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Roland Garros

Roland Garros: Murray è un muro, con Ferrer se ne va l’ultimo spagnolo a Parigi

Dopo Nadal, anche Ferrer saluta Parigi: Murray vince 7-6(4), 6-2, 5-7, 6-1. Non accadeva dal 2009 che in semifinale al Roland Garros non ci arrivasse alcun tennista spagnolo. Ora per lo scozzese la sfida più difficile contro il suo coetaneo Novak Djokovic

Last updated: 04/06/2015 9:12
By Redazione Published 03/06/2015
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8 Min Read

[3] A. Murray b. [7] D. Ferrer 7-6(4) 6-2 5-7 6-1 

Al contrario di quella bassa, la parte alta del tabellone non ha riservato sorprese ed oggi si giocheranno i quarti di finale migliori considerando il seeding. Sul Lenglen va in scena il sedicesimo atto della rivalità ispano-scozzese fra la testa di serie n° 7 David Ferrer e la n° 3 Andy Murray.  Andy conduce per nove a sei ma ha perso tutti e quattro i confronti sulla terra, fra i quali l’unico precedente a Parigi nel 2012. L’uomo di Dunblane però sta forse giocando il miglior tennis della sua carriera e non è mai stato così competitivo sul rosso, dove nel 2015 ha una striscia positiva di 14 incontri e ha vinto i suoi due primi allori a Monaco di Baviera e a Madrid. Dal canto suo Ferrer è il solito “hig average player” come dicono gli americani, non scende mai sotto un buon livello di gioco e per batterlo bisogna stargli sempre sopra, cosa complicata per un match sui cinque set. Entrambi hanno avuto un cammino tutto sommato tranquillo, David è andato al quinto con Bolelli ma ha vinto i suoi tre parziali 6-3 6-0 6-1. Andy ha estromesso il pericoloso Kyrgios in tre set, si è distratto un po’ sia con Sousa che con Chardy ma ha mostrato maggiore aggressività del solito soprattutto in risposta grazie al lavoro con Jonas Bjorkman, uno dei doppisti più efficaci di sempre in quel fondamentale.  Apre le ostilità Ferrer e tre break nei primi tre giochi, il terzo regalato da David con un doppio fallo, portano avanti Murray e fanno capire che il servizio potrà non essere un fattore oggi. Murray conferma a fatica e si stacca per primo sul tre uno con un gran rovescio anticipato e un dritto carico che costringe l’avversario all’errore. I due colpiscono forte con poca rotazione ma lo scozzese gioca spesso con i piedi sulla riga e in risposta entra due metri in campo mentre Ferrer si piazza molto dietro e pedala contando sulle sue doti atletiche. Murray non sfrutta un ace e un vantaggio di 30-0 nel sesto game, due errori col solito dritto ballerino e una gran smorzata di Ferru riportano il punteggio in parità ma lo spagnolo subito dopo commette tre doppi falli e spara un dritto a mezza rete. Il quinto break su sette games giocati porta ancora avanti Andy che stavolta non si distrae e conferma andando cinque tre con un ace. Ma con David non è finita finché non è finita, lo spagnolo tiene il servizio, vince sette dei successivi otto punti e in un battito di ciglia è avanti sei cinque con Murray che si risveglia dal pisolino in tempo per annullare un set point col servizio. Una seconda palla set la regala David mettendo fuori un rovescio in manovra e lo scozzese porta faticosamente il set al tie-break con un dritto incrociato in contropiede. Nell’extra set Ferrer concede subito un mini break, sbaglia una smorzata e mette fuori di metri una volée a campo aperto mandando sul tre a zero Murray che gioca di conserva e porta a casa il parziale per sette punti a quattro. E’ passata un’ora e otto minuti e molti spettatori chiamano casa avvertendo di non attenderli per cena… Un dato tecnico interessante di questo primo set è il movimento in risposta di Murray. Lo scozzese ricorda McEnroe nel modo in cui salta in campo per anticipare il colpo con un movimento breve e togliere tempo all’avversario. Forse i quattro doppi falli già commessi dallo spagnolo sono conseguenza di questa strategia.  Nel secondo parziale è Murray a servire per primo e stranamente entrambi difendono la battuta anche se David commette altri due doppi falli nel secondo gioco. Immediatamente dopo è Andy a precipitare 0-40 prima di salvarsi con l’aiuto di due dritti vincenti e tenere la battuta con una palla corta di gran mano. In un gioco di specchi è ora il turno dello spagnolo di andare 0-40 con l’ottavo doppio fallo, David però non risale e un dritto in rete dà a Murray il vantaggio che lo scozzese conferma poco dopo scappando 4-1. Ora è lui in ritmo, non concede più nulla alla battuta e chiude il secondo parziale con un altro break propiziato da una smorzata sublime e un dritto incrociato anticipato che lasciano fermo David. Il terzo set vede un Murray carico e in pieno controllo che strappa già nel secondo gioco il servizio ad uno sfiduciato Ferrer che si fa rimontare da 40-15 e cede con l’ennesimo errore non forzato di dritto. Andy conferma e va tre zero ma un Ferrer mai domo lo appaia a tre con un estremo moto di orgoglio. Si seguono i servizi fino al cinque quattro e qui un nastro amico, un cross rovescio e un dritto in rete dello spagnolo danno un match point ad Andy che però David annulla con coraggio prima di issarsi sul cinque pari. I sottili equilibri che presiedono ad un match di tennis pendono ora verso la Spagna e Ferrer approfitta di un doppio errore dell’avversario per brekkare a sua volta, presentarsi al servizio e chiudere a sorpresa il set in suo favore per sette cinque.  In questo momento il peggiore avversario di Andy sono i fantasmi dell’occasione persa ma lui è bravo a scacciarli spingendo a tutta con rabbia per tenere la prima battuta del quarto a suon di vincenti. Nel secondo gioco il servizio tradisce David e il decimo doppio fallo dà un’occasione a Murray che lui sfrutta da campione con un passante stretto di rovescio al termine di uno scambio spacca gambe. Lo scozzese conferma subito dopo e va tre zero ipotecando set e partita. Scottato dal set precedente Andy accelera ancora, spinge a tutta e conquista un altro break. Ora è proprio finita, l’undicesimo doppio fallo di Ferrer porta Murray al secondo match point ma David rifiuta il bagel, annulla da campione ma non può nulla poco dopo quando lo scozzese tiene la battuta decisiva che lo porta in semifinale al cospetto di Djokovic che ha posto fine impietosamente al regno parigino di Roi Rafael.

 

Raffaello Esposito


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