Australian Open donne: le finali da ricordare

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Australian Open donne: le finali da ricordare

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Jennifer Capriati e Martina Hingis durante la premiazione degli Australian Open del 2002
 

TENNIS AUSTRALIAN OPEN – Iniziamo un excursus fra le migliori finali femminili dell’Era Open: da Margaret Court, passando per gli incredibili anni ’80, fino alle sorelle Williams e alla rocambolesca sconfitta di Na Li.

Come nel caso del torneo maschile, le migliori finali disputate nello Slam australiano sono quelle che culminano in sfide tra grandi rivali di una stessa epoca tennistica, ma, per quanto riguarda un dato meramente statistico, sono ben diciassette quelle che si sono concluse al terzo set nell’arco dell’Era Open. Quest’anno le grandi favorite sono Serena Williams e Victoria Azarenka, se l’americana è ormai lanciata per realizzare record su record, la bielorussa è chiamata a difendere il titolo per la seconda volta ed aspira a diventare la sesta tennista capace di ottenere tre vittorie consecutive nello Slam australiano (prima di lei: Court, Goolagong, Graf, Seles, Hingis). Nell’attesa di verificare se qualcuna sarà in grado di sconvolgere i piani delle due tenniste più quotate, scopriamo quali sono state le finali più belle dell’Era Open.

1971 – Margaret Smith Court b. Evonne Goolagong 2-6, 7-6, 7-5

Margaret Smith Court è stata la prima donna a completare il Grande Slam nell’era open, precisamente nel 1970. La tennista di Albury vinse in rimonta un match molto equilibrato contro la connazionale Evonne Goolagong, con la quale stabilì un record vittorie sconfitte di 4/0 nello Slam di casa.

Goolagong perse nuovamente in finale contro Court nel ’73, ma dall’anno successivo mise a segno tre vittorie consecutive, rispettivamente ai danni di Evert, Navratilova e Tomanova. Inoltre vinse anche l’edizione del dicembre del ’77 contro Helen Gourlay Cawley.

1982 – Chris Evert b. Martina Navratilova 6-3, 2-6, 6-3

Per Chris Evert si trattava della seconda finale consecutiva in Australia, nella bacheca della tennista americana figuravano già 13 titoli del Grande Slam, ma l’Australian Open era l’unico mancante. L’anno prima era stata fermata in finale proprio dalla stessa Martina Navratilova (6-7, 6-4, 7-5).

La partita fu caratterizzata da alti e bassi da parte di entrambe le tenniste, dopo un primo set dominato, Evert accusò un calo nel secondo, riuscendo a tenere il servizio solo in due turni di battuta, ma nel terzo, ritrovata la fiducia, non si fece sfuggire l’occasione di realizzare il Career Grand Slam, vincendo il primo dei due titoli Slam australiani del suo incredibile palmares. Il 1982 fu poi l’anno delle consegne fra le due campionesse, Martina salì all’apice del ranking vincendo il Roland Garros e dando inizio al proprio regno sui campi verdi dell’All England Club, l’anno successivo Chris vincerà il Roland Garros ma non riuscirà a battere Martina nemmeno una volta su dodici incontri disputati.

1987 – Hana Mandlikova b. Martina Navratilova 7-5, 7-6(1)

Nel 1987 Hana Mandlikova riuscì a battere in finale Martina Navratilova aggiudicandosi il titolo per la seconda volta su due finali disputate (la prima nel 1980, b. Wendy Turnbull 6-0, 7-5).

La talentuosa cecoslovacca giocò in un’epoca non certo semplice, trovandosi a fronteggiare gigantesse del tennis, come Evert e Navratilova che non le permisero di andare oltre la terza posizione mondiale, ma riuscì comunque a conquistare quattro titoli del Grande Slam vincendo su tutte le superfici: Australian Open 1980 e 1987 (erba), Roland Garros 1981 (terra) e Us Open 1985 (cemento).

Quella dell’87 è una finale di indubbia qualità tecnica, arricchita in qualche modo dal rapporto conflittuale tra le due tenniste. Se in salute, Mandlikova era una delle poche giocatrici a poter impensierire Navratilova, grazie al proprio gioco estremamente propositivo ed elegante. Purtroppo il fisico la tradì troppo presto, quell’anno a Melbourne vinse l’ultimo titolo Slam della propria carriera e si ritirò appena tre anni dopo.

Parte 2, Parte 3

1988 – Steffi Graf b. Chris Evert 6-1, 7-6(3)

La prima menzione d’onore di questo itinerario tennistico va a Steffi Graf, che nel 1988 giocò a Melbourne la quarta finale Slam consecutiva, vincendo il titolo e poggiando la prima pietra della più grande impresa tennistica dell’Era Open: il Golden Slam.

Il match vedeva opposta la diciottenne tedesca ad una Chris Evert ormai a fine carriera, ma ancora capace di dare battaglia. Il primo set fu interrotto per pioggia sul 2-1 Graf, così gli ufficiali di gara decisero di chiudere il tetto dello stadio, facendo di quella partita la prima finale Slam ad essere giocata indoor. Nel secondo, Evert riuscì a rimontare da uno svantaggio di 1-5, vincendo cinque game consecutivi e portandosi sul 6-5. Il tie break però fu senza storie, la tedesca si impose 7-3.

Parte 2, Parte 3

1993 – Monica Seles b. Steffi Graf 4-6, 6-3, 6-2

Il 1993 si preannunciava come la terza stagione di totale dominio per Monica Seles. La tennista jugoslava era in vetta alle classifiche da oltre due anni e il titolo in Australia fu il nono Slam vinto a partire dal Roland Garros del 1990.

Quella tra Monica e Steffi è una delle rivalità più grandi dell’era open, tragicamente legata all’accoltellamento di Amburgo, ma soprattutto basata su due stile tennistici agli antipodi: da una parte c’era Seles, solida giocatrice da fondo dai colpi pesanti, dall’altra Graf, una delle ultime esponenti del tennis “classico”, fatto di eleganza e tocco (a tal proposito è emblematico il siparietto fra le due raccattapalle ad inizio video).

http://www.youtube.com/watch?v=H3BPwMNyEzA

2002 – Jennifer Capriati b. Martina Hingis 4-6, 7-6(7), 6-2

Una delle vincitrici più inaspettate fu Jennifer Capriati, che nel 2001 sconfisse Martina Hingis, allora numero uno in classifica, da outsider e si riconfermò campionessa nel 2002.

La finale del 2002 è sicuramente la migliore fra le due disputate dalle due tenniste, accomunate da un talento precoce e da una carriera controversa, che si è conclusa in entrambi i casi prematuramente. Hingis non vinceva uno Slam da tre anni, mentre quell’anno Capriati si apprestava ad iniziare la miglior stagione della propria carriera. Il primo set si concluse velocemente, con Capriati che non riusciva ad aver ragione della consistenza da fondo dell’avversaria. L’americana non ci mise molto ad innervosirsi, nel secondo set, palesemente frustrata, esplose contestando una chiamata del giudice di linea per poi subire un parziale di tre giochi a zero, consentendo a Martina di issarsi sul 4-0. Ma Capriati non si arrese, annullando match point su match point per vincere il secondo set al tie break e portare un’esausta Hingis al terzo, parziale che si concluse formalmente col punteggio 6-2.

2003 – Serena Williams b. Venus Williams 7-6(4), 3-6, 6-4

Per quanto le finali in casa Williams possano far pensare a match privi di tensione agonistica, una delle migliori finali disputate agli Australian Open è proprio quella che vede Venus e Serena contendersi il titolo nel 2003. Dal Roland Garros del 2002 al citato Australian Open le due sorelle si erano confrontate in quattro finali Slam consecutive, perse tutte da Venus.

Il match fu giocato punto a punto, ricco di scambi incredibili, colpi potenti e di un atleticismo che nel circuito femminile non aveva pari. Alla fine l’esultanza di Serena fu contenuta e Venus non poté far a meno di palesare un mezzo sorriso alla stretta di mano.

2010 – Serena Williams b. Justine Henin 6-3, 3-6, 6-2

Con la belga al rientro nelle competizioni a Melburne va in scena una delle finali più interessanti degli ultimi anni. Henin dopo le dichiarazioni del 2008 riguardanti il ritiro era tornata su propri passi con l’intenzione di provare a vincere l’unico Slam mancante nella propria bacheca: Wimbledon.

La belga disputò un ottimo torneo, ma non riuscì ad avere la meglio su Serena, che quell’anno vinse il dodicesimo Slam in singolare della propria carriera eguagliando Billie Jean King. Il match non deluse le aspettative e la differenza fu ancora una volta data dal servizio della Williams, che non solo servì dodici ace, ma salvò undici palle break su sedici. Henin riuscì a rimontare da un set di svantaggio pennellando le righe a suon di vincenti ed ebbe l’opportunità di salire 2-0 nel terzo, ma Williams riuscì ad arginare perfettamente il momento positivo dell’avversaria, passando in vantaggio sul 3-2 e chiudendo il match tre game più tardi.

2013 – Victoria Azarenka b. Na Li 4-6, 6-4, 6-3

Seconda ed ultima menzione d’onore, non tanto alla partita, che è stata un vero e proprio psicodramma, e nemmeno alla vincitrice, che ha giocato uno dei match più confusi della propria carriera, ma a Na Li, che nonostante i due infortuni subiti ha lottato fino alla fine con tutta la volontà possibile, perdendo un match che dava l’impressione di poter dominare. Chapeau a Na, prima vincitrice e finalista Slam per il proprio paese, se la Cina può permettersi di essere così ambiziosa, lo deve in grossa parte all’esuberante tennista di Wuhan, capace di trainare un’intera nazione.

http://www.youtube.com/watch?v=E0HHgzhPEcM

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