre si muove bene in recupero. Paul si inclina fino al 2-5 e applaude il rivale che gli rimanda un rovescio lungolinea slice con il taglio a uscire con un passante in cross di dritto, ma da qui i destini del set cambiano direzione.
Paul cresce nella costruzione delle sue geometrie e fa progressivamente valere la sua classe, azzerando il ritardo in termini di break e raggiungendo il punteggio di parità a quota cinque. Il numero 507 del ranking raggiunge il 6-5 e poco dopo ha il setpoint del 7-5, che Paul vanifica per spingere la contesa al tie-break.
Nello jeu decisif tutto sembra apparecchiato per la vittoria del favorito, che si adopera con tutta la sua classe per mettere alle strette l’avversario con i suoi colpi profondi e più incisivi. Brooksby deve servire sul 2-5 e i due servizi vincenti che ne scaturiscono sono quanto mai tempestivi. Qui arriva l’inaspettato, l’intempestivo: il doppio errore in battuta di Paul, il terzo in un parziale non irreprensibile per lui, e non solo in questo aspetto. Tommy esce dallo scambio successivo, estenuante e lottato, con un dritto in diagonale che precipita in corridoio, e sul setpoint invia oltre la riga difesa da Brooksby l’ultimo rovescio del set.
Paul si è liquefà in un amen proprio nelle fasi roventi del set; l’americano del New Jersey perde la bussola nello sprint finale, specchio di una frazione onorata da una intensità insufficiente per i suoi canoni. Tommy riparte bene ricostruendo le sue strategie a partire dal servizio, dal rendimento certo emendabile, ma anche il suo dirimpettaio lavora per irrobustire la fase iniziale del suo tennis e il 3-2 senza break a favore di Paul dopo venti minuti circa vede solo tre punti per chi parte rispondendo. Dopo l’ennesima interruzione, il buon Tommy riesce finalmente a scavalcare il connazionale e a prendere il largo, confezionando un parziale convincente, messo in cascina per 6-3.
L’avvio spedito di Brooksby nel terzo set gli consente di guadagnare un break di vantaggio, recuperato celermente da Paul grazie ad un confuso scambio, mal gestito dal giovane Jenson. Il coraggio del classe ‘2000, però, prevale sull’ordinarietà di Paul, spesso colto alla sprovvista dai vincenti fulminei dell’avversario. L’esperienza paga, e Tommy, cautamente costruisce il suo castello di certezze, servendo persino per chiudere la pratica, beffato dal recupero in estensione di Brooksby nel dodicesimo gioco. Il tiebreak deciso, nel set finale, premia proprio Jenson, incredulo al momento della vittoria. Il 24enne di Sacramento torna in finale dopo quasi tre anni.
[2] F. Tiafoe b. [4] B. Nakashima 6-4 7-6 (3)
Bada al sodo Frances Tiafoe, che regola in due set il connazionale Brandon Nakashima, sconfitto in meno di due ore. Il numero due del seeding ha perfettamente sfruttato la pesante – e inumidita – terra di Houston per muovere il nativo di San Diego, succube dei molteplici dropshot eseguiti da Tiafoe, intento a far avvicinare quanto più possibile Nakashima nei pressi della rete, trovando spessissimo l’escamotage per infilzarlo, o con uno strettino o con un lungolinea. Complicato per i due statunitensi imporre il loro possente servizio, parecchio limitato dalla superficie, preferibilmente giocato in kick per spalancarsi il campo e guadagnare metri, come accaduto in svariate occasioni.
Frances lotta in una sfida praticamente giocata ad armi pari, ma a differenza di Nakashima, riesce a dare uno strappo prevalendo nei punti cruciali, e dopo i due servizi “sottratti” al connazionale, Tiafoe porta a casa il primo set per sei giochi a quattro. Molto più elaborato il secondo parziale, dove si è scatenato il valzer dei break che ha condotto i due al tiebreak. Ancora una volta, il cinismo e l’essenzialità del numero due del tabellone fanno masticare amaro al giovane Nakashima, avventato e frettoloso nella scelta di attaccare la rete dopo “un duello slice”, proprio dove Frances voleva condurlo per metterlo in riga con un magistrale strettino di dritto. Brandon non recupera il gap, e con un agevole dritto, Tiafoe mette la firma sul match, raggiungendo Brooksby in finale.
(Ha collaborato Danilo Gori)