Nessuno è profeta in patria, recita così un vecchio adagio latino; la Rogers Cup di Montreal ha iniziato a parlare in accento canadese, smentendo di fatto millenni di cultura in un istante. E lo fa con due protagoniste che a modo loro rappresentano il passato e il futuro del tennis di casa. Da un lato Bianca Andreescu, che ha finalmente ritrovato il sorriso e la vittoria in un torneo che sembrava stregato. Dall’altro Victoria Mboko, 18 anni, talento emergente che si è presa la scena con la naturalezza delle predestinate.
Il lunedì del torneo femminile è stato un inno alla resilienza e alla speranza, in un’arena che ha riscoperto il piacere di esultare per chi porta la bandiera con la foglia d’acero.
Mboko, 15 ace e personalitĂ da top player
C’è qualcosa di magnetico in Victoria Mboko. Lo avevamo intuito già nei tornei junior, lo si era visto a Miami e Roma, ma a Montreal è arrivata la conferma definitiva: questa ragazza può fare strada. Contro l’australiana Kimberly Birrell ha messo in campo un tennis aggressivo, vario e coraggioso. Il tutto condito da 15 ace e una naturalezza che non si insegna. Vittoria per 7-5 6-3 e secondo turno raggiunto con pieno merito.
“Giocare qui, davanti a questo pubblico, è un sogno, ma ho ancora tanto da dimostrare”, ha dichiarato nel post match. Al prossimo turno, l’aspetta Sofia Kenin, ex campionessa dello Slam.
Andreescu, il dramma e il riscatto
Il momento più intenso è arrivato nella sessione serale. Bianca Andreescu, che aveva perso le ultime tre partite giocate a Montreal, ha finalmente spezzato la maledizione. Lo ha fatto con una vittoria tutta cuore e resilienza contro Barbora Krejcikova, in un match che sembrava chiuso sul 6-3 5-4 e secondo match point. Poi, la svolta: mentre colpiva un dritto, Andreescu si è girata la caviglia sinistra e si è accasciata urlando. Attimi di paura, con la ceca che le ha portato del ghiaccio prima dell’intervento medico.
Il Centrale, trattenendo il fiato, ha visto la canadese tornare in campo e chiudere la partita. Lacrime, applausi, liberazione. “Non sapevo se ce l’avrei fatta. Ma non volevo mollare”, ha detto. 12 break point annullati su 13 e una forza mentale che – se accompagnata dalla condizione fisica – può riportarla in alto.
A farle da carburante, probabilmente, anche l’ottimo momento di fiducia ritrovato in nazionale: appena una settimana fa, Andreescu ha infatti trionfato nella Hopman Cup di Bari, giocata in coppia con Félix Auger-Aliassime. Un successo che non vale punti ma che ha riportato in lei – e nel pubblico canadese – quella sensazione di squadra, orgoglio e appartenenza che tanto le era mancata negli ultimi tempi.
Altri risultati del Day 2
Non solo Bianca e Victoria. A chiudere il tris canadese ci ha pensato Rebecca Marino, che ha superato la francese Elsa Jacquemot per 7-6(2) 6-1. Al prossimo turno affronterà l’ottava testa di serie, l’americana Emma Navarro.
Tra le altre protagoniste, bene Marketa Vondrousova che ha battuto in rimonta Alexandra Eala, 3-6 6-1 6-2. Vincono anche Suzan Lamens, Jessica Bouzas Maneiro, Lin Zhu e la giapponese Aoi Ito; quest’ultima avverdaria di Jasmine Paolini.
Sul Rogers Court, domenica notte si è assistito a un piccolo dominio americano: vittorie per Danielle Collins, 6-3 7-5 sul Viktoria Tomova e Hailey Baptiste, che ha superato la connazionale Whitney Osuigwe 7-5 6-1.Â