La carriera del predestinato polacco, Jerzy Janowicz, è ufficialmente tramontata nel 2022, con l’ultima apparizione registrata al Challenger casalingo di Szczecin. L’ex numero 14 del ranking è stato condizionato dai molteplici interventi chirurgici che hanno minato il suo percorso da atleta, e così, a soli 22 anni, ha deciso di porre fine al capitolo da tennista professionista. Più di un decennio dopo, “JJ” – questo il suo soprannome – si racconta, con una racchetta in mano, fisionomicamente differente dallo strumento tennistico per eccellenza. Jerzy, infatti, da anni, si è introdotto nel mondo del padel, che gli ha dato nuovi stimoli dopo aver chiuso col tennis: “Non mi divertivo più come prima a giocare a tennis e dovevo trovare uno sport che mi desse piacere” – ha dichiarato il polacco durante l’evento FIP Silver Mediolanum Padel Cup di Torino.
L’amore con la “pala”, in realtà, per Janowicz, sboccia quasi dieci anni or sono, mentre lottava con uno dei tanti interventi chirurgici subiti: “La prima volta che ho giocato a padel era il 2016, mi ero infortunato e non potevo giocare a tennis. Poi ho ripreso seriamente nel 2022, quando ho deciso di chiudere la mia carriera nel tennis”. Una nuova vita per Jerzy, che col padel, – nonostante le sue sparute apparizioni in competizioni ufficiali (come i Giochi Europei 2023) – non si è mai preso troppo sul serio: “Gioco soprattutto per divertimento, non mi alleno ogni giorno perché la mia carriera nel tennis è stata mentalmente molto impegnativa e non sono pronto a sacrificarmi di nuovo per allenarmi tante ore ogni giorno e sentire la pressione – afferma Janowicz, che non esclude però un’avventura di carattere “mondiale” tra i vetri – Sarebbe bellissimo giocare un torneo del circuito Premier Padel, qualunque tappa sia“.
Insomma, il tennis non è ormai da tempo la priorità per JJ, anche perché, negli anni, pare sia cambiato qualcosa per l’ex numero 14 del mondo: “Mi manca molto la rivalità tra Nadal, Federer, Djokovic, Murray, Wawrinka e anche David Ferrer. Oggi nel tennis mi pare tutto più noioso, sembra che tutti giochino allo stesso modo. Forse sono un po’ nostalgico ma loro erano i più interessanti da seguire, più di Sinner e Alcaraz che pure sono fortissimi”,