Un passo avanti rispetto al primo turno. Sei contento?
Sì. Come ho già detto martedì, il primo turno è stato complicato per il modo in cui ha giocato il mio avversario. Oggi era una sfida diversa e ho giocato bene.
È una delle tue performance migliori nella prima settimana di Wimbledon?
È difficile fare paragoni. Anche l’anno scorso ho giocato bene ma sì, i primi due set di oggi sono stati eccellenti, così come alcuni punti nel terzo. Mi sono mosso bene e ho colpito in maniera più pulita da fondo.
Durante il terzo set hai parlato di più tra te e te. Temevi di rilassarti per il vantaggio che avevi accumulato?
Sì, con Haase ho giocato partite molto complicate e so che se è in forma può davvero metterti in difficoltà. All’improvviso può avere dei momenti in cui gioca tre, quattro grandi game di fila. In alcuni giochi il punteggio era in bilico e non volevo dargli questa opportunità.
Che paragoni puoi fare tra questa partita e il primo turno?
Be’, Kukushkin colpiva molto piatto, con traiettorie basse e rischiando il tutto per tutto: per buona parte del match gli è riuscito e questo ha reso tutto molto difficile. Anche Robin ci ha provato a inizio match, ma con risultati peggiori. Quando poi ha allentato la pressione, è stato più facile per me dettare i punti.
Quanto è importante avere l’istinto del killer in campo?
Nei tornei dello Slam devi cercare di risparmiare energie quando puoi, perché due settimane possono essere estenuanti sia dal punto di vista mentale che fisico. Sfruttare le tue chance contro un avversario che non sta giocando bene può dare i suoi frutti più in là nel torneo. Sono contento di aver chiuso velocemente.
Considerato il tempo, come ti sembrano i campi? Ti piace come rispondono?
Martedì erano più veloci. Oggi è molto caldo e c’è più umidità, il che rallenta un po’ il gioco. Da quello che sento dire, il caldo secco renderà l’erba più veloce nei prossimi giorni. Di solito accade nella seconda settimana: forse quest’anno succederà prima.
Avendo giocato spesso sul Centrale, è un problema giocare sul n.1 a cui sei meno abituato?
No, non direi. Il n.1 è più aperto, e se c’è vento si creano dei mulinelli. Sul Centrale, il vento tende a soffiare in una direzione sola, quindi a volte è più semplice giocarci. Detto questo, a me il n.1 piace molto e mi sono sempre trovato bene.
La Duchessa di Cornovaglia si è detta onorata di aver ricevuto i tuoi polsini a fine match.
A dire il vero i polsini sono finiti nella mani del direttore di Wimbledon, che era lì con lei. Poi però la duchessa ha aperto la borsa e li ho visti, per cui deduco che glieli abbia ceduti.
Gli altri giocatori britannici parlano sempre del supporto che gli dimostri. In che modo lo esprimi? Ti sei mai messo a parlare con loro di tattica o a dargli consigli?
Giusto l’altro giorno ho parlato di tattica con James Davidson, il coach di Bedene, prima del match contro Stepanek. Con Kyle parliamo spesso quando giochiamo in Davis: a volte, durante gli allenamenti, mi rendo conto di aspetti che può migliorare e ne parlo con il suo allenatore: non sempre i coach riescono a cogliere tutti i dettagli, dal momento che ci giocano contro. E per quanto riguarda James, ci vediamo molto spesso, ci alleniamo insieme e ogni tanto guardo online i suoi match nei challenger. Non lo faccio per poter dire di averli aiutati, ma perché sono miei amici, persone che mi sono care, e mi interessa realmente che facciano bene.
Credi che James possa fare meglio negli Slam d’ora in poi?
Credo che adesso la sfida per lui sia esattamente questa, cioè riuscire a giocare ad alti livelli con più costanza. In Davis ha già ottenuto grandi risultati, e magari adesso con un ranking migliore potrà giocare tornei più importanti. Oggi per lui è stata una grande vittoria, e contro Pospisil ha delle chance.
Traduzione di Gaia Dedola
