Il ritorno di Gasquet, ma non chiamatelo più Mozart

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Il ritorno di Gasquet, ma non chiamatelo più Mozart

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Nell’intervista rilasciata a L’Equipe Magazine, il francese torna a parlare del tribolato passato e delle rinnovate certezze per il futuro.

Richard Gasquet, vincitore del torneo di Mosca la scorsa settimana e al suo terzo titolo stagionale, torna a parlare a tutto tondo del periodo più negativo della sua carriera: ”Nel 2007 sono stato numero 7 del mondo ed è stato bello, ma ero giovane. Nel 2008 poi ho avvertito la pressione e nel 2009 c’è stata la storia di Miami. Tutto questo è stato fortemente limitante e la mia carriera si è quasi interrotta,“ ha confessato il francese a L’Equipe Magazine.

Il numero due francese ammette di aver sofferto più per la sua immagine che per il suo talento “e questo ha in qualche modo ostacolato la mia crescita rallentando un po’ la mia tenuta mentale”. “Ho sentito la pressione, lo stress dietro di me. Dovevo vincere ma questa immagine di Mozart, francamente, non era niente per me!”

Ma rispolverando la forma dei tempi migliori e in piena corsa per la qualifica al Masters di fine anno, oggi Richard è un uomo nuovo, con una tempra diversa e “con dieci anni d’esperienza so esattamente come lavorano i giornalisti e cosa pensa il pubblico. Conosco in anticipo ciò che verrà detto dopo ogni mia partita e questo mi lascia freddo e controllato”.

Parigi-Bercy è però, purtroppo per lui, l’ennesimo banco di prova per svoltare.

Andrea Pagnozzi

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