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Interviste

Wimbledon, Musetti: “Non ho aspettative per il torneo. L’obiettivo era arrivarci”

“Sono stato due settimane piene senza racchetta, facendo terapie e riabilitazione ogni giorno”, rivela il 23enne carrarino. “Ho avuto una lesione di primo grado all’adduttore sinistro”

Last updated: 30/06/2025 18:16
By Andrea Binotto Published 29/06/2025
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10 Min Read
Lorenzo Musetti - Wimbledon 2024 (foto X @usopen)

Wimbledon, un anno dopo. Lorenzo Musetti è tornato a Londra, dove nel 2024 è riuscito a compiere il suo primo grande exploit a livello Slam, raggiungendo la semifinale poi persa contro Novak Djokovic. Da quel periodo, mese dopo mese, torneo dopo torneo e risultato dopo risultato, il 23enne carrarino si è consolidato tra i top player. Esordirà nella giornata di martedì, da settima testa di serie, contro il qualificato georgiano Nikoloz Basilashvili, con vista sui quarti di finale contro il connazionale e numero uno al mondo Jannik Sinner (qui il tabellone). ‘Lollo’ non gioca un match ufficiale dal penultimo atto del Roland Garros perso contro Carlos Alcaraz e, dopo qualche settimana alle prese con un infortunio all’adduttore sinistro che lo ha costretto a saltare il torneo del Queen’s, si presenta ai Championships senza partite su erba sulle gambe. Di questo e di altro il numero due azzurro ne ha parlato in conferenza stampa pre-torneo.

D: Come sta andando la preparazione su erba?

Lorenzo Musetti: “Non ho giocato molto se devo essere onesto. È stata dura dopo il Roland Garros non aver potuto giocare nessun torneo prima di Wimbledon. La cosa importante è però essere sani per riuscire a giocare. E quindi eccoci qua”.

D: Quanto tempo sei dovuto rimanere fuori dal campo per recuperare fisicamente prima di venire qui e giocare su erba?

Lorenzo Musetti: “Sono stato due settimane piene senza toccare la racchetta, con terapie e riabilitazione ogni giorno; quindi, non sono state vacanze per me. Sono arrivato lunedì e mi sono allenato per una settimana, che è diventata meno di una settimana perché sono stato malato per due giorni. Ho lavorato più duramente che ho potuto per essere pronto per giocare qui”.

D: Dov’eri quando Jannik e Carlos hanno giocato la finale a Parigi? Cosa pensavi? La stavi guardando?

Lorenzo Musetti: “Durante la finale del Roland Garros ero a casa. Non ho guardato tutta la partita, solo il quinto set. Ero davvero sorpreso di come stessero giocando, mi sono molto divertito. Incredibile vedere un livello così alto in un match così importante: un ottovolante di emozioni. Jannik ha avuto le sue chance, ma Carlos è stato molto bravo a risalire e a giocare un incredibile tie-break. Tutti e due hanno dimostrato di essere i migliori, senza dubbio”.

D: Al momento sei il tennista con il rovescio a una mano che ha la classifica più alta. Come ti fa sentire questa cosa?

Lorenzo Musetti: “Sono orgoglioso di essere il miglior giocatore classificato con il rovescio a una mano e non sento pressione da questo punto di vista. Sono lieto di tenere viva questa tradizione, soprattutto sull’erba con lo slice. Mi piace giocare sull’erba con il rovescio a una mano e spero di poter migliorare il mio ranking per portarlo sempre più in alto”.

D: Arrivi da un infortunio. Quanto sei felice dei progressi che hai fatto?

Lorenzo Musetti: “E’ stato difficile non poter giocare, ho una semifinale da difendere qui. È un momento importante della stagione e avrei voluto essere più preparato, continuando sulla scia di risultati che ho avuto negli ultimi mesi. Dal lato opposto però, se guardo gli aspetti positivi, sono riuscito a passare più tempo con la mia famiglia e in Italia, che non vedo tanto spesso. Mi ha dato una motivazione ulteriore per difendere la semifinale qui”.

D: Cosa ne pensi che da quest’anno a Wimbledon non ci saranno più i giudici di linea?

Lorenzo Musetti: “Sarà un po’ strano, perché so che Wimbledon ha da sempre grandi tradizioni e quella dei giudici di linea era proprio storica. Allo stesso tempo il tennis cerca sempre di evolversi e penso che noi, come giocatori, avremo meno potenziali discussioni. Ai giorni d’oggi credo che dovremmo avere più aiuti dalla tecnologia. Sono d’accordo con questo cambiamento, specialmente su erba. Secondo me hanno preso la scelta giusta”.

D: Considerando che non giochi da tre settimane, quali sono delle aspettative realistiche per il tuo Wimbledon?

Lorenzo Musetti: “Non ho aspettative per questo Wimbledon, voglio godermi il momento. Ho lavorato tanto fuori dal campo: due settimane di terapia ed esercizi per velocizzare il recupero. E questo mi ha portato ad essere qua. Il mio obiettivo era quello. Poi ovviamente arrivati qua, nessuno vuole perdere subito. Ho un primo turno difficile. Cercherò di prendere i match uno alla volta. Come andrà andrà”.

D: Ho visto che hai come tatuaggio un ancora. Qual è il significato? Abbiamo visto che ce l’ha anche Matteo Berrettini.

Lorenzo Musetti: “E’ un ancora con scritto ‘family’. È un tatuaggio che ho con i miei genitori ed è già un po’ di anni che ce l’ho. Loro sono sempre stati la mia ancora di salvataggio e sono sempre presenti nei miei momenti più difficili. E lo saranno per sempre, come io nei loro confronti. È una sorta di rappresentazione di come penso io che una famiglia debba essere”.

Luca Baldissera, Ubitennis: Sei consapevole dei vantaggi che hai con il rovescio a una mano in alcune situazioni di gioco?

Lorenzo Musetti: “Sono sempre stato consapevole che il rovescio a una mano ha i pro e i contro su qualunque superficie. Nel tennis moderno purtroppo gli scambi tendono a essere sempre più brevi, con intensità e velocità maggiori. Per cui c’è meno tempo per ‘disegnare tennis’ con calma. Spesso quando sono in ritardo io vado con lo slice, che è una soluzione mezza difensiva, ma se fatta in maniera giusta può essere offensiva, quando magari poi mi sposto sul dritto. Ma in risposta si perde tanto e la cosa più negativa è che quando ti muovono dalla parte sinistra si riesce a recuperare meglio il campo se hai il rovescio a due mani. Vediamo bene come riescono a farlo Carlos, Jannik e Novak. Io invece sono costretto a utilizzare lo slice”.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Ci puoi spiegare qual è stato di preciso il tuo problema fisico, com’è stato recuperato e quanto ci sarebbe voluto se non avessi accelerato questo processo di guarigione?

Lorenzo Musetti: “Ho avuto una lesione di primo grado all’adduttore sinistro. Quello che avevo avvertito a Parigi durante la partita non era un fantasma purtroppo, è stato tutto vero. Ho fatto più di una risonanza e tutte hanno confermato questo esito negativo. Il dottore mi aveva detto che, se fossi stato una persona normale e non uno sportivo, ci sarebbe voluto quasi un mese. L’età e le terapie hanno però aiutato e in circa due settimane e mezzo sono riuscito a cicatrizzare completamente. Questo era l’importante ed era quello che ci eravamo prefissati. Non fossi riuscito a rispettare questi tempi, sarei stato costretto a rinunciare al torneo”.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Come pensi di poterti valutare?

Lorenzo Musetti: “Ora sto bene. Non ho mai avuto sensazioni di ricaduta da quando ho iniziato. E questo è molto buono. Poi vedrò come andrà in partita. Testato è stato testato comunque e fino ad ora non ha mai dato problemi”.

D: Quanto è difficile arrivare a Wimbledon senza aver giocato su erba?

Lorenzo Musetti: “Te lo dico dopo il primo match. L’erba comunque è una superficie difficile perché si prova una volta all’anno. È una superficie in cui bisogna sapersi adattare e va tanto a sensazioni. L’anno scorso, ad esempio, dopo Parigi ho avuto subito buone sensazioni a Stoccarda, dove ho perso in semi da Matteo. Poi ho fatto un buon torneo al Queen’s perdendo in finale. Quindi sono arrivato qua con una fiducia diversa su questa superficie. Quest’anno sarà invece più una scoperta. Speriamo di portare in campo i ricordi e gli aspetti che avevo trovato l’anno scorso e ovviamente cercherò di fare del mio meglio”.


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