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Il meraviglioso ritorno dell’Emiro Roger Federer

– DUBAI Non si può non gioire per il recupero di un protagonista del grande tennis. Se avesse vinto un torneo, anche lo stesso negli Emirati Arabi, senza battere un top-ten non sarebbe stata la stessa cosa. Federer-Nadal e Borg-McEnroe…
Se il 2013 è stato un anno da dimenticare per Roger Federer, un solo torneo vinto ma minore, ad Halle in finale su Youzhny e sull’erba tedesca dove non c’era nessuno dei top four (nè dei Fab Four: vittorie su Steebe, Zverev, Haas e appunto Youzhny), un mezzo disastro negli Slam (una semifinale, un quarto, un secondo turno e un ottavo in successione), il 2014 è cominciato già meglio.
Lo scorso anno, Roger aveva dovuto aspettare l’autunno inoltrato per battere un top-ten dopo un digiuno di una decina di mesi: dopo Tsonga all’Australian Open a metà gennaio non ne aveva più battuto uno.
Erano trascorsi 18 mesi dacché Roger aveva battuto uno dei primi 2 tennisti del mondo: era stato Djokovic in finale a Cincinnati nell’Agosto 2012.
<blockquote class=”twitter-tweet” lang=”en”><p>President Obama’s budget would raise taxes on the rich, expand tax credits for the poor and middle class: <a href=”http://t.co/PLzvr0PqqM”>http://t.co/PLzvr0PqqM</a></p>— POLITICO (@politico) <a href=”https://twitter.com/politico/statuses/440888360161542144″>March 4, 2014</a></blockquote>
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Battere Djokovic sul cemento vale quanto battere un n.1 del mondo, perchè i risultati del serbo su questa superficie sono migliori di quelli di Nadal. Ma non basta: quest’anno i top-ten battuti da Federer sono già 4.
Se poi si approfondisce l’exploit di Roger negli Emirati Arabi si può sottolineare che con Djokovic lo svizzero ci aveva perso tutte le ultime tre volte – non lo batteva più appunto da Cincinnati 2012 – e con Berdych le ultime due: US Open 2012 e Dubai 2013. Non basta ancora: in entrambe queste due partite Roger ha vinto in rimonta, dopo aver perso il primo set. Insomma la condizione atletica, messa in dubbio per più di un anno, non deve essere poi cos’ malvagia.
Di Federer si può dire di tutto ma non che non sia un tipo orgoglioso. La mia impressione è che proprio le lezioni patite lo scorso anno negli appuntamenti cui teneva di più gli siano servite da stimolo per allenarsi con una serietà ed un impegno straordinari. Sì, straordinari perchè fino ad oggi lui, baciato da una classe infinita e da un tennis sovrannaturale, non aveva mai avuto bisogno di sottoporsi a sedute spasmodiche di allenamento. A differenza di quasi tutti gli altri. Venuti a mancare per ragioni anagrafiche lo stesso spunto di velocità, le stesse capacità di recupero e poi a seguito di risultati non pari alle proprie aspettative, in Federer era inevitabilmente venuta a mancare anche la fiducia.
A volte era capitato di vederlo in campo diverso dal Federer che conoscevamo. Un Federer a volte eccessivamente nervoso, penso a Basilea, e capace di fare tre doppi falli in un game, sei o sette in un match, o anche quasi smarrito, come a Londra nella Masters Cup in quella che era sempre stata la sua prediletta rassegna di fine anno. Non ho seguito gli allenamenti di Roger, quindi magari quella che ho appena espressa è soltanto una sensazione.
Nè sarebbe giusto dimenticare che se con Djokovic, Roger era sotto di un set con Berdych è stato sotto non solo di un set ma anche di un break. Lo ricordo a chi non lo sapesse perchè se uno oggi parlasse in termini enfatici di “ritorno del re” e dominio dell’ex n.1, per il fatto di aver vinto i due terzi set per 6-2 (tre volte i games di Novak) e per 6-3 (due volte quelli di Tomas), sbaglierebbe per… eccesso di trionfalismo.
Non fatevi quindi ingannare dal titolo. I titoli, si sa, sono sempre un po’ carichi, emozionali. Resta il fatto, e onestamente non so quanto di tutto ciò si possa attribuire all’arrivo al suo fianco di un personaggio positivo come Stefan Edberg (peraltro assente a Dubai) – credo un’influenza minima, ma tuttavia un’influenza perchè anche di fronte ad un coach poco coach Roger, per orgoglio, non avrebbe certo voluto collezionare brutte figure conseguenti ad uno scarso impegno (ribadisco il concetto di cui sopra) – che Roger è tornato alla vittoria in un torneo non secondario e battendo avversari forti e motivati. Di quelli, insomma, che pur di batterlo ce la mettono sempre tutta.
Resta vero che i grandi campioni sono quelli che vincono gli Slam perchè un conto è vincere 7 partite di fila sulla distanza dei tre set su cinque e un altro vincere un torneo due su tre, però che Roger sia sulla buona strada a questo punto è indubitabile. Anche perchè, con le pause che il tennis contemporaneo consente fra punto e punto, fra game e game, un match tre su cinque sull’erba può equivalere come sforzo fisico ad un match due su tre sul cemento o sulla terra rossa. Quindi un Federer che batte Djokovic due su tre sul cemento può benissimo battere un Djokovic tre su cinque sul’erba, secondo me, ma magari sbaglio.
Ad ogni modo l’importante per il tennis è che oggi come oggi Roger Federer sia un protagonista recuperato alla causa. Non è più un top-4? Ma, vedremo, vedremo. Secondo me se ha recuperato fisicamente e mentalmente lo vale ancora. E nessuno oggi può dirsi certo del contrario. Tutte al più può supporlo. Mi sembra che sia già una bella riconquista per il tennis. Personalmente ne sono molto ma molto soddisfatto. Roger è un campione che non ci si può mai stancare di ammirare. E questo è indubbio.
Nessun tennista al mondo è oggi universalmente più popolare di lui, vende più biglietti al botteghino, suscita più interesse nelle platee televisive di Federer al di là dei suoi record straordinari, di tutti i dibattiti se meriti o meno di essere il GOAT – che come ho scritto mille volte in realtà non esiste perchè è impossibile confrontare campioni di epoche ed età diverse. Quando dico di età significa confrontare anche un giocatore di 32 anni con chi ne ha 26 o 27 sebbene possano esserci state decine di confronti diretti…(saranno sempre incontri disputati da giocatori con esperienze e caratteristiche fisiche e mentali diverse) _ della sua spettacolare rivalità vissuta con e contro Nadal.
Credo che tutti, anche i fans di Rafael Nadal, dovrebbero festeggiare il ritorno alla vittoria di Federer. Il quale Federer non sarebbe forse diventato tanto…Federer se non ci fosse stato Nadal, così come Nadal non sarebbe diventato tanto…Nadal se non ci fosse stato Federer. Il tutto senza nulla togliere a Djokovic e Murray, rei di essere saliti alla ribalta un pochino dopo e, almeno per ora, con meno trionfi.
D’altra parte sono consapevole di non aver scritto nulla di particolarmente originale: Bjorn Borg sarebbe stato altrettanto grande se non ci fossero state le sue leggendarie sfide, le sue diversità in tutto e per tutto con John McEnroe? E John McEnroe lo sarebbe stato senza Bjorn Borg? E Boris Becker senza Stefan Edberg (o viceversa)?
E’ la storia affascinante dello sport e dei suoi più grandi protagonisti. Fra i quali dobbiamo essere tutti lieti di aver ritrovato ancora Roger Federer.
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P.S. E’ tutta un’altra storia, ma sono molto contento anche per Paolo Lorenzi (e non perchè tifa Fiorentina). Ha avuto anche un pizzico di fortuna con Haas, ma se c’è uno che se la meritava è proprio lui. Un esempio di determinazione e di costanza. E’ arrivato tardi al grande tennis, merita di starci ancora un po’. Non ha la stessa età di Federer?
Flash
Roland Garros: strepitosa Svitolina, batte Kasatkina e accede ai quarti di finale!
Svitolina torna nei quarti Slam da US Open 2021. L’atleta ucraina si batte al limite delle forze e supera una russa troppo timida

E. Svitolina b. [9] D. Kasatkina 6-4 7-6(5)
Incredibile vittoria per Elina Svitolina che sconfigge in due set Daria Kasatkina, tornando per l’occasione a battere una top ten da aprile 2021, quando in tre set superò Kvitova ai quarti di finale sull’erba di Stoccarda. Elina ha vinto con le gambe, con un coraggio indimenticabile ma anche grazie agli errori della contendente, mai come oggi priva di killer-instinct e di lucidità nei momenti topici.
La lucidità di Svitolina è derivata dalla consapevolezza di essere decisamente sfavorita in un possibile match alla distanza. Ha moltiplicato gli sforzi e ha saputo intimidire la rivale con la propria presenza di spirito, fino a costringerla a 46 errori non forzati, di cui gli ultimi tre nei punti finali dello jeu decisif.
L’ex numero 3 del mondo torna a disputare i quarti di finale a livello Slam per la prima volta dallo US Open 2021, dove perse al tiebreak del terzo da Fernandez, mentre sulla terra di Parigi non raggiungeva questo traguardo dal 2020, quando perse nettamente dalla qualificata Podoroska. Per lei ora nei quarti Stephens oppure Sabalenka. E anche una posizione nel ranking intorno alla sedia numero 70.
Primo set: subito Elina, Daria rientra ma non basta
Svitolina comincia da subito in spinta per evitare di rimanere intrappolata nel palleggio lento e sapiente della russa. Appare calda sin dai primi scambi l’ucraina mentre Kasatkina è imprecisa e fallosa con la prima di servizio; la seconda è inconsistente e per una ribattitrice come mamma Elina è troppo facile contrattaccare. Con due break consecutivi Svitolina sale 4-1 imponendo il suo maggiore punch.
Dopo venti minuti nelle mani dell’atleta di Odessa, il match vira dalle parti di Togliatti: Kasatkina migliora la percentuale di prime palle e prende a disegnare il campo come sa fare, togliendo pazienza e sicurezza alla rivale. Aumentano gli errori della numero 192 del ranking che spesso non ha gli appoggi a posto mentre cerca di anestetizzare il palleggio vicino alle righe della russa.
Il match è ora equilibrato e si apprezzano le trame delle due tenniste, con Kasatkina che allunga lo scambio e sposta l’avversaria e Svitolina che rintuzza e aspetta il momento giusto per piazzare l’attacco.
Daria recupera un break con una risposta incrociata di rovescio vincente ma non si avvicina più sui game di battuta di Elina, cedendo 6-4 la frazione. Quarantasei minuti di tennis piacevole e intelligente, anche se con qualche errore di troppo.
Secondo set: Svitolina stanca ma indomita vince su Kasatkina sprecona e impaurita
Nonostante la sconfitta nel parziale, Kasatkina finisce meglio il set e riprende con decisione la via intrapresa. Inoltre, Svitolina appare provata dal ritmo imposto dalla russa; non dimentichiamo che questo è il settimo match per lei a Parigi e che la settimana precedente ha giocato e vinto a Strasburgo.
Così Daria sale 2-0 imponendo i suoi colpi lenti e liftati che schiacciano Elina oltre la linea di fondo. L’ucraina prova a far ripartire il gioco da posizioni poco agevoli ma non sembra avere energia per dar seguito alle sue intenzioni. In questo quadro generale accade l’improbabile: l’atleta ucraina vince tre game consecutivi e sopravanza di un break la russa.
Kasatkina gioca con intelligenza ma è fallosa al momento di chiudere e sembra subire la personalita della dirimpettaia. Svitolina è ammirevole per come tiene lo scambio e aspetta l’errore dell’avversaria, che conferma di non essere propriamente un cuor di leone. La russa ottiene la parità a 3-3 ma di nuovo la lepre di Odessa scappa a 5-3, mentre il pubblico ne prende le parti, riconoscendo chi sta facendo la partita.
Svitolina serve per il match sul 5-4 e spreca una occasione per vincere. Ma sul 5-5 Kasatkina ne combina di tutti i colori: un doppio fallo, un dritto steccato e due palle oltre la linea di fondo. È prigioniera della paura e di nuovo manda la rivale a servire per i quarti di finale. Ma di nuovo tutto inutile perché Svitolina non ha le gambe per spingere per due game consecutivi. Si va al tie-break che è forse decisivo perché è difficile immaginare Svitolina competitiva in un eventuale terza frazione. Il tredicesimo gioco è il sunto ideale del set: cuore-Svitolina e braccino-Kasatkina. Quattro errori della russa che sale 5-4 per poi commettere tre errori in lunghezza e consegnare la vittoria all’ucraina.
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WTA Birmingham: wild card per Venus Williams e Svitolina
Si comincia il 19 giugno. La campionessa americana sarà anche al via una settimana prima a ‘s-Hertogenbosh

Il sito ufficiale del circuito femminile professionistico riporta nella giornata di venerdì 2 giugno la notizia che gli organizzatori del Rothesay Classic Birmingham, un evento sull’erba di livello 250 che comincerà lunedì 19 giugno, hanno concesso una wild card a Venus Williams e a Elina Svitolina.
La tennista americana, che solo due giorni prima compirà 43 anni, ha già partecipato quattro anni fa al torneo raggiungendo i quarti di finali e cedendo solo ad Ashleigh Barty. La cinque volte campionessa di Wimbledon tornerà così a calcare i campi del lawn tennis dall’edizione 2021 dei Championships, quando uscì al secondo turno per mano di Ons Jabeur.
Quest’anno Venus ha giocato solo due incontri ufficiali, in gennaio ad Auckland, cedendo alla cinese Zhu al secondo turno. La ex numero uno del mondo parteciperà anche a ‘s-Hertogenbosh nella settimana precedente l’evento inglese.
Situazione diversa per Elina Svitolina. La ventinovenne ucraina come è noto è rientrata lo scorso aprile dopo un anno di assenza per maternità e si sta ricostruendo una classifica interessante grazie a piazzamenti nei tornei minori e alla vittoria a Strasburgo una settimana fa. Gli ottavi di finali sinora raggiunti a Parigi la proiettano nel ranking a ridosso della posizione numero 110: ad aprile era oltre la 1300°!
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Roland Garros: squalifica nel doppio femminile per una pallata su una ballgirl [VIDEO]
Episodio sfortunato sul campo 14 dove la coppia Kato/Sutjiadi ha perso a tavolino dopo che la prima ha colpito involontariamente una raccattapalle

Ieri Mirra Andreeva aveva rischiato di diventare la prima giocatrice a essere squalificata a match in corso in questo Roland Garros: una palla scaraventata con rabbia dopo un punto perso non aveva colpito, per sua fortuna, nessuno. Oggi la sorte è girata in senso completamente opposto alla giapponese Miyu Kato e di conseguenza anche all’indonesiana Aldila Sutjiadi, che insieme formavano la coppia accreditata della 16esima testa di serie nel tabellone di doppio femminile. In campo nel loro match di ottavi di finale contro Sorribes-Tormo/Bouzkova, le due asiatiche avevano perso il primo set al tie-break ma erano avanti 3-1 nel secondo set prima di ricevere una squalifica a tavolino. Finito il quarto gioco, Kato ha infatti involontariamente colpito una ballgirl – non accortasi della pallina in arrivo – alla testa, quando voleva semplicemente mandare la pallina dall’altra parte del campo per il turno di servizio delle avversarie.
Come si nota nel video dell’episodio, non c’era alcuna rabbia nel gesto della giapponese (anche perché lei e la sua compagna avevano appena tenuto la battuta confermando il break di vantaggio) che probabilmente ha solo calibrato male la forza o non colpito bene la palla. Proprio per questo motivo inizialmente il giudice di sedia aveva optato per un ordinario warning spiegando a Sorribes-Tormo e Bouzkova che la raccattapalle colpita non si era fatta male. La spagnola e la ceca, però, hanno fatto notare all’arbitro che la ragazza era in lacrime insistendo per la squalifica delle avversarie. Il giudice di sedia si è allora confrontato con il supervisor e ha poi decretato la fine del match per default. Kato, che prima si era avvicinata alla ballgirl per scusarsi e sincerarsi delle sue condizioni, è così scoppiata in lacrime.
Il regolamento prevede che “i giocatori non devono colpire, calciare o lanciare una pallina da tennis in modo violento, pericoloso o con rabbia”. In questo caso è chiaro non vi fosse violenza né rabbia. Quanto alla pericolosità, giudice di sedia e supervisor l’hanno valutata e considerata integrata sulla base della reazione della raccattapalle. Di sicuro non è stata una decisione facile e si può discutere sia stata corretta o meno. Una soluzione, in futuro, potrebbe essere quella di prevedere nel regolamento una sanzione intermedia tra il semplice warning e la squalifica in questi casi-limite in cui, oltre a non esserci volontarietà, non si riscontra nemmeno eccessiva pericolosità nel gesto compiuto.
Intanto Sorribes-Tormo, che ieri aveva vinto a tavolino anche in singolare per il forfait di Rybakina, e Bouzkova sono le prime due giocatrici qualificate per i quarti di finale del tabellone di doppio femminile.