Indian Wells: il paradiso del tennis

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Indian Wells: il paradiso del tennis

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TENNIS – Il miliardario Larry Ellison, classificato come quinto uomo più ricco del mondo da Forbes, ha creato un vero e proprio paradiso per i tennisti. Oggi Indian Wells, che conta uno stadio nuovo di zecca con ben tre ristoranti, è considerato da tutti il Quinto Slam, e siamo certi che il magnate californiano non si fermerà qui.

Calzoncini corti, sneakers ai piedi, sempre abbronzato. E sorridente. Larry Ellison non si perde un match, e lo vediamo spesso, con quell’aria che ricorda vagamente Mickey Rourke (ma non quello di ‘9 settimane e mezzo’), applaudire i big dagli spalti. Sì, perché il newyorkese, nato a Manhattan nel 1944, è prima di tutto un grande appassionato di sport. E cosa fai, quando hai così tanti soldi da essere considerato dalla rivista Forbes il quinto uomo d’affari più ricco del mondo (lista stilata nel 2014)? Quello che non tutti sicuramente sono in grado di fare. Rilevare un torneo di tennis, da poco messo sul mercato e che rischiava di essere trasferito in Cina o in Medio Oriente, e trasformarlo in quello che è oggi considerato da molti l’ATP Masters 1000 più innovativo e funzionale al mondo, quello che la stampa e anche tantissimi giocatori chiamano, forse non a torto, il ‘Quinto Slam’.

Lawrence Joseph Ellison nacque da una ragazza madre 19enne, e la sua situazione d’indigenza la costrinse a lasciare il figlio alla sorella, che ne divenne la madre adottiva. Conobbe la verità sulla madre biologica solo a 48 anni. Durante gli anni ’70 inizia a lavorare per la Ampex Corporation e crea un database per la CIA dal nome ‘Oracle’. Quel nome diventerà una società di software, con sede a Silicon Valley e renderà il suo co-fondatore ed attuale CEO, uno degli uomini più ricchi della California. Il suo amore per lo sport spazia a vari livelli. Tenta infatti di acquistare delle squadre di basket NBA, prima i Golden State Warriors, poi ci prova con i Grizzlies di Memphis, squadra senza pace, perché dopo il trasferimento da Vancouver alla città del Tennesse, rischiava di essere portata dal ricco imprenditore a San Josè, in California.

Dopo le porte in faccia da parte della National Basketball Association, tenta di acquistare una squadra di football che milita nella NFL, i San Francisco 49ers, anche lì, non concludendo l’affare. Ma Larry, che non ne ha mai abbastanza, è anche fondatore, nel 2000, della ORACLE TEAM USA, ai tempi solo Oracle, poi BMW Oracle Racing, vantando il ruolo prominente della compagnia tedesca, che abbandonerà la squadra nel 2010, giusto il tempo di vincere la 33esima America’s Cup. Poco male, il team di Ellison riconferma la vittoria anche nel 2013. Non senza attirarsi critiche e commenti negativi, perché considerato un personaggio sopra le righe che è entrato nel mondo delle regate dalla porta di servizio, accusato di aver stravolto grazie ai soldi e alle sperimentazioni che essi ti permettono, una delle gare più prestigiose del mondo. Ma arriviamo al tennis e al ruolo che il ricco magnate ricopre oggi nel nostro sport. Il torneo di Indian Wells ha una vita non lunghissima. Negli anni ’70 nasce come evento di raccolta fondi a Tucson, in Arizona, e viene successivamente spostato nella Coachella Valley. Cresce e si rinnova, grazie a Charlie Pasarell, negli anni ’80 direttore del torneo, che si svolge a La Quinta dal 1981 al 1986. Sui suoi campi giocarono Ivan Lendl, Jimmy Connors, Yannick Noah.

Con il 2000, il passaggio all’Indian Wells Tennis Garden (da cui il torneo prende il nome, prima della partnership con BNP Paribas), con un nuovo stadio e 270.000 spettatori. Nel 2009 Larry Ellison rileva il torneo, e questa sarà la sua fortuna. È vero i soldi, ma anche la capacità imprenditoriale, di un uomo intelligente, che dimostra continua attenzione verso il pubblico e i tennisti, tutte cose che lo rendono il torneo più amato, nonché il più ricco, nel circuito dei Masters 1000. Secondo il quotidiano di Palm Springs, il Desert Sun, gli introiti del torneo californiano infatti, ammontano a circa 5 milioni di dollari, ed è solo l’attivo prodotto dal torneo, e le ricadute positive dell’esponenziale crescita di questo evento, vengono accolte anche dalla città e dalla comunità, che ricava circa 700.000 dollari l’anno (anche questi solo di attivo). L’apporto di Ellison è evidente.

Solo l’anno scorso, si faceva fotografare abbracciato a Roger Federer e Rafa Nadal, che davano simbolicamente inizio alla costruzione di quello che oggi è il campo numero 2, che conta tre ristoranti che si affacciano sulla pista in cemento, oltre al fatto che può contenere 8.000 spettatori. Ellison ricorda ancora come nacque l’amore per il tennis, come ha dichiarato qualche anno fa al Los Angeles Times:” Guardavo la televisione, si stavano sfidando Rod Laver e Ken Rosewall. Ai tempi erano da poco diventati professionisti e a loro non era concesso partecipare ai tornei del Grande Slam”, continua “ Laver servì per ben tre volte sul rovescio di Rosewall, e a tutte e tre lui rispose con dei vincenti, tre colpi perfetti. Laver non servì più sul rovescio, e vinse il match. Fu incredibile. Questi ragazzi erano uno spettacolo itinerante, che si spostava di città in città, giocando un tennis di qualità così elevata da essere abbagliante. Da allora sono diventato un fan!”

Ellison non ha solo acquistato il torneo, ma anche tutta la zona su cui sorge, perché era deciso ad ogni costo a mantenere il torneo in California. E il costo sono i 100 milioni di dollari complessivi che vi investe .Mossa astuta, che gli ha dato la possibilità di costruire strutture sempre più all’avanguardia, sempre più spettacolari, e nei tempi più ridotti possibili. Si coccola il suo gioiello, come fa con i grandi campioni per i quali Indian Wells è ormai divenuto un appuntamento irrinunciabile, e non solo per essere il primo torneo importante della stagione, dopo il major australiano. E lo fa abilmente, accettando l’esplicita richiesta di Federer di giocare il doppio con il compagno Wawrinka nel nuovo stadio, di cui ha solo parole entusiastiche in press conference.

Lo fa ospitando i grandi campioni di oggi, come l’invito a Nadal nel 2012 a passare il periodo del torneo in una delle sue dependance, con lo spagnolo sbalordito dal campo da golf , sport di cui è un grande estimatore, presente nella sua infinita magione. Ogni tennista ne parla positivamente, forse anche perché è il torneo che garantisce uno dei prize money più ricchi. Nessun torneo riesce a stare al passo, alcuni non possono, altri non vogliono. Con una programmazione di due settimane, l’hawk-eye presente su ogni campo, attira i tennisti e le tenniste (essendo un torneo combined) più forti del mondo, e circa 400 mila spettatori, presenza auspicata quest’anno grazie anche al nuovo stadio, che potranno godere di una linea wi-fi gratuita, e di tante altre ‘facilities’ messe a loro disposizione.

Neil Harman, giornalista sportivo che si occupa di tennis, scrisse nelle pagine del ‘Times’ di Londra:” No one can stop Larry Ellison”. Ne siamo certi, e siamo in attesa della prossima mossa.

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