È stato spaventosamente diretto Adriano Panatta, dopo la conclusione della finale Femminile tra Coco Gauff e Jasmine Paolini, conquistatrice degli Internazionali d’Italia 2025. L’ex tennista italiano – vincitore a Roma nel 1976 – ha sollevato una critica sul tennis femminile, denunciando la presenza di un gioco eccessivamente monotematico diffuso tra le giocatrici, che, a suo dire “Tirano solo forte senza pensare, una noia mortale”.
Panatta non ha affatto avuto peli sulla lingua, dando luogo a un dibattito – non animato – con un’altra vecchia gloria del tennis azzurro, Rita Grande, adesso opinionista. L’ex campione del Roland Garros non si è risparmiato su Coco Gauff, aggiungendo: “Imparare a giocare sulla terra battuta mica fa male. Ha fatto una palla corta che neanche un N.C”, rincarando la dose sul tema della mancanza di varietà di gioco da parte di alcune giocatrici, cresciute sui veloci campi in cemento, ed abituate a scambiare ferocemente da fondo, senza magari dedicarsi a soluzioni alternative, come la cura del drop shot. “Gli insegnano solamente una cosa: tirare forte senza pensare. In questo sport, senza pensare, non vai da nessuna parte”, ha ribadito l’ex tennista capitolino.
Panatta ha poi virato sul capitolo “uomini”, elogiando la loro versatilità nelle diverse superfici “Sinner e Alcaraz vincono dappertutto. Sulla terra, sul cemento, sull’erba. Allora che giocassero in un circuito sul cemento in America – riferendosi alle donne – e noi facciamo a meno di vedere le cose che abbiamo visto oggi. Giocano tutte uguali, è anche impressionante quando la palla va dentro, ma bisogna spiegargli che ci sono anche le righe”.