La lunga giornata del Cincinnati Open, dedicata ai match di secondo turno della parte bassa del tabellone, si è aperta, sul Grandstand, con il sorprendente successo di Reilly Opelka (27 anni, numero 73 del ranking ATP) ai danni di Alex de Minaur (26 anni, numero 8 della classifica mondiale). Lo statunitense si è imposto con il punteggio di 7-6(6) 6-4 in un’ora e 40 minuti di gioco, qualificandosi così al terzo turno del Masters 1000 di Cincinnati per la seconda volta in carriera (nel 2020 aveva raggiunto i quarti di finale nell’edizione che si era disputata, a causa del Covid, sui campi dell’USTA Billie Jean King National Tennis Center di New York): Opelka ha messo a segno 14 ace, ha vinto il 69% di punti con la seconda palla di servizio e non ha mai perso la battuta, annullando tutte e sette le palle break concesse all’avversario (sei nel primo set, una nell’ultimo game della partita). De Minaur è apparso un po’ spento, probabilmente a causa delle fatiche delle ultime settimane (7 vittorie, una sola sconfitta, titolo a Washington e quarti a Toronto) e, dopo aver preso in volata un primo set che sembrava sotto il suo controllo, ha ceduto all’improvviso la battuta nel quinto game del secondo parziale (unica palla break concessa all’avversario in tutta la mattinata), senza più riuscire a recuperare lo svantaggio. Opelka – al primo successo su Alex dopo cinque sconfitte in altrettanti precedenti – al terzo turno se la vedrà con Francisco Comesana, che ha approfittato del ritiro di Luciano Darderi.
Il programma del Grandstand è poi proseguito con il sorriso di Andrey Rublev, che ha sconfitto il giovane statunitense Learner Tien (19 anni, numero 55 ATP) per 7-6(4) 6-3 in un’ora e 44 minuti di gioco. Rublev, nel primo set, dopo aver sprecato un vantaggio di 5 a 3, è riuscito a imporsi al tie break, mentre nel secondo, tranquillizzato dal punteggio, ha controllato con più serenità le geometrie dell’avversario, chiudendo la pratica – nonostante qualche difficoltà di troppo nel finale – al quarto match point. Adesso affronterà Alexei Popyrin, che ha superato il qualificato Landaluce con il punteggio di 7-6(3) 6-3 in 2 ore e 18 minuti. Nel frattempo, sul campo numero 3, arrivavano i successi cechi di Lehecka (4-6 6-1 6-4 alla wild card di casa Boyer) e di Mensik (6-4 6-2 a Quinn): il campione di Miami, grazie a questo risultato, ha siglato il successo numero 21 nei Masters 1000 prima di aver compiuto 20 anni, raggiungendo al settimo posto, in questa speciale classifica, Andy Murray. Lehecka, al terzo turno, affronterà il vincente della sfida tra Medvedev e Walton mentre Mensik, invece, uno tra Nardi e Shapovalov.
Nel frattempo, sul P&G Center Court, era arrivato il momento dell’esordio del numero 2 Carlos Alcaraz: lo spagnolo ha superato Damir Dzumhur (33 anni, numero 56 del ranking mondiale) con il punteggio di 6-1 2-6 6-3 in un’ora e 42 minuti di gioco. Alcaraz, dopo aver dominato la prima fase di gioco (6-1 1-0 in mezz’ora di gioco), ha ceduto alla solita tentazione della distrazione, regalando uno dei suoi classici set “generosi” e riaprendo un match che, teoricamente, non sarebbe dovuto esistere: il bosniaco, reduce da una delle migliori stagioni della carriera, è riuscito ad approfittare degli errori gratuiti dell’avversario, ribaltando l’inerzia tattica ed emotiva di un pomeriggio che, fino a quel momento, correva il rischio di prendere la forma dell’incubo. Dzumhur ha spezzato il secondo parziale vincendo 5 game consecutivi e, dopo meno di un’ora di gioco, ha portato il match al terzo decisivo set (6-2): a questo punto il finalista del 2023 ha messo a posto – come spesso gli capita in situazioni del genere – il mirino dei propri colpi, ha aumentato il volume del grunting e ha finalmente scatenato tutta la potenza del dritto, volando rapidamente sul 4 a 1. Nel settimo gioco Alcaraz ha rimesso improvvisamente in partita il rivale, buttando via un paio di serve and volley piuttosto sciagurati (4 a 3) ma Dzumhur, nel game successivo, non è riuscito a ricucire completamente lo strappo, e ha anzi rovinato il tentativo di rimonta con il primo, crudele, doppio fallo dell’incontro (5-3 Alcaraz, e servizio). Lo spagnolo, superato lo spavento, ha chiuso la pratica, con il fiatone, per 6-1 2-6 6-3, difendendo a 30 l’ultimo turno di battuta: per lui il solito mix di alti e di bassi, di chicche e di errori gratuiti. Al terzo turno se la vedrà con il vincente della sfida tra Griekspoor e Medjedovic.