Paire all'Equipe: "Voglio giocare meno ma meglio"

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Paire all’Equipe: “Voglio giocare meno ma meglio”

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TENNIS – “Sono arrivato al n° 25 troppo presto e senza continuità di rendimento, non è stato semplice gestire la situazione” ha detto Benoit Paire. Si è un po’ scusato per lo sfogo contro il pubblico di Bercy. “Sono sempre stato schietto e diretto. Non avrei dovuto prendere in giro così il pubblico, non avrei dovuto dire che se ne sarebbero pentiti”. 

La stagione di Benoit Paire non è stata propriamente brillante ma certo è stata altalenante .

Gioco di parole a parte, nella prima parte di stagione il francese raggiunge la semifinale nel primo torneo stagionale di Chennai in India, poi aspetta febbraio prima di raggiungerne un’altra a Montpellier (dove peraltro consegue addirittura la finale lasciandosi battere dal connazionale Gasquet 6-2 , 6-3) e soltanto ad Aprile vince il primo torneo stagionale nel Guadeloupe superando in tre set tirati quello Stakhovsky che di lì a poco sarebbe diventato giustiziere di Federer nell’amato giardino di Wimbledon.

Nel mezzo, solo uscite ai primi turni ma questi risultati bastano per farlo salire in classifica; dopo la semifinale di Roma persa con Federer, infatti riesce a toccare la posizione n° 25 già a giugno e, per uno che ha iniziato l’anno dalla n° 47, si tratta già di un grande risultato.

Ad agosto il francese diventa n° 24, suo best ranking, ma non bastano le semifinali perse ad Orleans e  Stoccolma per farlo salire ancora. Il suo finale di stagione poi diventa un travaglio; esce di scena prematuramente e contro pronostico nell’ultimo Master dell’anno a Bercy (sconfitto da Pierre Hughes Herbert 6-2, 6-2) , denota intemperanze caratteriali inveendo e dando dell’idiota al pubblico parigino e attualmente è n° 26.

Questo nello specifico lo sfogo di quel giorno dopo la sconfitta: “Non c’è nessuno che capisca di tennis in questo stadio. Mi sono allenato solo tre quarti d’ora domenica. La gente non capisce niente. Fischiano sempre. Sono top-30, mi piacerebbe sapere come sono classificati loro. Ma a Parigi è un’abitudine, è così tutti gli anni, ormai non mi tocca nemmeno più”.

E questa la sua motivazione :”Ho un’infiammazione al tendine rotuleo, è un problema abbastanza serio. In più ho anche una slogatura alla caviglia. Quanto alla schiena, ho fatto delle infiltrazioni e ora sto meglio. Ho provato a giocare, ma non riuscivo a muovermi bene.”

Ma lo rifarebbe? Direbbe di nuovo quelle parole al suo pubblico? “Ho ottenuto la posizione n° 25 troppo presto e neanche avendo continuità di rendimento, ho dovuto digerire il tutto e non è stato semplice “.

Inizia così l’intervista che Benoit Paire rilascia a Sophie Dorgan confessandosi alle colonne dell’ L’Equipe. “Nel finale di stagione mi sono un po’ perso. Ho reso le cose più difficili, ho giocato tantissimo (32 tornei) ed è subentrata anche stanchezza mentale. A Wimbledon, ero bruciato. Forse era necessario che mi fermassi un mese e in questo l’infortunio è arrivato al momento giusto. La mia conclusione della stagione è stata segnata da Bercy. Stavo male, non è stato facile, ma è colpa mia. Tuttavia, non bisogna pensare in negativo”.

Il messaggio ai tifosi è in ogni caso sibillino :” Sono sempre stato schietto e diretto. Con Lio  Zimbler (suo allenatore) e i miei genitori ci siamo chiesti se devo chiedere scusa o no. Non avrei dovuto prendere in giro così il pubblico, non avrei dovuto dire che se ne sarebbero pentiti.  Non voglio mentire, ho letto critiche aspre che mi hanno fatto male, ma ripeto sono una persona sincera anche nei commenti. E in ogni caso non ho detto che tutto il pubblico è deficiente. Ho appena parlato con poche persone. L’anno prossimo comunque starò più attento”

 

L’infortunio al ginocchio lo tiene ancora fermo ed è “la prima volta che mi sono fermato così a lungo” tuttavia questa lesione è tempestiva perché “non ci sono tornei da disputare e mi permette di chiarirmi le idee”. Chiarezza dovrà essere fatta anche sulla preparazione invernale perché per sua stessa ammissione durante l’anno si è reso conto di “non riuscire a tenere il passo per 5 set negli Slam “

Muscolatura da rinforzare, campo da ritrovare dunque; ma da questa difficile stagione si può trarre un insegnamento . “ Voglio giocare meno ma molto meglio, ho voglia di dimostrare a tutti che posso fare un grande anno. Mi concentrerò sugli Slam, i 1000 e al massimo i 500. Altro non serve per il mio ranking”.

Chiusura sull’amico da prendere ad esempio: “ Stan (Wawrinka) è una roccia . Lui non gioca molto durante l’anno ma fa molta preparazione fisica ed effettua richiami costanti durante l’anno. Ad oggi è con merito n° 8 del ranking ed ha grande fiducia , si conosce molto bene e potrà fare anche meglio . Vorrei migliorarmi come lui ma ogni anno all’inizi , temo che non giocherò bene e che farò qualche passo indietro in classifica, quindi ho ansia di giocare”.

“ Le settimane in cui non gioco mi creano ansia perché sto perdendo punti. Stan non la vede affatto così ed è un esempio perfetto per me! Perdere due o tre settimane non è importante purchè ci si alleni molto per diventare più forti e avere più fiducia.Voglio diventare come lui!”. Non è importante ma può rivelarsi decisivo .

Andrea Pagnozzi

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