Il trofeo ottenuto al Challenger 125 di Genova, ha consentito a Luciano Darderi di entrare per la prima volta nella Top 30 del ranking mondiale. Il nativo di Villa Gesell ha chiuso la tournée statunitense sul cemento collezionando un terzo turno a Flushing Meadows, dove Carlitos Alcaraz ha prepotentemente sbarrato la strada all’azzurro, ma una volta tornato sul suo amato mattone tritato, ha fatto faville, battendo in finale il connazionale Andrea Pellegrino in quel di Genova.
Darderi: “Top 30 risultato del lavoro di tantissimi anni”
“Non è mai facile entrare in top 30, è il risultato di un lavoro di tantissimi anni. Era un mio obiettivo, sono felice. Ma posso andare ancora avanti” – ha dichiarato Darderi in esclusiva a ‘SuperTennis’. Appropriandosi della trentesima casella della classifica, Luciano diventa così il numero 4 d’Italia, in coda soltanto a Sinner, Musetti e Flavio Cobolli.
“Siamo ancora a metà stagione, ci sono ancora tanti tornei da giocare e ho pochi punti a difendere, posso salire ancora. Sono molto fiducioso, stiamo lavorando bene. Adesso cercherò di fare il massimo nei tornei in Asia”. Uno swing che nella passata stagione si rivelò tutt’altro che proficuo, a causa di un cemento ancora indigesto per il classe 2002, a corto di vittorie da dall’agosto ’24 ad ottobre, quando il successo ottenuto ai danni di Thiem – a Vienna – sancì l’ultimo match ufficiale della carriera del leggendario austriaco.
Darderi: “Penso di essere migliorato tanto sul cemento”
La vittoria contro Dominic rimase una delle pochissime – sparute – conquiste sul cemento immagazzinate tra la fine del 2024 e il 2025: “Gioco meglio sulla terra, ma questo non vuol dire che non possa far bene anche bene sul cemento, come l’ho fatto anche sull’erba – ha dichiarato Darderi – Peccato che a New York ho beccato al terzo turno Alcaraz, che ha vinto il torneo, però sentivo che stavo esprimendo un livello buono di gioco. Penso di essere migliorato tanto sul cemento – ha confessato – e so che ho ancora tantissimo da migliorare. Ho tantissimi margini di miglioramento, mi serve giocare ancora più tornei su questa superficie per prendere fiducia, ma credo che ho il gioco adatto per poter far bene anche sul cemento”.
Plausibile che l’adattamento agli hard courts sia un processo lento per Darderi, forgiatosi sul mattone tritato argentino, perciò si spiegano le 178 vittorie ottenute sul rosso da quando ha fatto il suo esordio nel professionismo: “Prima ero convinto di poter far punti solo sulla terra, in questo momento ho cambiato mentalità. So che posso giocare anche bene lì, perché mi sono reso conto che per entrare in Top 20, Top 15, Top 10, bisogna vincere dappertutto. Adesso questa è la mia mentalità, che è cambiata per poter crescere. Sto lavorando anche sul gioco, che è più aggressivo. Sta andando bene quello che sto facendo ultimamente con il servizio e il dritto, e penso che il rovescio mi aiuti più sul cemento che sulla terra ed è una cosa positiva per me”.