How are you Carlitos? Domanda d’obbligo in quel di Londra per cominciare a capire come si muove sull’erba quest’anno Alcaraz, vero e autentico rivale di Jannik Sinner in quel di Wimbledon. Ma inutile correre con i tempi, intanto, hanno deciso di separarsi in questa fase di avvicinamento allo Slam più “Reale” degli altri. All’ATP Queen’s Carlos parte soft, ma quanto basta per avere la meglio sul lucky loser Adam Walton al tappeto dopo 1ora e 44′ di battaglia con il punteggio di 6-4 7-6(4). Ha messo in campo il 68% di prime palle, portando a casa l’86% di punti con esso. Dieci aces per lo spagnolo, capace di annullare le due palle break concesse e di portare a casa il break decisivo del primo set. Nel settimo game la gara comincia a pendere verso casa Alcaraz: l’australiano cede la battuta alla terza palla game del gioco e dopo non aver sfruttato quattro chance di 4-3. Il fresco vincitore del Roland Garros non sfrutta due set point nel nono gioco, per poi chiudere 6-4 alla terza occasione.
Nel secondo set, l’unico ad avere palle break è l’australiano e sono due set point. Serve il miglior Alcaraz per risalire la corrente. Decide un parziale di 3-0 sul 4-4 del tie-break per lo spagnolo che ora sfiderà Jaime Munar che ha sfruttato il ritiro di Jordan Thompson, dopo che aveva chiuso in suo favore il primo set.
Ma dietro Jannik e Carlos chi è rimasto in scia? La risposta vedrebbe convergere verso Novak Djokovic, perchè Taylor Fritz non riesce a trovare alternative al suo muscoloso tennis, Ben Shelton è incapace di chiudere le gare e De Minaur vive di alti e bassi.
In questo quadro deprimente, c’è spazio per il funambolo Corentin Moutet. Sarà irriverente, fumoso, ma almeno fa divertire e offre un tennis diverso fatto di tante palle lavorate che spesso mandano al “manicomio” gli avversari. Chiedere all’amico Fritz, non inteso in maniera ironica, ma riferito a Taylor che commette 45 errori e getta all’ortiche un match in cui ha avuto un match point sul suo servizio nel tie-break del secondo dopo aver vinto il primo. Sul 7-6 è stato capace di perdere tre punti consecutivi, due dei quali giocati sul suo servizio. L’incubo si è prolungato anche in avvio di terzo set quando ha perso in maniera gratuita la battuta. Il francese ha perso due punti nei primi quattro turni di battuta del terzo set, per poi perderne quattro tutti insieme nel game in cui ha servito per il match. Qui è salito di livello lo statunitense che è durato sino al 30-0 5-5. Poi è uscito di scena sparacchiando di dritto e perdendo il servizio. Moutet ha fatto il suo per archiviare con il 7-5 la gara. Se la vedrà con Fearnley.
Esce dal torneo anche Alex De Minaur che subisce una dura lezione da un ispirato Jiri Lehecka 6-4 6-2 in un’ora e 17′. I 28 errori dell’australiano hanno fatto la differenza!
La partita più intensa ha visto Brandon Nakashima trionfare su Giovanni Mpetshi Perricard 6-7(10) 7-6(5) 6-4 in due ore e 36′. Il francese è incapace di vincere un set senza passare dal tie-break. Si fa rimontare perdendo i due set successivi: qualche rammarico nel quinto game quando ha tre chances consecutive di break ma non le trasforma e perde 6-4.
Tutto facile, invece, per Jack Draper che sui campi in erba farà divertire. Elimina con pazienza Brooksby 6-3 6-1. Male, invece, Ben Shelton che capitombola contro Arthur Rinderknech con due tie-break, 7-6(5) 7-6(4). Ha meritato il francese sempre con il pallino in mano del gioco. All’americano non sono bastati i 22 aces per superare l’avversario. Lui l’unico a concedere palle break, ben sei, tutte annullate.
Sugli altri campi, solido Opelka che batte in due set Ugo Carabelli e Diallo che ha la meglio su Harris ma non sono mancati i brividi per il canadese che ha servito per il match sul 5-3 del terzo e ha rischiato di farsi trascinare al tie-break, prima di chiudere 6-4 strappando la battuta al britannico.